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mercoledì 18 settembre 2013

Video m'assaggio

“L'Italia è il paese che amo”, è questo l'incipit del video-messaggio che Amanda Knor* ha registrato e che verrà trasmesso in esclusiva a Quarto Grado, venerdì 20 settembre.
“Mi piacerebbe tornarci; magari stavolta non prenderei casa in affitto ma andrei in albergo. Ma purtroppo una gotta mal curata mi impedisce di tornare nel Belpaese, so sorry”.
Il discorso non fa una piega, anche perché negli Stati Uniti la gotta è una malattia diffusissima**; eppure vi lascerà con l'amaro in bocca.

Eravamo tutti sul chi vive, noi criminologi – già esperti di parbuckling, in attesa che da un momento all'altro se ne uscisse con la scusa della magistratura politicizzata e dei giudici comunisti. A dire il vero, se fosse stata una dritta come si dice in giro, avrebbe giocato d'astuzia sollecitando un processo in trasferta; alla frontiera i giudici sarebbero stati arrestati in quanto comunisti, Rudy CheD'è? sarebbe stato rimesso in libertà ed il quadretto si sarebbe finalmente completato.

* in esclusiva solo su Informazioni Riservate mostriamo l'ultima lettera del cognome, per anni nascosta da X per motivi di privacy
** negli USA l'espressione “I've gotta” è la più utilizzata in assoluto, fonte: Academy of the Bran

Anton Gardner

sabato 7 settembre 2013

Caro Diario

Italia, anno 67 a nova societate condita.

Caro diario,
anche oggi sono andato a scuola ed al mio insegnante n.4, all'ora diversamente-prima (credo in passato si chiamasse “seconda”) è premuto significarmi un suo disappunto, del tutto soggettivo ergo opinabile a piacere, per il fatto di non aver rispettato una concordanza durante il compito di interlingua. Oltre ad avermi comminato un'ammenda di 1,5 Bitcoin, mi ha dato una pacca sulle spalle dicendo che la fortuna non era proprio dalla mia: considerato che le regole si negoziano di giorno in giorno, probabilmente domani sarei stato addirittura premiato in una situazione analoga. Per inciso: la pacca sulle spalle è pratica comune, benché morbosamente tangente all'atto sessuale, utile a scongiurare il rischio di un ingresso trionfale nel circolo diversamente-virtuoso della depressione.
Rincasato a mezzodì-che-non-ha-nulla-da-invidiare-al-dì-intero, con mia enorme sorpresa ho trovato il mio genitore n.1 litigare con il mio genitore n.1. La ragione dell'alterco era da ricercarsi nell'errata compilazione del modulo di adozione di Babby, l'adorata bestiola impostaci dal Ministero delle Attività Canine per contrastare il vergognoso fenomeno delle palette e dei sacchetti per deiezioni, pubblicizzati da sovversivi nei quartieri “difficili”.

Genitore n.1: “Ma porca donna di facili costumi!! Ti avevo detto di firmare nella casella diversamente-prima, non nella prima!”.
Genitore n.1: “Hai ragione, scusami, ma da quando hanno introdotto la denominazione 'genitore n.1' e 'genitore n.1' per non fare torto a nessuno non mi raccapezzo più. Belli i tempi in cui potevamo chiamarci con il nostro vero nome, 'genitore n.1' e 'genitore n.2'...”
Genitore n.1: “Ti ho già invitato a non andare a dire in giro queste cose, non vorrei ti arrestassero per discriminazione. Se ti sentono, sono volatili per diabetici: l'anno scorso se so' bevuti amico n.58-ma-non-perché-sia-inferiore-ad-amico-n.57-né-ad-amico.n.56-né-così-via-fino-ad-amico-n.1, per una cretinata del genere lo hanno messo in gattabuia-ma-senza-nessun-offesa-a-felini-di-qualsivoglia-razza e ci ha passato addirittura 20 giorni; càrcola che non c'era posto e hanno fatto uscire uno stupratore”.
Genitore n.1: “Sì, ma io non ne posso più, e poi per cosa??? Per adottare questo amabile cucciolo che non vogliamo... io sono pure allergica!”
Genitore n.1: “Non possiamo esimerci da questo compito, eppure l'hai studiata educazione civica a scuola, o no?, quindi ora ristampiamo un diversamente-primo modulo e ricominciamo daccapo! E non usare più il femminile! Devi usare il neutro!”
Genitore n.1: “Senti, ma se scappassimo all'estero?...”
Genitore n.1: “Ancora! Non se ne parla proprio, lì hai pure il problema di trovare il modo di spendere i soldi invece di darli interamente allo Stato come facciamo noi. Aggiungeresti preoccupazioni ad altre preoccupazioni”
Genitore n.1: “Io sto impazzendo!!!”
Genitore n.1: “E falla finitaaa!!!”
Genitore n.1: “NOOOO!!!”
Genitore n.1: “AHOOO!! Ma che è 'sta caciara che state a combina'????”
Genitore n.1: “Eccoti! Meno male che sei arrivato! Senti, di' qualcosa a Genitore n.1 che sta a fa' 'na scenata che pareno due!”

Caro diario,
il diverbio fra i miei Genitori n.1 è perdurato per circa due ore, fino a quando è tornato a casa l'ultimo Genitore n.1 ('ultimo' per ordine di apparizione, ovviamente). Con 19 moduli errati-ma-senza-offesa sul tavolo si è comunque ritrovato il bandolo della matassa e Babby è finalmente entrato a far parte della nostra poliamorevole famiglia.

Componente n.1 della prole

giovedì 5 settembre 2013

Sacra Sindrome

Avete passato una vacanza indimenticabile a visitare Paesi più ricchi ed avanzati di noi, tipo le isole Barbados? Avete scalato l'Everest e, giacché vi restava qualche spicciolo di forze, c'è scappata anche un'escursione sull'Everovest (tanto per non far torto a nessuno)? Avete mangiato, bevuto e danzato senza fine nei rinomati locali della riviera umbra? Bene.
Bentornati nella realtà! Se vi conosco bene a quest'ora starete ancora sull'autobus e la vostra fermata è già passata da un pezzo; o forse vi troverete in coda al casello ad inveire contro il nostro premier Henry Colletta per l'aumento del pedaggio.
Se vi sentite preoccupati, anzi, osi per il vostro quotidiano, sappiate è tutta colpa di una sindrome che purtroppo non si chiama "sindrome di chi je rode er chiccherone e spaccherebbe tutto, compreso un televisore in testa alla vecchia de sopra", ma più semplicemente "sindrome di Ulisse".
Proprio come l’eroe della mitologia greca creato da Omero, gli Italiani si sentono smarriti, in balia degli eventi, speranzosi di ritrovare il prima possibile un po’ di tranquillità e serenità, quella che per l’eroe dell’Odissea era la sua terra, Itaca l'Italia.

Soluzioni? A parte la Schoum per il fegato, la possibilità di uscirne vivi sarebbe quella di affrontare l’impatto del rientro con un atteggiamento mentale positivo e propositivo, ad esempio riordinando e riorganizzando lo spazio di lavoro con un tocco personale (bottiglie di vodka melon e riviste a luci rosse assortite potrebbero aiutare), oppure provando a valorizzare gli aspetti divertenti del proprio lavoro, ad esempio: "Che bello, oggi mi mancano SOLO cinquant'anni alla pensione!", "Wow, stamani sulla Tiburtina ho finito l'album 2013 delle bestemmie Panini!", "Finalmente un Sindaco come si deve: Marino ha risolto il problema dei Fori!". Ora speriamo si occupi anche di quello delle buche.

Anton Gardner