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lunedì 30 novembre 2009

Riassunto

Piccolo riassunto di quanto sta succedendo in Italia in questi giorni.
Politica: siamo in guerra civile. Lo ha dichiarato il sosia del Premier che puntualmente partecipa in sua vece alle conferenze stampa di Palazzo Chigi. Oramai è palese che non sia molto in linea con il Governo, tanto è vero che, dopo poche ore, è il Premier stesso (quello vero) a dover smentire e riparare agli errori commessi dal suo succedaneo.
Società: “I trans non sono né uomini né donne: sono uomini e donne”. Domanda spontanea: siccome i trans sono uomini e donne, Maria De Filippi è un trans? Vien da pensare questo ascoltando le parole di una psicoterapeuta a Uno Mattina, guarda caso sul canale della concorrenza. Fatto sta che al giorno d'oggi se non sei trans non sei trendy. E via con manifestazioni di orgoglio trans, che fanno coda alla miriade di manifestazioni d'orgoglio gay la cui diffusione cresce a macchia d'olio. Di manifestazioni per la normalità (oramai tendente all'anormalità) ce n'è stata una, il Family Day, attaccata dagli open-minded ed accusata di trasmettere all'opinione pubblica messaggi di stampo fascista. Ci risiamo: chi non la pensa come loro è fascista. E così chi espone il crocifisso in aula è fascista, le ronde sono fasciste, chi mangia la mortadella è fascista, e chi è fascista e trans allo stesso tempo... beh, è normale, pertanto ha le carte in regola per partecipare al prossimo Family Day.
Cronaca nera: è stato trovato finalmente l'assassino della tipografa ottantenne cui sono state tagliate le mani. È un vicino di casa della signora, professione chiromante. Con gli inquirenti che si sono presentati a casa sua si è giustificato: “soffro d'insonnia e se la sera a letto non leggo qualcosa non riesco ad addormentarmi”.

lunedì 16 novembre 2009

"Io razzista??!! Parla lei che è negro!"

Sabato scorso ero al cinema per assistere agli Abbracci Spezzati, film che non mi ha mandato in visibilio (scene erotiche a parte perché erano molto poetiche). Non è però della pellicola di Almodóvar che volevo parlare, bensì di un’altra che è stata pubblicizzata prima che lo spettacolo cominciasse. Avete presente quei quindici/venti minuti in cui sullo schermo mandano qualche trailer per ingannare l’attesa? Ecco, proprio durante quei minuti hanno dato l’anteprima di Francesca, film che secondo il Messaggero è “una dura critica contro il razzismo e gli stereotipi”. E va bene. Va meno bene quando, quasi alla fine del trailer, compaiono alcuni stralci di critiche entusiaste tra cui questa: “Accusa l’Italia di razzismo e la sala applaude”. Ora i casi sono due: o il critico è italiano, e allora gli dico “E grazie al ciufolo: in Italia c’è fior di gente che va in estasi quando si getta o si può gettar fango sul nostro Paese, non parliamone poi quando si può rinfocolare la sempre valida accusa di razzismo che una campagna instancabile ci butta regolarmente addosso da vent’anni”. Se invece il critico è straniero, il mio commento è “Tesoro, non stupirtene. Forse non sai che, se tu fossi un italiano, ti avrei risposto “Grazie al ciufolo ecc.”, per cui non credere che la sala che ha applaudito fosse composta di insospettabili moderati che da un momento all’altro si sono accorti che l’Italia è razzista (a proposito, non è altrettanto razzista e stereotipato generalizzare così?). Sono più propenso a credere che gli spettatori – italiani o stranieri che fossero – ne fossero intimamente convinti almeno quanto il regista.
Mario Kraus

sabato 7 novembre 2009

Il crocifisso

Riportiamo brevemente un'ANSA uscita due giorni fa:
"Intervenendo nella polemica sul crocifisso in aula, Silvio Berlusconi ha precisato che non solo è d'accordo sul fatto che Gesù resti in aula, ma che occorre anche stralciare la posizione dei due ladroni, i quali non possono essere processati per evidenti vizi di forma della giustizia in vigore. Il premier ha inoltre espresso la sua personale vicinanza a Cristo, affermando di sentirsi perseguitato quanto e più di lui, il quale, in fondo, non era nemmeno stato eletto dal popolo."

giovedì 5 novembre 2009

Tanti auguri!

Il pensiero di ieri – definirlo articolo sarebbe un panegirico - ha suscitato numerose polemiche. Siamo stati contattati dall'AIMANG (Associazione Italiani Morti Affogati Nel Gabinetto) lamentandosi per la superficialità con la quale abbiamo archiviato – a detta loro – un problema sociale grave come la morte per affogamento nel gabinetto. Il fatto è che, non essendo stato ancora inventato un vaccino a tal proposito (l'affogamento nel gabinetto ad oggi è considerato un male incurabile), non abbiamo ritenuto opportuno soffermarci troppo sui dettagli.
A proposito di suina: i festeggiamenti per i 20 anni di carriera di Emilio Fede e per i 20 anni di carriera di Homer Simpson hanno lasciato in penombra quelli per i 20 anni di carriera di Jessica Rizzo (ritratta in foto mentre ride, probabilmente su 'sto...., N.d.R.), che, a quanto si dice, ha rilasciato la dichiarazione a TgCom mentre spegneva le candeline. Maga.
L'abbiamo intervistata anche noi in un locale di sua proprietà, a Roma. A dire il vero avremmo potuto mandare anche un giornalista esterno, ma siccome le notizie importanti vanno maneggiate con cura e dovizia di particolari, abbiamo preferito recarci di persona.
“Gentile Signora Rizzo”, abbiamo domandato, “lo sa che Emilio Fede, per festeggiare, ha regalato al giornalista che lo intervistava il suo nuovo libro su Berlusconi? E lo sa che Homer Simpson al giornalista che lo intervistava ha regalato una cassetta con una puntata inedita? Alla luce di tutto questo, lei come ha intenzione di festeggiare?”. Il resto dell'intervista è stato secretato dalla Procura.
A proposito di Procura: il Premier ha dichiarato che un altro indulto potrebbe essere necessario in tempi brevi per mancanza di spazio nelle carceri; viste le ultime prestazioni del suo avvocato Ghedini (846 condanne ricevute nell'ultimo mese fra cui una per essere passato con il rosso quando il semaforo era giallo lampeggiante), Silvio gioca d'anticipo e si sta preparando il campo per stare bello largo nella cella.

mercoledì 4 novembre 2009

La maiala

È stato registrato il ventesimo caso di morte per influenza suina. Durante una passeggiata di salute, un tizio è stato colpito in testa da un vaso che cadeva libero e felice da un balcone. La proprietaria del vaso lo stava annaffiando quando ha starnutito – probabilmente per l'influenza suina – e lo ha spinto involontariamente di sotto.
Fateci caso: è singolare vedere come si parli quotidianamente di decessi per influenza suina. D'altra parte per i giornalisti è facile tenere il conto, visto che la maiala ha ucciso circa 5.000 persone in tutto il mondo dopo circa un anno, mentre di morti per incidente stradale, solo in Europa, nello stesso periodo se ne sono registrati 120.000.
Se consideriamo tutte le persone che muoiono affogate nel water, arriviamo quasi a 4.600. La pandemia dei gabinetti. Se lo sapessero, ci scriverebbero un bell'articolo su.

martedì 3 novembre 2009

Il sugo - terza ed ultima puntata

Una voce fuori campo irrompe nella scena già di per sé grottesca. “Da Margherita Conad puoi avere degli enormi sconti: se compri un panino all'olio, ti regaliamo un prosciutto come companatico; e poi risparmi il 30, 40 e 50 per cento su tutti gli articoli di giardinaggio, dalla pinza luminosa togli-vermi-dal-terriccio all'innaffiatoio con 65 diverse modalità di goccia”. “Beh, Margherita... io... volevo solo un etto e mezzo di macinato per fare il ragù, e anche rapidamente perché ho la roba sul fuoco”, cercate di spiegare trattenendo a stento impeti d'ira.
Stop.
Silenzio.
La musica si interrompe. Le comparse al banco macelleria si girano verso di voi disgustate; quelle al banco frigo, guardandovi con odio, impugnano la prima aringa surgelata a portata di mano e la brandiscono a mo' di manganello. “Ma.. che ho detto?”, chiedete a Margherita, anche lei non più sorridente. “Il macinato per il ragù?... Noi abbiamo il ragù star già imbottigliato al 20% di sconto, se prendi quello Barilla ti regaliamo due chili di gnocchetti sardi. Alla luce di tutto questo, come ti permetti di chiedere il macinato? Mi dispiace, ora dovrai morire.” Strabuzzate gli occhi: “Ma questo non è lo spot di Conad?... Che io ricordi non muore nessuno.” “Certo caro, il fatto è che questo non è lo spot Conad: è la sceneggiatura del nuovo splatter di Dario Argento. Omicidio con carrello.”
Vi crolla il mondo addosso. Vi siete messi proprio in un bel casino. E ora come fare a liberarvi da quell'incubo?
“ODDIO!!! CHE COS'È QUELLO SCHIFO SUL MURO????” urlate all'improvviso, spinti dalla disperazione. “DOVE?” si voltano tutti a guardare la parete. In quel momento vi mettete a correre nella direzione opposta, sbattendo la porta e rintanandovi nel vostro appartamento, chiudendovi a doppia mandata.
“...Li mortacci loro...”, sono le prime parole sante che riuscite a pronunciare, dopo aver passato un'oretta seduti per terra, la testa fra le gambe. L'odore di soffritto è solo un piacevole ricordo.
Vi alzate con difficoltà, ancora scioccati per ciò che avete visto di là e barcollando raggiungete i fornelli. Chiudete il gas, prendete la padella, la passate sotto l'acqua e la gettate nel cestino.
“L'ho sempre detto che cucinare è uno sport pericoloso...”, provate a giustificarvi con voi stessi, “...e prima mi sono pure scordato di afferrare la porchetta”.
Eh sì, il vostro destino è segnato. Anche oggi vi tocca andare in rosticceria. [FINE]

sabato 31 ottobre 2009

Divisi anche sull'ora legale

Da un’inchiesta della Sondaggiusti risulta che il 50% degli italiani è a favore dell’ora legale e il 50% contro. Ma attenzione: una filiale della suddetta agenzia, la Sondaggiusti-Precisi, informa che il 50% del primo 50% è talmente entusiasta di questa misura che vorrebbe introdurre l’ora e un quarto legale, più che altro per farci stare la pausa caffè-siga-e-giro lungo per non tornare subito in ufficio, mentre l’altro 50% del primo 50% è contrario a quest’innovazione. Anche il secondo 50% è però spaccato in due: un 50% è sì contrario all’ora legale, ma gradirebbe piuttosto un giorno extra, mentre l’altro 50% non vuole saperne. A sua volta, la metà del 50% che si batte per il giorno extra desidera che detto giorno sia festivo al fine di riposare, e l’altra metà lo preferirebbe feriale per guadagnare di più, cementare l’amicizia coi colleghi, fare un altro giro lungo e litigare un altro pochino su Berlusconi. Chi invece non vuole giorni extra a nessun costo, ma è disposto a incatenarsi al municipio per la settimana lunga, deve vedersela con quei disgraziati che, pur non volendo neanche loro giorni extra che tengano, si frusterebbero ansimando di piacere per avere la settimana corta; naturalmente anche queste ultime due fazioni sono divise secondo la regola del 50 e 50: i lunghisti incerti fra il passare la domenica in città o in campagna chiedono l’aiuto del pubblico, mentre si affidano alla telefonata a casa i cortisti che durante la protesta non sanno se farsi frustare dalla propria donna o da una mistress specializzata.
Mario Kraus

venerdì 30 ottobre 2009

Marrazzo s'arrazza

Povero il Presidente Marrazzo. Non lo invidiamo proprio. È stato sgamato, è stato costretto ad dimettersi (il certificato medico per “herpes simplex analis” non è durato per più di tre giorni), ha speso 90.000 euro, con il risultato che la gente dice pure che ce l’ha chiacchierato. A Roma c'è un detto: “meglio frocio che laziale”. Se Marrazzo fosse anche di fede biancoceleste ce le avrebbe tutte lui, considerando le ultime prestazioni della squadra di Lotito.
Sorte diversa per il suo trans di fiducia, Natalie. “Gliel'avevo detto a Pierino che ultimamente stava frequentando gente strana, ma lui ha fatto orecchie da mercante. Io non ho insistito perché sono una persona riservata” è stata l'unica dichiarazione rilasciata ai giornali, prima che comparisse una sua rettoscopia su TGCOM.
Ad esser sinceri, nelle alte sfere la voce girava già da tempo. Pubblichiamo un estratto dall'intervista rilasciata da Silvio Merli Scotti all'emittente francese Radieux Moi Aussi di lunedì scorso. “È stato circa due settimane fa quando ho incontrato Piero per l'ultima volta, ad un aperitivo cocktail organizzato dall'Associazione Alcolisti Anonimi. Lui era lì in rappresentanza della Regione Lazio, che vanta numerosi iscritti fra i suoi dipendenti, considerando la qualità dei servizi che offre quotidianamente ai propri cittadini. Beh, mi ha detto: “Ultimamente c'è una marea di lavoro. Mi sto facendo un culo così”. Mai avrei pensato che le due frasi fossero totalmente avulse l'una dall'altra.”
Anche il Premier è venuto a sapere di un fantomatico filmato girato da quattro carabinieri nell'abitazione di Natalie in cui, a detta loro, compariva una striscia di coca vicino ad una bambola voodoo con un fallo di gomma su cui stava in equilibrio il tesserino di Marrazzo. Un rebus infernale. “Caro Piero”, ha esordito Berlusconi nella telefonata al Presidente della Regione, “hanno provato a vendermi questo filmato, ma sappi che nulla verrà pubblicato sui miei giornali”. Poi ha chiamato immediatamente il Messaggero, imitando la parlata brasiliana (lui con le imitazioni va forte): “Jao un filmao del Presidenji della Rejio' Lassiu, me cunsenji”. Fortuna ha voluto che questo filmato fosse stato registrato da carabinieri, quindi si è scoperto essere interamente buio: si sono scordati di togliere il tappo dall'obiettivo della cinepresa.

mercoledì 28 ottobre 2009

La Postepay

Sembravano dell'altro ieri le dichiarazioni del Presidente del Consiglio: “Non ho mai dato soldi ad una donna per portarmela a letto. Ho sempre usato la Postepay”. Invece è passata un'eternità. Reazioni alla precedente? Chi aveva scommesso in una finale diverso dalla normalità, sperando in una vincita superiore, è stato costretto a capitolare: si è registrata in tutte le reti televisive, comprese quelle di proprietà del Premier, una campagna di improperi scandalizzati all'indirizzo di un povero uomo che, a detta del suo portavoce, una sera d'estate a Porto Cervo aveva improvvisato un monologo in sardo ed aveva proposto: “Beh, stasserra ho vvoglia ddi divvertirrmi: andiamo D'Addario”. Dario era un suo amico appassionato di scopone scientifico, ma Santoro e accoliti si sono ben guardati dal riferire al pubblico questo particolare; al contrario, hanno puntato il dito, schifati da un comportamento del genere, senz'altro vituperabile – chi non è mai stato redarguito per una partita a scopone scientifico? -, ergendosi a difensori dei costumi, della famiglia e soprattutto della morale, della cui superiorità il partito di cui il conduttore prende le difese fa un esplicito punto di programma. Giusto e sacrosanto, ci vien da dire.
A questo punto aspettiamo una puntata di Anno Zero sulla vicenda Marrazzo. Siamo sicuri che sarà il tema di giovedì sera. Non dubitiamo inoltre del fatto che, in tale sede, verrà fatto riferimento, oltre al dissidio interiore di Noemi, Patrizia e Teofrasta (tanto per rinfrescare la memoria ai telespettatori) anche alla decina di foto scattate un paio d'anni fa all'automobile del portavoce del Presidente, tale Girolamo Sircana, accostata in tarda serata ad un marciapiede in Via Dos, periferia nord-est di Roma, il cui occupante era occupato in un'indagine di mercato con alcuni passanti di colore. Un consiglio a Santoro: già che si parla di morale, parliamo anche dell'uso improprio delle auto blu, che si fa a destra a sinistra – senza distinzioni stavolta – per andare a ritirare i biglietti gratis per la partita della Roma e della Lazio al CONI, ogni sacrosanta settimana, oppure per accompagnare la signora Onorevola a fare la spesa, magari con la Postepay del Parlamento.

sabato 24 ottobre 2009

Il sugo - seconda puntata

Dal momento che con una tipa come Margherita non volete sprecare neanche i soldi per la telefonata, preferite bussare al muro: “Margherita, ce l'hai mezzo chilo di macinatoooo?”. Ve ne serve solo un etto e mezzo ma sperate in un piccolo margine di guadagno. “Vieni pure, ne ho da vendere!”. “Tacci sua, me lo vuole fa' anche paga', la bagascia!”, pensate fra di voi. Purtroppo non vi trovate nella condizione di poterle rispondere: “Ah sì? Prima delle due di notte vendi il macinato? E dopo le due cosa vendi??...”. Ha vinto lei, inutile discutere, le chiacchiere stanno a zero. “Grazie Margherita, aspettami che arrivo”.
Con fare sommesso, arrivate sul pianerottolo, le dita sporche di burro; suonate il suo campanello cercando di sporcarglielo il più possibile. Sentite una musica odiosa alle vostre spalle. “Ma che diavol....” Non fate in tempo a finire la frase ché la porta si spalanca.
Mai vi sareste aspettati di trovavi davanti una tizia, vestita da macellaia, che vi accoglie con un sorriso ai limiti dello scherno e vi fa accomodare nel proprio ingresso, un bel reparto carni addobbato di tutto punto, con tanto di salami appesi e porchetta – sorridente anch'essa - comodamente adagiata su un piano di marmo bianco. E sempre quella musica irritante nelle orecchie.
Purtroppo scoprite, con vostro grande stupore, di essere capitati nello spot della Conad.
“Maledizione, non ci voleva. Proprio ora che mi si sta bruciando la cipolla”. [continua]

mercoledì 21 ottobre 2009

Il sugo - prima puntata

Una volta nella vita vi sarà capitato di accorgervi di aver dimenticato qualche ingrediente durante la preparazione di un piatto estremamente complesso, di alta cucina. State preparando il sugo al ragù. È un piatto estremamente complesso se siete abituati a cibarvi essenzialmente di zuppe del Signor Knorr, quando non riparate nella più vicina rosticceria.
“Eppure pensavo di averlo preso quel maledetto etto e mezzo di macinato”. Vi trovate lì, con il mestolo in mano, il fuoco acceso, il libro di Ada Boni tenuto aperto con il piede destro, la padella con un filo d'olio - strana unità di misura per un liquido - ed infine una cipolla il cui stato da soffritto sta volgendo rapidamente a carbonizzato.
Vi rode non poco il sederino, dal momento che:
1. sono due settimane che vi pregustate il menu e avete approntato sapientemente gli ingredienti in comode vaschette posizionate in ordine sul tavolo: una bottiglia di pomodoro, sale q.b. (=quantità bestiale), carote ed un panetto di burro da 200g, immancabile in tutte le ricette di Ada Boni e la cui presenza è indipendente dal tipo di pietanza preparata, foss'anche a base di pesce. A quanto pare è una missione del libro presentare piatti più leggeri e di facile digestione.
2. avete reso partecipi del momento di storia tutti i vostri colleghi, dal portiere al capoufficio; avete inserito un messaggio su facebook “sto facendo il sugo” e due vostri amici hanno già commentato: “Ah che buono! Complimenti! Come è venuto?”; una ritirata strategica non giocherebbe a favore della vostra reputazione, un fallimento tanto meno.
Vi sentite persi, la cipolla sta iniziando a sublimare e non sapete a che santo rivolgervi. E, a proposito di santi, a questo punto entra in gioco il deus ex machina: la vicina di casa, Margherita.
L'avete sempre odiata, lei che ama passeggiare in tacchi a spillo alle due di notte: con gli altri inquilini avete sempre assunto un profilo basso: “Si vede che a quell'ora rientra da lavoro... oppure ci sta andando”. Bastardi. Lei lo è venuto a sapere, e per ritorsione ha smesso di tagliare le unghie al cane. Ora che il cane viaggia su trampoli e ha seri problemi di slittamento sul parquet tirato a lucido 24/7, chiedete il suo aiuto. Di Margherita, non del cane. Così è la vita. [continua]

martedì 20 ottobre 2009

Milvio Merli Scotti: la radio

Milvio Merli Scotti non ha fatto sempre il colf. Fino a dieci anni fa, dicevi “Scotti” e la gente non pensava automaticamente al riso. Quando si parlava di Scotti (Jerry non conduceva il Milionario, impegnato com'era a scappare quotidianamente per non essere preso da Tom) si parlava di radio. Eh sì, Milvio era un famosissimo conduttore radiofonico. Lavorava all'epoca a Radio Terapia, ascoltata da milioni di persone in tutta la provincia di Frosinone. Il carattere del conduttore, pur non essendo definibile propriamente affabile, faceva notizia. “Non per vantarmi, ma oggi è una splendida giornata”, era l'incipit della sua trasmissione. E poi continuava: “Ricordiamo a tutti che il numero da chiamare è 800988776, intanto non rispondiamo mai, il numero per mandare sms è 3280456765 ma non li sappiamo leggere ed il nostro indirizzo di posta elettronica è terapia@radio.it ma non lo apriamo da due anni. Ed ora la nuova nenia di Tiziano Ferro”. Dopo l'ennesimo attacco al Portavoce dei produttori di bambù della felicità, “Fate i bambù... siete felici? Eh? Sì? E allora ridete su 'sto...!” la sua trasmissione è caduta in disgrazia. Anche la crisi economica ci ha messo lo zampino: il principale prodotto sponsorizzato, Sbucciafagioliphon, lo sbuccia fagioli integrato in un phon, ha visto crollare improvvisamente le vendite, forse anche per un contenzioso con Vodafone per via del marchio, e neanche l'aiuto dello sciogli fiocchi di neve a forma di stella marina a pile ha risollevato gli introiti derivanti dalla pubblicità. Fatto sta Radio Terapia è stata costretta a ridurre drasticamente l'organico, e Milvio era nel novero degli esuberi.

lunedì 19 ottobre 2009

A lavurà, campiùn

“Andate a lavorare”: l’aveva detto agli azzurri anche Trapattoni in uno spot di qualche anno fa (qui con i sottotitoli in ungherese, direi proprio di non perdervelo), ma Lippi non è riuscito a farsene una ragione ed è andato sulle furie ancor più di quell’altra volta in cui aveva accusato l’Italia unica e indivisibile di fregarsene della Nazionale.
1) Ora non è che la gente abbia perso improvvisamente interesse per le sorti dei campioni del mondo: il fatto è che un onesto tifoso non può perdere il sonno per un girone composto da Eire, Bulgaria, Georgia e Cipro e già stravinto con un anno d’anticipo, senza neppure giocare in modo esaltante. Per arrivare ai mondiali bisogna sottoporsi a queste farse di raggruppamenti (che in genere mietono un paio di vittime illustri quando va di lusso, non di più) e solo in seguito, con l’aria di festa che circonda le manifestazioni calcistiche quadriennali e il brivido dell’eliminazione diretta, la faccenda comincia a farsi intrigante.
2) Quanto ai fischi per la gara con Cipro, penso che l’unico motivo non sia altro che questo: Lippi sta antipatico al cinquanta percento dei tifosi italiani (quelli non juventini), ma finora era mancata la causa scatenante, tant’è vero quando l’Italia doveva giocare a Torino con la Bulgaria c’erano già gli ultras granata pronti a cantare una sfilza di cori coi quali – ci potete scommettere – avrebbero detto di Lippi tutto il bene possibile. Quella volta agli azzurri è andata bene perché non hanno subito reti, altrimenti avreste sentito i fischi e i botti anche allora.
Mario Kraus

mercoledì 14 ottobre 2009

Era ora!

Era ora. Non ne potevamo più di aspettare. Abbiamo passato notti insonni a girarci nel letto come braciole sulla graticola, fino a rimanere insaccati nelle coperte da non poterci liberare se non chiedendo aiuto a squarciagola fino alle otto di mattina. La mente vagabondava, persa nei suoi pensieri senza fissa dimora, concentrata su quella odiosa domanda, per quanto addictive, che stamane, grazie a Dio, dopo tempo immemorabile, ha avuto una risposta: come sarà la decima serie del Grande Fratello?
Eccola là, la vediamo stagliarsi all'orizzonte, in una veste totalmente rinnovata ma con un chiaro riferimento al classicheggiante. Quest'anno non ci sarà il tugurio ma il trogolo ed il loft prenderà il posto della suite. Eppure la vera rivoluzione, l'avrete capito, non si avrà nel contenitore ma nel contenuto: i personaggi all'interno della casa non saranno biologi ricercatori come l'anno scorso, né nobili francesi come nell'edizione ancora precedente; quest'anno l'ufficio del casting si è basato essenzialmente su studiosi di fisica quantistica. D'altra parte la ricetta, seppur appetitosa, deve essere rinnovata di anno in anno, per soddisfare il palato di un pubblico sempre più esigente ed affamato. E così sentiremo parlare – ed assisteremo talvolta – a fenomeni affascinanti come il rutto quantistico: come far passare un rutto attraverso il muro mediante effetto tunnel?
I 10 personaggi – che durante la prima puntata scenderanno ad 8 per un'eliminazione a sorpresa, nella seconda puntata saliranno a 15 per un'invasione di campo e alla terza torneranno a 8 perché gli altri saranno rapiti dagli alieni – hanno in serbo numerosi altri esperimenti, meno divulgabili del rutto quantistico ma altrettanto intriganti. Ne elenchiamo un paio fra i tanti:
1. Principio di esclusione di Pauli: se due persone si trovano sullo stesso orbitale atomico e vengono messe in stanze diverse, isolate l'una dall'altra, non possono mai bestemmiare lo stesso Santo.
2. Principio di non località: se due persone sono in stato entangled e vengono poste a 10 miliardi di anni luce (cosa facilissima a farsi) se una ha una perdita di gas l'altra sente la puzza istantaneamente.
Meglio di una puntata di Voyager, ve lo assicuriamo.

domenica 11 ottobre 2009

Milvio Merli Scotti - 6a puntata

Una volta scoperto che in realtà il suo cognome andava letto “Merli Scotti” e non “Merlis Cotti”, e che Jerry Scotti è di conseguenza suo cugino, Milvio si è costituito parte civile nel ’35. Un suo amico cinese esperto di proverbi ha tuttavia frenato i suoi entusiasmi spiegandogli che “il cugino è il peggior nemico dell’uomo”, mentre la cugina è esonerata per via d’un altro proverbio più noto. Prima di andarsene, l’amico cinese ha salutato il Merli Scotti con due dei suoi pezzi forti (figuriamoci quelli deboli), ovvero “Un vecchio adagio non arriva in fretta” e “Se non è zuppa è can bagnato”, quest’ultimo molto popolare in Cina.

Passiamo, per i più curiosi, ai fatti di cronaca: l’altro giorno Milvio stava guardando un film dell’orrore e il suo gatto gli è saltato improvvisamente sulle ginocchia senza dargli congruo preavviso; dopo un regolare balzo di due metri (valido e omologato) per lo spavento, Milvio ha assestato alla bestiola un paio di cinquine e a seguito di questo increscioso episodio s’è beccato una diffida dall’AGIP (Associazione Gatti Italiani Picchiati).
Mario Kraus

sabato 10 ottobre 2009

Processo alle intenzioni

Avevamo già avuto il sentore, tempo fa, che il premio nobel fosse una mezza ciofeca. È sufficiente scorrere le ultime pagine dei libri di storia, quelli più illuminati, quelli in cui si rende il lettore consapevole che, dopo il 2 giugno 1946, nel mondo qualcosa degno di nota è accaduto. A rafforzare la nostra tesi, presentiamo due considerazioni incontrovertibili:
a) non tutti sanno che Nobel fu l'inventore della dinamite, e la sua intenzione non era quella di usarla in uno studio dentistico. Eppure, il premio che porta il suo nome viene conferito a personaggi che si distinguono per azioni di pace, per aver favorito la cooperazione fra i popoli, per non aver maltrattato i gatti randagi... e così via discorrendo.
b) Nobel era più Russo che Svedese. La Commissione del Premio è invece Svedese purosangue ed ha premiato un Americano. Cioè, come dire che l'anno prossimo la Roma conferirà il premio Chinaglia 2010 a Cannavaro.
Date queste premesse, non proviamo stupore alcuno se ci dicono che in passato sono stati insigniti di questo premio i più indiscussi criminali legalizzati della storia. Due nomi fra i tanti: Yasser Arafat e Topo Gigio.
A proposito di quest'ultimo: pare che la prossima edizione dello Zecchino d'Oro non andrà in onda. L'Antoniano di Bologna ha già fatto sapere al Torriere della Sera che il primo premio (una notte di fuoco con Topolino e una fornitura di Smarties per un anno) verrà conferito direttamente alla figlia di Obama. Motivazione della giuria: il babbo, nell'ultima conferenza stampa alla Casa Bianca, ha asserito: “Mia figlia sa cantare benissimo”.

giovedì 8 ottobre 2009

Libertà di stampa

Avremmo voluto anche noi prender parte alla manifestazione per la libertà di stampa di sabato scorso (che fra l'altro ha utilizzato lo stesso palco su cui hanno cantato i Tokio Hotel una settimana prima, so' soddisfazioni). Avremmo voluto essere lì, in mezzo alla folla, a far sentire la nostra voce. Era giusto scendere in piazza, esercitare un diritto che al giorno d'oggi dovrebbe spettare a tutti, ma che non tutti ancora possono permettersi di vantare. Comunque era ora che il popolo si accorgesse del fatto che ci sono seri problemi di libertà di stampa in questo Paese: ce ne è troppa. Non ce lo aspettavamo, a dire il vero, conoscendo il popolo italiano, noto per essere profondamente attratto dall'equivoco ed affascinato dalla dietrologia pura che sfiora livelli quasi paranoici. Finalmente una manifestazione contro le prime pagine di giornaletti che riportano con dovizia di particolari ogni aspetto fisiologico che riguarda il Premier o qualcuno del suo entourage, tralasciando invece eventi importanti come la questione iraniana e nord-coreana – non so se tutti sanno che fra qualche mese inizierà la guerra. Un “no” secco agli articoli sul figlio di Bossi che ha preso il diploma, quello di Mastella che ha preso la laurea, quello di Di Pietro che ha preso i voti e sul papi di Noemi che ha preso.. lasciamo stare cosa abbia preso. Un “sì” altrettanto secco, colmo di speranza, alle analisi dell'economia che non si basano sul numero di capelli che Franceschini e Bersani si strappano puntualmente ad ogni intervista, ma bensì su numeri veritieri e fatti concreti. Non ne possiamo più di giornalisti arruffapopolo che per vendere tre copie in più (aumentando magari i volumi di vendita del 50%) titolano “Il Governo fa il ponte sullo stretto e le case in Sicilia vengono sommerse dal fango”; omettono poi di puntualizzare che, tempo fa, qualche squinternato ha avuto la brillante idea di inventare i Comuni, le Province e le Regioni proprio per far in modo tale che il Governo possa pensare al ponte sullo stretto, all'Alta Velocità e al Mose in tutta tranquillità senza preoccuparsi di fermare scriteriate costruzioni in un paesino di 500 anime in mezzo alle montagne di Messina o de L'Aquila.


Ne abbiamo le scatole piene delle testate che si vantano di vivere in un Paese denuclearizzato con 20 centrali atomiche francesi ad una manciata di chilometri dal confine: chi si vanta forse non si è accorto che il trattato di Schengen vale anche per le radiazioni. Però i fessi continuano e perseverano plaudendo alla costruzione dell'oleodotto di Gasprom ed EDF* che non passa per l'Ucraina ma per la Turchia o paesi affini; bel risultato per la politica energetica italiana, non c'è dubbio. Prima quando dovevamo implorare per farci tenere aperti i rubinetti del gas andavamo in Ucraina, e un po' di fica si rimediava; adesso dobbiamo andare in Turchia dove se guardi una donna ti danno così tante frustate che la metà basta. Bel guadagno.

*EDF è quella simpatica società francese che – guarda caso – in Francia detiene la proprietà di tutte le centrali nucleari.







martedì 6 ottobre 2009

Milvio Merlis Cotti - quinta puntata: Alikirghizistan

Per raggiungere Catanzaro Lido da Roma ci sono varie possibilità: con i rollerblade gentilmente affittati dalla concessionaria Scortichini & Co. (quel Co. potrebbe essere Corrosi, ma nessuno lo saprà mai), o con l'aereo della compagnia low-cost Alikirghizistan. Milvio odia i rollerblade (da piccolo investì con i rollerblade un giardiniere che stava piantando una siepe di pitosfori, decapitandolo sul colpo); ha qualche soldo nel salvadanaio, e questa gli pare un'ottima occasione per romperlo in mille pezzi. Solo dopo scoprirà di aver rotto il vaso ming del XVII secolo della signora scambiandolo per un porcello sorridente ma neanche tanto attraente. Errore a parte, dopo un estenuante viaggio in autobus e metropolitana, costatogli tre palpeggiate da vecchietti più o meno esibizionisti, una rapina a mano armata e due sequestri da parte del gruppo rock Qubt-ut-Allah, giunge all'aeroporto di Ciampino. L'ingresso dell'aeroporto è faraonico. Una statua di marzapane e canditi con la postura vagamente scopiazzata dal Colosso di Rodi saluta i turisti ed indica un cartello con la traduzione del nome dell'aeroporto, tanto per far vedere che noi Italiani abbiamo a cuore la causa dei turisti: “You have a pine”. Qualche buontempone dallo humor inglese si è divertito ad aggiungere a pennarello: “Where do I have it?”

domenica 4 ottobre 2009

Perzichetti facce 'n gol

Basta, non m’impiccerò più di politica: d’ora in poi la mia preoccupazione nonché curiosità principale sarà quella di sapere se la prof di latino darà il suo numero di cellulare a Urbano Persichetti (gliela darà… ehm, glielo darà, fidatevi). Stamattina sono volati i computer con contorno di parole grosse a seguito di una lite sulla politica in cui il sottoscritto era più che coinvolto. Basta: niente più difese e contrattacchi a favore del premier, stop agli urlacci mentre nell’altra stanza tengono una riunione a porte aperte, alt allo stress, alla forfora e alle discussioni sul deficit di bilancio e sulle villette a schiera con festini. Premierò soltanto apertis verbis con i miei più sinceri complimenti e la mia solidarietà il primo che ammetterà i motivi del suo odio viscerale dicendomi e/o urlandomi chiaro e tondo: “È che sono invidioso perché lui è ricco e io no” (oh, finalmente: l’era ura (la sarà ura)). Perché alla fine Berlusca non è il marito di tutti gli italiani e non dobbiamo forzatamente sentirci imbarazzati né scandalizzati – specie quelli che volevano l’amore libero – se di tanto in tanto usa i miliardi che ha per divertirsi (non lo faremmo tutti noi altri, al suo posto?); perché francamente di tutte queste figuracce che ci fa fare all’estero io non mi sono accorto, né trovo uno fra i tanti stranieri che conosco che me le faccia notare; perché se lui saluta Obama in maniera sbarazzina è uno screanzato mentre se lo facesse Franceschini tutti starebbero a dire wow è un figo; perché ne ho le tasche veramente piene (e non solo le tasche) di tutta questa gente che è lì pronta con cannocchiale e bilancino per cogliere in castagna il premier a ogni mezza sillaba che dice; perché tanto lo so che anche se prometto di non impicciarmi più di politica poi ci ricasco puntuale come stamattina.
Mario Kraus

venerdì 2 ottobre 2009

Sillogismi ipotetici (possibilmente retroazionati)

“Lo sapevate che con due bicchieri di vino al giorno si rischia il ritiro della patente? E lo sapevate che due bicchieri di vino al giorno sono la chiave per una dieta sana? Ok, allora io toglierei la patente a chi fa una dieta sana e così ci portiamo avanti col lavoro”. E' stato questo l'incipit del discorso annuale di Adalberto Pangasio, Presidente della Federazione Italiana Cortometristi Associati. A dire il vero, il discorso è stato scopiazzato da quello di apertura dei lavori del primo Congresso dei Lungometristi Riuniti, e qualcuno che, avendo cambiato sponda nel frattempo, ha partecipato ad entrambi gli eventi, se ne è accorto e ha fatto tana libera tutti. Il Sig. Severo Mastella si è lamentato ai nostri microfoni: “E' inconcepibile che, indipendentemente dal carro sul quale si sale, ti propinano le stesse cretinate. Per questo ho deciso di fondare l'Associazione Italiana Mediometristi Italiani.”. Ma come?! Non Le pare di essere un po' ridondante? “A parte che ridondante lo dici tu' sorella, ma la decisione è stata a lungo soppesata: un'Associazione Nigeriana Mediometristi Italiani non sarebbe stata una mossa di Marketing altrettanto abile”. De gustibus non est disputandum.

giovedì 1 ottobre 2009

Piccolo sfogo

Tanti oggi affermano che gran parte del successo berlusconiano è dovuto alla televisione, alle sue belinate a ritmo di pettegolezzi e alla superficialità di tanti programmi. Strano, tutto sommato, perché il popolo che vota compatto per Berlusconi torna di punto in bianco intelligente il giorno in cui decide di preferirgli un Prodi o un Franceschini qualunque e ridiventa scemo quando torna di nuovo sui suoi passi. Strano anche perché la democrazia si basa sulle decisioni della maggioranza, e pazienza se questa si lascia traviare dalle sirene televisive (nessuno obbliga nessun altro ad accendere l’esecrato apparecchio, o a leggere i giornali, o ad ascoltare la radio). Strano (e tre) perché un buon numero di canali (anche di Berlusconi) si tengono stretti personaggi non certo proni a Forza Italia (Costanzo, Ricci, Iacchetti, le Iene, tutto il cast di Zelig per esempio); a chi mi tira fuori il solito Emilio Fede rispondo con i Santoro, i Floris, le Dandini, i Travaglio eccetera, che fanno precisamente la stessa cosa dalla parte opposta, e sembran più liberi di Fede solo perché sono contro e non a favore, mentre in realtà non fa alcuna differenza.
Se vogliamo proprio fare i pignoli dobbiamo riconoscere che, pur con tutta la roba che Berlusconi possiede, i comici, gli intellettuali, il 95% dei quotidiani e insomma la cultura sono apertamente schierati contro di lui, che pure non è un bifolco rifatto né un rozzo ignorante ed è uno dei pochi politici che si esprime correttamente in lingua italiana. Quantomeno sorprendente poi, il fatto che ci siano dei berlusconiani che la televisione la ignorano (vedi l’infimo sottoscritto) e si ritrovano però puntualmente a dover fare i conti tutti i giorni con amici, colleghi, parenti e affini che fanno all’amore col televisore e si professano tutti regolarmente progressisti o comunque antiberlusca. Alcuni lo sono addirittura senza un motivo che sia uno – o perlomeno, non me l’hanno mai voluto dire - se non per il fatto di essere coinvolti nel bombardamento costante che da quindici anni (quindici anni, ragazzi. Vi rendete conto?) è diretto instancabilmente contro di lui.
Insomma (e sia detto con molta malizia), questi “alcuni” fanno il tifo nella politica come si fa il tifo nello sport. Ovvero, come diceva il grande Guareschi, col fegato e non con il cervello.
Mario Kraus

martedì 29 settembre 2009

Bleccaut

Non tutti avranno la fortuna (o sfortuna, a seconda del lato dal quale si analizza la questione) di ascoltare la radio di domenica mattina dalle 8.45 alle 9.30. Facendo zapping, ci si imbatterà quasi sicuramente in una singolare trasmissione di nome Blackout. Si penserà di essere capitati su Radio Tufello, il cui ultimo programma radiofonico in diretta è datato 1967 (non ricordiamo se prima o dopo Cristo). E' in corso uno sketch, senza un minimo di brio, pathos scenico; la comicità lascia spazio alla banalità che infonde a tratti un senso di compassione all'attenzione di chi è dietro il microfono. Un conduttore che, nello schema moderno di radiofonia, dovrebbe servire da fiera spalla, si limita invece sciorinare una collezione di locuzioni senza fine. E' un fiume di “beh”, “mah”, “ah”, “però”, “ecco”, davvero entusiasmante. Pure il collega al suo fianco, la cui volontà sarebbe – lo speriamo per lui e per Gasparri – quella di imitare Gasparri, si manifesta sciapetto e nemmeno tanto simpatico. La battuta non esce, la risata si spegne in un ghigno che, in talune situazioni, potrebbe essere scambiato per paresi; il ritmo della trasmissione è soporifero, peggio di Radio Long Night (cfr. 610, trasmissione del medesimo palinsesto, tutto un altro mondo, date retta al babbo). Viene quasi da pensare che il canovaccio non esista e che questi due disperati si siano incontrati per caso al primo piano di via Asiago, magari uno in cerca del bagno e l'altro in cerca di un formaggio. Eppure dall'altoparlante ci pare di riconoscere un particolare timbro di voce, quello di un grande artista di teatro, pluripremiato per performance di tutto rispetto sul piccolo e grande schermo. Sì sì, è proprio lui: Neri Marcorè. Lo abbiamo visto recitare in “Un certo Signor G”, qualche mese fa. Spettacolo entusiasmante, in cui l'attore ha tenuto il palco per più di due ore monologando e cantando senza manifestare la più piccola incertezza. Chirurgico nelle battute, spumeggiante, espressivo. Qui neanche per errore. “Forse non riesce ad interiorizzare il suo dolore per la perdita improvvisa del proprio gatto” - pensiamo. Purtroppo la trasmissione, se così la si vuole chiamare, non si rialza neanche col monologo successivo, firmato Simona Marchini, che parla di una storia senza capo né coda, probabilmente scritta dal paroliere di Franceschini. Ma... un attimo... chi è lo speaker? ... La voce è inconfondibile... NO!

Enrico Vaime.
Come per magia, la nebbia si dirada in un baleno e, come in un mosaico della Chicco (a due pezzi), ogni tessera recupera il suo posto a formare un disegno mentale chiaro come la luce. “Ah... ecco perché 'sta trasmissione è 'na rottura de c...”, si sente dal piano di sopra. Evidentemente anche il vicino sta ascoltando Radio2.

domenica 27 settembre 2009

Vita nova

Comunicazione di servizio: viva viva l'olio d'oliva. Trovate nulla di diverso? NO??!
Guardate a sinistra... ora i titoli dei post sono nidificati! “Che fortuna!” - direte, neanche troppo convinti.
Ok, ora guardate più in basso. Vedete una domanda senza senso? Bravi! Quello è un sondaggio!
Ancora più in basso, forza... ooooooooooohhhh... una barra di ricerca, per ricercare tutte le schifezze che scriviamo ogni giorno... UAU!
Eh sì, Informazioni Riservate cambia leggermente la propria veste e, per festeggiare, azzera anche i contatori. In realtà non volevamo azzerarli, non ricordavamo la password del vecchio account. Capita. E' anche sparito un post, quello sulla Timme. Se avremo tempo ve lo riproporremo presto, anche se non vi manderemo un'altra notifica (ve la risparmiamo, per questa volta). Che altro dire? Alla fine di ogni post c'è una sorta di sondaggio sul gradimento dell'articolo. Abbiamo tralasciato pulsanti del tipo “andate a cagare” o roba del genere: non avremmo voluto mandare in overflow il contatore di blogger.

giovedì 24 settembre 2009

Milvio Merlis Cotti - quarta puntata: la sigaretta elettronica

È stato scoperto l’altro ieri che in realtà il vero cognome di Milvio non è quello finora presentato, bensì il cognome doppio che vedete in cima. Fino alla bella età di 25 anni il nostro eroe aveva tenuto il cognome unico, ma poi l’ha diviso in due per motivi fiscali. Oggi, alla passabile età di 27 anni + IVA, Milvio ha inventato la sigaretta elettronica che si ricarica come un cellulare. Con l’occhio della nostra fervida immaginazione malata già ci figuriamo le conseguenze di questa novità: frasi come “Aspetta, ho un’altra sigaretta in linea”, “Che compagnia hai? Io ho la Marlboro. – Ma no, dai, passa a Philip Morris”, “Mandami un SMS via siga” o ancora “Lucky Strike – informazione gratuita: l’utente da lei chiamato in questo momento non sta fumando” diverranno presto familiari come il pane e il burro. Inoltre la gente potrà finalmente fumare anche dalle orecchie (e non dico altro) e cercherà di smettere di telefonare con metodi costosissimi, mentre le persone con l’accendino guasto cercheranno invano di accendere la sigaretta esclamando esasperati “ma è sempre occupato” e via sbarellando.
Mario Kraus

mercoledì 23 settembre 2009

Milvio Merliscotti - terza puntata

Il giorno della partenza Milvio ha salutato la signora in fretta e furia nel primo pomeriggio, lasciandole un DVD con tutta la saga estiva della Tim nel lettore acceso, funzione "repeat" innestata. “A Signo', io vado a trovare mio cugino a Catanzaro Lido. Le ho già preparato la cena per domani." “E ora chi mi aiuta a togliere il costume in lattice se te ne vai via?!”, domanda una voce dalla camera da letto, stranamente molto simile a quella della padrona di casa. Il Signor Orecchie da Mercante esce dalla porta di casa, dopo averla aperta e lasciandola chiusa alla sue spalle: avrebbe avuto qualche problema se non avesse rispettato il giusto ordine. E il trolley? Nessun bisogno: Milvio ha indossato sette paia di mutande convinto che togliendone uno al giorno avrà la biancheria sempre pulita. Forse non tutti sanno che Milvio ha i rasta, ma preferisce non farlo sapere in giro. Glieli ha regalati Pecoraro Scanio per conto di Casarini all'ultima festa dell'Unità in cui partecipava qualche politico vero, circa 8 anni fa. Da allora non li ha mai tolti – e neanche lavati, se è per questo.

venerdì 18 settembre 2009

Suicidio quantistico

Ha ragione chi sostiene che la democrazia italiana è morta e sepolta. Cominciamo seriamente a pensarlo anche noi. Ci hanno convinto: non è possibile, in un regime di democrazia sano, riuscire a schivare una miriade interminabile di processi, seppure basati su questioni verosimili, che direttamente o indirettamente vengono a bussare alla nostra porta senza prendere neanche uno straccio di condanna; non è possibile uscire indenni dal tunnel della giustizia senza passare neanche una notte in cella, in una democrazia degna di essere definita tale. Hai voglia a dire che la fisica quantistica ammette situazioni di questo genere, classificate sotto il nome di “esperienze del suicidio quantistico”. Non ci fregate. La vita di tutti i giorni è regolata dalla fisica Newtoniana, dove vige la legge dei grandi numeri. Ergo: non siamo in una democrazia.
Ma esiste un uomo che riesce puntualmente a togliersi le innumerevoli spine nel fianco la cui cronistoria si perde nella notte dei tempi. Non per ultimo quella dell'agguerrito Presidente dell'Associazione Farabutti Italiani che lo ha querelato per sue recenti dichiarazioni. Di grattacapi ce ne ha, il nostro caro Silvio. Eppure, non sappiamo com'è, casca sempre in piedi e riesce a piegare i sistemi di informazione al suo volere, ricorrendo più volte al gioco sporco. Palese e sfacciato. Durante la trasmissione di Vespa, martedì sera, è riuscito per l'ennesima volta a svicolare, complice la sua nota fama di dittatore, alle numerose finte invettive dei giornalisti, suoi umili servitori invitati spudoratamente senza rispettare il men che minimo equilibrio di pensiero. Al primo che gli chiedeva se esistessero due Berlusconi ha risposto: “Assolutamente no. Forse lei è stato ingannato dal plurale maiestatis”. Al secondo che ambiva ad un parere al vetriolo su Fini, è giunto un secco e distaccato: “Io preferisco i Rana, hanno più ripieno”. Una trasmissione troppo di parte, ai limiti dell'indecenza. Hanno ragione i nostri amici polemizzanti della minoranza comunista. Un no-comment secco sulla scelta degli intervistatori: c'era Sansonetti, noto esponente della destra reazionaria, ed altri due tizi non meglio definiti/bili, uno per giunta autore di numerosi saggi fra cui ricordiamo: “Rauti di' qualcosa di destra” e “Calderoli smettila di fare il pretacchione”. C'erano anche il lupo Mahnnahimher che sciorinava dati copiati pari pari dal telegiornale pomeridiano di tale Fede Emilio, ed il Sindaco dell'Aquila, eletto nelle fila del PDL, in preda ad un attacco acuto di salamelecchi e plausi incondizionati al Premier, attacco sfociato in una dichiarazione d'amore con tanto di fiori e baci perugina. Degna di nota la sconcertante, a tratti suicida, strategia di Mediaset la quale, in barba alla logica commerciale che dovrebbe contraddistinguerla – non fosse altro per i milioni di azionisti che recentemente hanno guadagnato l'1% ad ogni inquadratura delle tette della tettona del Grande Fratello – ha ritenuto necessario stendere un velo di petali di rosa al passaggio (televisivo) del suo proprietario mandando in onda sceneggiati soporiferi come “L'uomo che non fece mai niente”, “L'orologio d'oro caduto nel water sporco” per la serie “alta tensione” ed il documentario “Radiografia di un banale pezzo informe di latta”, trasmesso su Canale 5 e che – fiato alle trombe – ha totalizzato lo 0,04% di share.

giovedì 17 settembre 2009

Milvio Merliscotti - seconda puntata

Una quantità media di persone sa che Ivazza Nicchi, spigolatrice per conto terzi, è da trentadue anni l’amore segreto di Milvio Merliscotti. Proprio per questo Adamo 2000, la rivista per gli uomini che s’interessano di Gossip ma non vogliono farlo sapere in giro (infatti chi ha mai sentito parlare prima d’oggi di Adamo 2000, salvo adesso perché ve l’abbiamo detto noi, altrimenti chi lo sapeva?), le ha dedicato due ore fa un servizio che uscirà anche su Radio Due. Ivazza, chiamata così affettuosamente dai suoi amici siculi sul modello di altri nomi quali Santuzza e Cucuzza, s’incontra spesso con Milvio per dar luogo con costui a convegni amorosi di vario genere (col fischio o senza, a coppie miste, in tram, ecc.), talvolta senza neppure avvertire i parenti. Inventrice del già noto proverbio “Can che abbaia non dorme e non piglia pesci”, gestisce un bar a ore nel vercellese dalle 18 alle 21 e 30. Chi fosse interessato può prenotarsi chiamando il numero della diretta. È gradita la selezione alla porta. Grazie.
Mario Kraus

mercoledì 16 settembre 2009

Milvio Merliscotti

Seguiamo insieme Milvio Merliscotti che da Roma deve andare a trovare il cugino di Catanzaro Lido servendosi di Trenitalia. Al momento il buonuomo abita in un modesto appartamento di 50 mq in via della Bufalotta, quartiere Montesacro - nord-est di Roma. È ospite di una signora sul viale dell'ottantina già percorso a metà ma che non rinuncia al suo status di sex symbol der Tufello periferia. Grazie all'intercessione di Don Tombolo della Parrocchia di San Pancrazio, in cambio dell'espletamento di faccende domestiche standard (manutenzione igienica di tutti i quattro vani di cui l'appartamento è composto, balcone, lettiera del gatto) la vecchietta gli ha concesso in comodato d'uso gratuito l'utilizzo di una stanza. La definizione di "stanza" non rende onore alle stanze di tutto il mondo, considerando quel loculo. E non lo chiamiamo loculo perché non rendere onore ai loculi di tutto il mondo non vorremmo ci si ritorcesse contro. Se ci si ferma superficialmente alle dimensioni AxBxC, effettivamente ci si sta un po' stretti; tenendo presente la completa assenza di mobilia, però, la cameretta appare compatibile con la vita umana. Solo una sedia di legno, deputata a guardaroba, coperta interamente di vestiti, la quale occupa poco più del 25% della superficie calpestabile. Milvio non si lamenta; quel buco gli è più che sufficiente, per come si sono messe le cose ultimamente. È cosciente del fatto che stavolta poteva andargli molto peggio: il Corpo Forestale dal quale era stato assunto come mimo negli anni '80 lo ha licenziato in tronco - e te pareva - per ristrutturazione aziendale, circa due mesi fa; al suo posto è stato messo un muto che a parità di mansione chiedeva la metà. E qui l'accusa secondo cui il Corpo sarebbe stato sempre considerato alla stessa stregua di un ammortizzatore sociale trova terreno fertile. Milvio è diventato fiero sostenitore di tale tesi, provando peraltro a darsi fuoco. Peccato che per ben due volte ha sbagliato indirizzo: una volta si è dato fuoco davanti al Ministero del Tesoro ed il Ministro è stato costretto a dimettersi (ancora si sta chiedendo il perché), la seconda volta si era cosparso di benzina quando era ancora in macchina e poi ha avuto la brillante idea di accendersi una sigaretta. E' diventato una torcia umana e circa un milione di automobili come la sua è stato costretto a rientrare nelle officine per un controllo al sistema di pretensionamento delle cinture di sicurezza. Eh sì, un bel casino ha combinato. [continua]

martedì 15 settembre 2009

Grazie Google

Dobbiamo ringraziare Google - non senza una buona dose di sorpresa da parte nostra -, per non aver cancellato il nostro blog, abbandonato alle ragnatele per circa due anni (nel vostro sistema di riferimento spazio-temporale). E sì che Google ne avrebbe avuto ben donde, data la sequela di sventure di cui è stato reso (o resa) vittima negli ultimi mesi ma di cui siamo venuti a conoscenza in queste ultime ore, dopo aver scaricato le ultime wikinews. Abbiamo letto di dipendenti inghiottiti dal mare, colpiti da malattie incurabili; non per ultimo un tecnico il quale, durante un attacco di narcolessia, è caduto nel frullatore acceso e non ha fatto in tempo a staccare la spina prima che fosse troppo tardi. Anche i server non paiono godere di salute e fortuna migliori. Una settimana fa l'ennesimo blocco del servizio di posta ha lasciato sbigottite le migliaia di utenti desiderosi di leggere l'ultima newsletter sull'estate focosa di Barbara Chiappini. Beh, passi per i dipendenti, ma quello della mancata newsletter è un volontario ed immotivato atto becero nei confronti di brava gente, di un certo livello taluna, che ha scelto di spendere zero euro per avere una casella di posta da sette gigabyte e passa. Non lo possiamo accettare, amici di Google. Ed ora abbeveratevi nel profondo mare dell'incompetenza informatica di cui vi rendete quotidianamente protagonisti. Povera Italia.

domenica 13 settembre 2009

Riflessioni calciologiche

“Più che un campionato è un campiomorto.* Non dico tanto di quest’anno (che è apparentemente ancora incerto) o degli ultimi quattro/cinque, bensì ormai d’un paio di decenni in cui il titolo è preda scontata di tre squadre, un lotto di candidati che si è esteso alla Roma e alla Lazio giusto nell’anno del Giubileo (e qui dico “guarda caso” perché, come sottintendeva un saggio onorevole, a pensar bene si fa un’opera buona, ma a volte si piglia un granchio) per poi restringersi inesorabilmente subito dopo.
Un tempo lo scudetto lo vincevano sì le solite squadre, ma ogni tanto s’inseriva qualche outsider (in italiano “guastafeste”) tipo il Napoli, la Roma, la Fiorentina, la Lazio, la Sampdoria, il Cagliari, il Toro, il Verona. Poi, più o meno al principio degli anni ’90, i mondiali italiani portarono con sé una brutta ventata di megalomania che imperversa tuttora (non solo in ambito calcistico, purtroppo), e da lì in poi il campionato diventò una questione fra squadre a strisce. Conta poco quale sia la meno antipatica tra loro (alla fin fine mi sembra anzi che la spocchia sia equamente divisa in partes tres): senza la possibilità d’un’incognita vincente il campionato
italiano di calcio è un passatempo depressivo, salvo per chi tifa o si convince a tifare per quelli che contano.”
* battuta dell'anno 1995/1996
Mario Kraus

sabato 12 settembre 2009

L'ora della gentilezza

Abbiamo riposto la nostra navicella spaziale. Ci siamo accorti, con nostro grande stupore, che i prezzi sono diminuiti sensibilmente da quando abbiamo issato l'ancora per il nostro rilassante viaggio alla velocità della luce. Alla sosta lunga di Fiumicino siamo riusciti a risparmiare addirittura il 30%, non considerando le numerose ed allettanti offerte che riempivano gli schermi elettronici a scorrimento e di cui abbiamo piacevolmente usufruito. Una recitava così: "Non hai un veicolo da parcheggiare? No problem. Te lo regaliamo noi". Incredibile. Un'ora fa (nel nostro sistema temporale) sul cartellone sarebbe stato scritto: "Il parcheggio non ti serve? Non hai una macchina da parcheggiare? E allora che diavolo ci sei venuto a fare a Fiumicino, morto di fame che non sei altro???". Ma i tempi sono cambiati, apriti cielo: in Italia si inizia a respirare aria di gentilezza e cortesia, come il nostro rude popolo non è mai stato avvezzo, la storia ce lo insegna. "Passa a Vodafone: ti regaliamo due decenni di interurbane no stop e anche la moglie di Totti". Era da tempo immemore che aspettavamo questo momento (non ci riferiamo ad Illari): è stato sufficiente fare un balzo di due soli anni in avanti per trovare un ambiente accogliente ed elevato come un lounge bar di Montecarlo a ridosso del dinner time. Sul tram è capitato di pestare il piede ad un signore che si è scusato: "credo di aver erroneamente messo il piede sotto il suo". Una signora, colpita da un vaso piombato giù dal secondo piano, si è rialzata con un evidente trauma cranico e così ha sentenziato: "l'ho sempre detto che questa diavoleria di gravità ci avrebbe portato allo sfacelo". Beh, questa non è gentilezza, è rincoglionimento.

giovedì 10 settembre 2009

A _ _ I O M _ K E

Mike ci ha lasciato, invece di raddoppiare. Non aveva bisogno di raddoppiare. Ha avuto tutto dalla vita, fra cui l'onore di essere nato artisticamente prima della televisione. E nell'era di Costantino, Daniele, Eusebio ed altri tronisti, che al pari di meteore tornano nell'anonimato prima di presenziare a due serate di fila in discoteca, scusate se è poco. Il padre del quiz lascia un vuoto enorme, sia nelle casse dell'Erario - Tremonti sta già preparando il suicidio -, sia nelle case degli Italiani. Eravamo abituati ai suoi continui esempi di professionalità; non stiamo parlando di quest'ultimo periodo, in cui lo abbiamo visto passare sullo schermo vestito da Re Magio e particella di sodio (non ci crederete ma era proprio lui), anche se non nello stesso spot, grazie a Dio.
Ci piange il cuore di poterlo rivedere solo su Rai Storia; e dispiace soprattutto per il suo figlio adottivo, Fiorello, che a questo punto dovrà fare outing abbandonandosi completamente a Del Noce per poter fare un po' di carriera.

mercoledì 9 settembre 2009

El Pippero

“Evviva l’Italia, evviva la Bulgaria, che ci ha fatto dono del pipppero.” Così cantava (con tre “p”, mi raccomando) il grande Elio e le Storie Tese, che però s’era dimenticato d’aggiungere che la Bulgaria, conforme ai voleri di Pino Pacifico, stasera ci farà anche dono di un autogol, se non di due, per non essere da meno rispetto alla disciplinata Georgia.
Dice: ma perché la Bulgaria dovrebbe dar retta a Pacifico? Ma perché, dopo l’ingresso trionfale di Kaladze nella nostra amata e seguita nazionale, anche qualcuno dei bulgari accarezza lo stesso sogno e il conseguente aumentino di stipendio. Resta solo il dubbio su chi commetterà l’agognata autorete, ma gli accordi dovrebbero essere molto precisi e d’altronde non è un caso che un paio di avversari tra quelli schierati stasera vantino un cognato italiano, giusto per oriundizzarsi e guadagnarsi più agevolmente il passaporto italiano come presto farà anche Amauri.
Mario Kraus

martedì 8 settembre 2009

Ruscello in una stanza

Per cortesia dateci una mano. Genova sta bruciando, centinaia di ettari in fumo. No, no, non è come pensate voi, il problema è un altro: non sono le esalazioni di CO2 che minano la salute della fauna del luogo - umani compresi -, né tantomeno un pezzo di verde che viene distrutto da un alito di vento. E non parliamo neanche del pericolo corso dalla popolazione del luogo; lungi da noi, mica siamo matti. Non ci sogneremmo mai di perderci in dettagli di contorno. La tragedia è che Gino Paoli ha speso 100 euro di acqua. "I pompieri non ce l'avevano, ho dovuto dargliela io". Questo ha dichiarato ieri sera al TG1. "E meco....": un giudizio critico si leverebbe dalla Capitale, riprendendo versi settecenteschi. "Te sta' quasi a brucia' casa, 'sti poracci stanno a rischia' la vita pe sarvatte 'a colleZZione de lombrichi affumicati (prego notare la doppia 'z' che rimanda vagamente a Goldoni) e vai a penza' all'acqua???". Non possiamo dar loro torto stavolta, anche se non siamo soliti abbassarci ad un registro tanto naif. Per farci perdonare quindi, abbiamo deciso di aprire un fondo Paypal, "... La mia stanza non ha più pareti ma... ALBERI..."

lunedì 7 settembre 2009

Il ritorno di Pino Pacifico

“E ha ragione ancora una volta Pino Pacifico, allenatore in incognito della nazionale di calcio sotto il falso nome di Claudio Lippi: proprio vero, gli azzurri e le loro partite fanno a noi lo stesso effetto dei rimproveri di Norma ai goliardi. D’altronde la vasta scelta di ieri sera (Georgia – Italia, San Crepazio – Brindisi e Atletico Durazzo – Cambogia) aveva messo in imbarazzo parecchi spettatori, perennemente indecisi ogniqualvolta che la nazionale italiana decide di fare una partitella e qualche cameraman la riprende. Ma alla fine il 90% di share ha premiato la vittoria inattesa dell’Atletico Durazzo, fatto comprensibile perché, da una parte, l’Italia ha affrontato la Georgia per la quindicesima o la sedicesima volta negli ultimi dieci anni e, dall’altra, il San Crepazio è notoriamente squadra poco combattiva.
Restano un paio di questioncelle da chiarire: dopo quest’incontro Kaladze entrerà a far parte dei bomber della nazionale italiana senza passare dal via? Hai voglia infatti a trovarne altri che segnino due reti in questa squadra; e ancora: in vista dell’interessantissima gara con la Bulgaria, ora che siamo avvertiti, dovremo dedicare a Lippi e ai suoi scagnozzi almeno il pensiero del mattino e della sera (sperando che ci faccia grazia almeno di quello del pomeriggio)? Per concludere: a chi ha sibilato che ci interessano solo i mondiali e le Confederation Cup, ma bisogna prima superare il girone iniziale per arrivarci, diciamo perplessi che in fin dei conti chi gioca le partite (e chi ci guadagna) non siamo noi. E a chi ci ha fatto presente che la Georgia non è il Brasile rispondiamo che la Georgia non è neppure l’Egitto, altrimenti ieri le cose sarebbero andate un tantino diversamente. T’è capì caro Pino?”
Mario Kraus

sabato 5 settembre 2009

Eccoci tornati

E' bastato poco: prendere un razzo, riempirlo di cherosene e gas propano liquido; prendere una navicella, possibilmente rubandola alla NASA (quelle dei Cinesi ve le sconsigliamo in quanto non hanno il marchio IMQ), legare la navicella al razzo con spago abbondante. Posizionare il tutto verticalmente, salire sulla navicella, inserire le chiavi nell'apposito slot, tenere premuto il pedale della frizione e schiacciare il pulsante "start". Segue un'accelerazione piuttosto forte che in genere porta la navicella ad una velocità prossima a quella della luce. Rimanere in questo stato per circa dieci secondi, poi aprire il finestrino e mettere la mano di fuori per far frenare la navicella. Tornare sulla Terra e scendere. Facilissimo. È quello che abbiamo fatto noi. Siamo scesi e con nostro grande stupore ci siamo trovati proiettati nel 2009. Per noi sono passati 10 minuti, per voi circa due anni. Dobbiamo ammettere che abbiamo trovato un ambiente totalmente nuovo: un PD finalmente rinato, il Premier che vuole querelare Topolino, Feltri al posto di Belpietro e Belpietro al posto di Feltri. A nessuno frega più nulla della Nazionale di calcio, Mastella milita nelle liste del PDL (fosse solo per quello potremmo essere benissimo tornati nel passato e non essercene accorti), gli sbarchi dalla Libia sono diminuiti del 90%, gli sbarchi degli Italiani in Libia sono aumentati del 180%, Fini fa il progressista e la Gruber pure, ma su La7 e non al TG1. Insomma, siamo contenti che vi siate divertiti in nostra assenza. Un po' stupiti di questa Job rotation massiva, della cui attuazione credevamo il nostro belpaese non sarebbe stato neanche lontanamente capace. Più che altro, chissà dove saremo finiti noi. Quale è il nostro compito ora? Da quel che abbiamo capito, dai due / tre articoli che abbiamo letto su internet 2.0, l'unico posto al momento vacante è la Direzione de "L'Avvenire". Beh, a dirla tutta, speravamo in qualcosa di meglio. Ma abbiamo saputo che il vecchio Direttore Boffo è stato coinvolto in qualche scandalo ideato ad-hoc e, onde evitare di vedere il suo nome infangato, ha preferito tornare dal suo orsacchiotto pelosone pasticcione di Terni.