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martedì 28 dicembre 2010

Geni alla riscossa

140 anni di Roma Capitale, 19 settembre 2010. Manifestazione al Quirinale. Il traffico proveniente da Via Quattro Novembre viene deviato da una pattuglia di Vigili Urbani in Via Nazionale, su corsia preferenziale. Il rilevatore infrazioni non viene disattivato. Risultato: 85 euro di multa a tutti gli automobilisti che sono passati per Via Quattro Novembre il 19 settembre 2010. Diciamo 3000 (era domenica)? Bene. 3000 Raccomandate (4€*3k = 12000€ di spese spedizione) + 30min*3000 = 1500hrs di fila alle poste per ricevere NON la multa ma un avviso di giacenza; gita al comando locale Polizia Municipale (1h*3k = 3000hrs perse per la pratica, senza contare il carburante speso per gli spostamenti e l'inquinamento prodotto) + le spese e le risorse per gestire i 3000 ricorsi che puntualmente arriveranno al Prefetto. Ricavi per il Comune: 0€. Il tutto perché il GENIO che gestisce i rilevatori di infrazione non si è domandato come mai veniva attivata una procedura di infrazione ogni 5 secondi, il 19 settembre 2010.
Benvenuti in Italia, dove tutti sono responsabili di tutto => nessuno è responsabile di niente.

lunedì 20 dicembre 2010

Vittima del Politically Correct

Forse non lo sapete, ma negli ascensori della metropolitana torinese si discutono argomenti di interesse nazionale tipo l’effettiva e oggettiva bruttezza di Crudelia De Mon (ce li voglio vedere, alla metro di Milano, a parlare di cose simili). Testuale: l’altro giorno una madre con due bambini è salita con me sull’autobus verticale della stazione Bernini e aveva il suo bel daffare a spiegare a uno dei figli com’era fatta Crudelia De Mon. “Ma è vero che Crudelia è una cicciona?” pigolava quello. “No, anzi, è molto magra” si è affrettata a smentire la madre, anche per evitare possibili querele dall’ACI (AssoCiccioni Italiani) che si trova oltretutto nei paraggi e potrebbe sempre piazzare delle spie anche in ascensore. Ma il bambino evidentemente voleva mettere nei pasticci la madre anche con la FederCozze e non si è dato per vinto: “Però è brutta, vero?” Ne è seguito un momento di imbarazzo generale e di angoscioso silenzio, poi la povera genitrice ha cercato di obiettare: “Ecco… Insomma…” ma per fortuna sono intervenuto a risolvere diplomaticamente la situazione: “Beh, diciamo che è un tipo”. E così la signora con figli a carico ha annuito al mio commento e preso trionfalmente la via dei tornelli per fare il biglietto dopo un sospirone di sollievo forza nove.
Mario Kraus

P.S.  Ahò, Gnaggnerox e svedese con cugino austriaco, ma la volete smettere di cianciare dell’Ikea? ‘Sta roba del labirinto non interessa proprio a nessuno, ci sono problemi più importanti da risolvere. Semmai, se proprio dovete parlare dell’ameno supermercato del mobile, occupatevi piuttosto del problema sollevato dal post “Pericolo truffa”. Qualcuno è in grado di dirci se i raggiri nei parcheggi dell’Ikea avvengono ancora? Sono quattro anni che non se ne parla più: magari sarebbe il caso di riaprire una di quelle inchieste “scomode”…

lunedì 13 dicembre 2010

Assenze per malattia

"Preferireste essere schiacciati da uno scavatore o essere licenziati dalla Vostra Azienda?". È questo il quiz natalizio consegnato ai dipendenti del servizio di trasporto pubblico romano; l'obiettivo è quello di ridurre l'organico a livelli accettabili, alla luce delle polemiche scoppiate in seguito alle 24500 assunzioni della scorsa settimana, dovute - secondo un comunicato aziendale - a rimpiazzare le assenze per malattia. "Eppure non c'è stata nessuna partita della Nazionale...", ha commentato ironico ai nostri microfoni Adalvaro Dissipabile, portavoce dell'ACACIA (Associazione Contro le Assunzioni Ingiustificate dell'ATAC). "Anzi, la volete sapere tutta? Secondo noi questa è l'ennesima campagna di assunzioni ingiustificate, effetto di un malcostume dilagante, declinazione mafiosa volta a restituire favori a vassalli e clienti di ogni sorta, tanto pagano i cittadini". "Machessestanventà???" tuona Gustavo Alemanno, 38 anni, "io so' stato assunto da poco come conducente der 60 barato (in foto, una delle vetture luxury dell'avveniristico parco macchine ATAC, N.d.R.). Nun penzo popo de esse stato scerto perché c'ho casuarmente 'o stesso cognome der Zìndoco de Roma, mi' zio. Io so' 'na persona 'n gamba e coretta: fra 'n anno, simmeggìra, pijo pure 'a patente". 

lunedì 6 dicembre 2010

WikiLicks

L'articolo di oggi avrebbe dovuto riportare i risultati del campionato bengalese di morto a galla conclusosi ieri l'altro con la vittoria di un materassino gonfiabile; ma sospendiamo le trasmissioni per affrontare il tema WikiLicks il sito internet che, dopo aver migrato i dati su un server a Tor Bella Monaca (famosa nazione del centro Italia a riparo da qualsiasi tipo di giurisdizione), ha fatto trapelare una verità sconcertante su Pierarmenio Catarro, console per la pronuncia linguistica a Ouagadougou: pare infatti che Pierarmenio, oltre ad aver rubato un sacchetto di pop corn al cinema - reato per il quale nel Paese in cui esercita è prevista la dattilectomia - abbia organizzato numerosi festini a luci rosse nel proprio appartamento. "Siamo davvero stupiti", ha fatto sapere il Segretario UDC (Unione Diplomatici e Cannoli) Ferdinanpiero Casechiuse, "non ci aspettavamo un tale comportamento da Pierarmenio, uomo tutto di un pezzo e campione di virtù nonché di scopone scientifico". Caro signor Segretario, con tutto il rispetto che Le si deve in quanto Controlla-Diplomatici, Le facciamo notare che S.V. avrebbe già dovuto fiutare qualcosa in occasione della XVII Sagra del Tartufo di Ouagadougou quando, durante un'intervista di rito, alla domanda "Sesso:" Catarro ha risposto senza mezzi termini: "Parecchio". L'intervistatore sul palco, incassando il silenzio interrogativo e sconcertato della platea, ha provato a riprendere l'equilibrio specificando: "No, mi perdoni, intendevo dire uomo o donna". Non avendo intuito l'elegante workaround offertogli su un piatto d'argento dal presentatore, il Console ha replicato: "Beh, uomo, donna.. a volte anche cammelli".

mercoledì 1 dicembre 2010

Lettera chiusa a Gnaggnerox

In quanto italo-svedese con cugino austriaco, ho scritto una risposta al Suo articolo del 10 ottobre scorso sull'Ikea che spero trovi accoglimento presso Forum e Blog. Ecchevela:

"Gent. sig. Gnaggnerox (ma un cognome no?), Le scrivo questa mia in risposta alla Sua e in riferimento alla loro. In Sardegna c’è un adagio che recita più o meno così: "Un comune mirto commerciale, 6 euro; per il vero mirto c'è Mastersard". Ora non è certo il caso che Le spieghi che il mirto è una specialità di quella regione, così come la bagna caoda lo è per il Piemonte e la crisi intermittente della monnezza per la Campania. In Svezia usiamo invece i supermercati del mobile-labirinto: sbaglia infattoli chi afferma che il nostro sport nazionale sia il calcio. Quando uno svedese non ha un krisprolls da fare, si reca all'Ikea con la ferma intenzione di passarci almeno un paio di giorni. Non perché si appassioni particolarmente alla merce, ma perché dopo non sa più come uscire. Tant'è che, come durata, il nostro sport è secondo solo al cricket anche se non altrettanto popolare, e poco importa se all'ingresso di ogni mobilificio sono disponibili mappe dettagliate per i clienti, noi ci divertiamo a metterle in tasca e a girare come ossessi per le nostre regolamentari 24-36 ore, tanto fuori fa pure freddo.
Caro Gnaggny, Lei mi capisce: togliere alle Ikee svedesi, italiane e di altre etnie il loro carattere labirintico equivarrebbe a snaturarle e a privare la Grande Zia Svezia di una delle sue attrattive più accattivanti che, non fo per dire, oltre ad essere stata felicemente esportata contribuisce anche a incentivare l’amore litigarello e questo mi pare un vantaggio non da poco.”
Marius Kraussen

sabato 27 novembre 2010

Re: Mezze Stagioni

Nota a margine dell'ultimo post.

Gli alieni hanno rassicurato i terrestri: "Tranquilli, non ce ne scordiamo. Il guaio è che il 21 dicembre 2012 avremmo un impegno. E poi c'è pure Natale". Gli scienziati in contatto con loro hanno risposto: "Ah, allora pure voi festeggiate il Natale!" "No" han replicato gli alieni "intendevamo dire che dopo c'è Natale Xyzzapwyrti che ci ha invitato nel suo modulo spaziale per una settimana lattea." "Vabbè, però per Capodanno ci sarete". "Non ci siamo capiti: la nostra settimana lattea dura più o meno sedicimila dei vostri anni". "Seeh, vabbè, l'hai bell'e vista la fine der monno co' questi!".

Mario Kraus

martedì 23 novembre 2010

Mezze stagioni

Se qualcuno di voi ha già indossato gli scarponi da neve per giocare d'anticipo sull'ondata di freddo prevista nei prossimi giorni, è evidentemente ignaro delle notizie sconcertanti apparse in rete in questi ultimi giorni. Sì, altro che Ruby: qui a parlare è Joe Bastardi, uno dei più prezzolati meteorologi americani. In questo video espone la propria tesi catastrofica (ne avevamo davvero bisogno in un periodo roseo come quello che stiamo vivendo), secondo la quale dal 2013 si registrerà un calo sensibile delle temperature invernali paragonabile a quello manifestatosi nel corso dell'ultima era glaciale. Gli fa eco il collega italico Ermanno Stronzi, che rincara la dose nel suo ultimo saggio "Cazzo ridi?", pubblicato da Oldton: oltre alla glaciazione, assisteremo a terremoti, tsunami, precipitazioni, esondazioni, inondazioni, eruzioni, irruzioni, elezioni e così via discorrendo; sempre che gli alieni si scordino del 21 dicembre 2012 (alla Sisal l'evento viene pagato meno che lo scudetto alla Lazio). Che le mezze stagioni non esistessero più non serviva ce lo venissero a ricordare i signori Bastardi e Stronzi: è oramai fatto noto che l'Invè, la Primavè, l'Està e l'Autù hanno lasciato il passo alle omologhe moderne - fatta eccezione per la provincia di Ancona.

martedì 16 novembre 2010

Coppie ben assortite

Si dà ormai per scontato che il famoso detto “in amore gli opposti si attraggono” sia un luogo comune, al punto che lo è anche dire “ormai è dato per scontato che il famoso detto ‘in amore gli opposti si attraggono’ è un luogo comune”. Eppure un recente studio del dott. Olshki-Caruso dell’Università di Taranto dimostra che le coppie meglio assortite sono proprio quelle che presentano caratteristiche contrarie: “Se prendiamo per esempio un masochista e una sadica” spiega il dott. Olshki-Caruso “non potremmo immaginarci un’intesa migliore: lui ha tutto quello che vuole lei e viceversa. Pensate invece a due masochisti che si mettono insieme. Figuratevi i litigi: “Ma la frusta non la dovevi portare tu?” “No, no, dovevi portarla tu” “Ti sbagli, io dovevo portare le catene” “No, quelle le ho prese io” “Ma queste sono catene da neve, cretino che non sei altro” “Aaah… sì… aaah… dài, ancora, sì, insultamiiiih” “Uff, ma non intendevo cretino in quel senso!”.
Mario Kraus

lunedì 8 novembre 2010

La Giostra dei Gol

Nemo propheta in patria, diceva il pesce della Pixar.
Per anni ci siamo battuti per il calcio libero, anche se di calcio non ce ne può fregare di meno. A dirla tutta, non ci siamo nemmeno mai battuti, tanto sappiamo emozionarci di più per la riproduzione del Big Bang che per un cucchiaio di Totti (nessuno è perfetto) però ne facciamo una questione di principio.
In Italia, infatti, per potersi godere le partite della propria squadra del cuore si hanno quattro comode opzioni:
  • Pagare l'abbonamento a Sky (40 euri e passa al mese)
  • Pagare l'abbonamento a Mediaset Premium (che costa un po' meno di Sky e ti da - fiato alle trombe - addirittura il Grande Fratello!)
  • Recarsi allo stadio e prendere una fraccata di botte
  • Andare oltre il confine italiano e sintonizzarsi su Rai Internazionale.
Già, perché non tutti sanno che Rai Internazionale trasmette le partite di calcio di serie A in chiaro, senza far spendere un solo centesimo a chi si trova fuori dal Belpaese. A noi invece restano le briciole: Ventura, Caputi e Galeazzi che si gustano beatamente la partita e i 180 euri l'anno che siamo costretti a sborsare. Meglio guardare il Big Bang, anche se con gli occhiali da sole: almeno quello è gratis.

mercoledì 3 novembre 2010

Il piacere del sgnapa sgnupa

Sgnapa sgnupa in piemontese significa sfogo euforico o euforia. Un piacere fisico e metafisico superato solo da quello sessuale, un rigirarsi e un ripiegarsi beato del godimento su se stesso, una gioia extrasensoriale che i sensi avvertono benissimo e la testa fa rifluire al corpo.

Altro che il gallo goduto della Clerici: l’altro giorno mi sono riavvoltolato anch’io nella frenesia generosa e sovrabbondante di questa emozione genuinamente allobroga; era il sabato pomeriggio e stavo dormendo quando mi è arrivata in sogno l’immagine saettante e sgnapasgnupòira di me stesso. Mi trovo nel punto più malfamato di Torino, la pittoresca (per gli stranieri) e infernale (per noi) Porta Palazzo, e mi sto rotolando per terra, saltando, ballando, senza tregua. Dovrei sentirmi malissimo e invece il contatto con la terra è morbido, godevolissimo; corro il rischio di essere derubato, malmenato, scippato, grassato e gambizzato in media una volta ogni tre secondi, ma non me ne frega niente, le mie orecchie e tutto il resto del mondo sono letteralmente in estasi perché, qualche scalino più sotto, c’è un clavicembalista che sta suonando e sullo strumento sta triturando cascate di note da maestro: non ci fa scivolare le dita, ce le fa ricamare sopra; non sta eseguendo una fuga, la sta folleggiando, la sta scintillando (avete presente quando uno “esce” il cane? Ecco, quello “scintillava la fuga”), rendeva transitivi i verbi intransitivi, ci ballava sopra anche lui e ci pigliava pure la percentuale.
Lo accompagno con la parola magica che suggella l’incantesimo, “Sgnapa sgnupa, sgnapa sgnupa, sgnapa sgnupa” (a volte anche “sgnupa sgnapa sgnupa sgnapa ecc.”, perché la formula è invertibile), e la sensazione che si sprigiona da questo incanto musical-cosmico è ravvivante, rigogliosa, una cosa talmente fuori dal mondo che ti saluto i karma e i chakra e tutte le fantasie indiofile e filobuddiste e le droghe leggere, medie e pesanti con cui i nuovi credenti di oggi ci ammorbano l’esistenza. In quel sogno catartizzante Porta Palazzo sembrava un angolo di Napoli milionaria, un anfratto di Baghdad de ‘na vorta in festa, il ritorno sulla Terra a grande richiesta del Paradiso Terrestre. Tutto questo poi è crollato in una baldoria di cristalli di ghiaccio nel momento in cui uno stramaledetto telefono ha squillato per venderci l’abbonamento di “Cucina amica” (sì, amica una sega) e puntualmente mi ha svegliato.
Naturalmente i piemontesi doc (ce ne sono ancora? Make you hear yourself, please) salteranno su a dirmi che sgnapa sgnupa non è piemontese e non vuol dire euforia, almeno nella loro lingua. Ma ël sgnapa sgnupa, superato solo dal ciapa ciupa, è davvero fenomenale.
Mario Kraus

mercoledì 27 ottobre 2010

Re: Utility

Non nascondo il mio entusiasmo per questi ritrovati della tecnica: ho già comprato Pacman & Robin (al posto di Fifa 2011, che avevo originariamente intenzione di acquistare) e devo dire che è forte da matti: la vera novità è che lo scopo del gioco è non farsi mangiare da Pacman, il quale tra l'altro viene spesso distratto da uno strano felino che canta "Mi chiamo Pillola, sono un gattino ecc." (e subito dopo viene puntualmente divorato; va detto che nel gioco Pacman non risponde mai al cellulare).
Tutto regolare per quanto riguarda il prodotto della DelicatyssenKrupp: ieri è naturalmente intervenuto nel merito Gnaggnerox. Oltre a richiedere la biologicità dei biscotti, il celebre miglioratore dell'Ikea ha preteso che fossero compatibili con l'iCake ("il biscotto e il pan di spagna si possono mangiare insieme oppure dopo è obbligatorio il Gransolèi per favorire la digestione?").
Per finire, il gabinetto virtuale è stato annunciato anche in versione poltroncina (ne aveva un gran bisogno - in tutti i sensi - Mario Glatt, quando l'altro giorno è andato ad assistere al concerto dell'orchestra Suzuki e il freddo intenso ha avuto un brutto effetto su di lui, ndr).
Mario Kraus

martedì 26 ottobre 2010

Utility

Fatta eccezione per la Cina che, per la prima volta nella propria storia, ha registrato un incremento nel PIL addirittura superiore a quello delle condanne a morte eseguite, la crisi economica sta imperversando in lungo, in largo e in profondo. Il baratro nel quale è precipitato il mercato ha costretto numerose Aziende a rivedere la propria mission e a diversificare l'offerta ai clienti. La DelicatyssenKrupp (spin off del famoso colosso metallurgico), ad esempio, propone da qualche mese biscotti più morbidi e masticabili di quelli dell'Ikea, i quali di rimando hanno acquisito una notevole importanza come unità di misura di peso per le stelle di neutroni. Apple e Mulino Bianco hanno lanciato sul mercato l'iCake, un'utilissima agenda elettronica ricoperta di pan di spagna ed inzuppata in una gelatina appiccicosa che rende il congegno attaccabile a qualsiasi superficie. La Warner Bros, dal canto suo, ha collaborato con l'EA Sports per produrre un videogioco dal nome Pacman & Robin, in cui, al pipistrello che risolve i problemi proiettando un simbolo satanico in cielo, è stata sostituita una più simpatica e funzionale palla gialla che ingurgita tutto quel che trova dinanzi a sé. Last but not least, la Microsoft ha aperto i propri codici alla Ideal Standard, implementando un gabinetto virtuale (vedi foto) che può risultare particolarmente comodo quando la natura chiama ma non ci si vuole allontanare dalla scrivania.

lunedì 18 ottobre 2010

Applausi Ironici

(http://www.youtube.com/watch?v=nDRDj5rOFbk, cfr. il 2° minuto a partire da 2:08).

Più del quindicesimo di partita giocata e delle contestazioni della tifoseria in tumultuosa trasferta, di Italia-Serbia mi è rimasto impresso il commento dei nostri telecronisti quando i giocatori balcanici han tentato di calmare i loro sostenitori applaudendoli. Lasciando da parte il segno delle tre dita, che non simboleggiava lo 0-3 a tavolino temuto dai serbi e volutissimo dagli italiani, sono trasecolato sentendo parlare i cantafavole italiani di “applausi ironici” nei confronti dei tifosi già inferociti per conto loro e anche per colpa della squadra che aveva appena perso con l’Estonia, un’impresa che non era riuscita neppure all’Italia.
Se davvero Stankovic e compagnia calcistica avessero applaudito ironicamente gli ultras al seguito, al ritorno in patria non avrebbero fatto in tempo a vedere neppure la S del cartello “Serbia”: sarebbero stati massacrati prima dall’allegra brigata di Bogdanov. Applausi ironici: figurarsi… E che dire delle ripetute rassicurazioni del tipo “i tifosi serbi non ce l’hanno con noi” e via tranquillizzando? Chissà come mai, nel loro spicchio di curva campeggiava chiaro e visibilissimo uno striscione con su scritto “Vaffanculo”. Strana coincidenza: visto che non era rivolto a noi, si vede che l’insulto dev’essere uguale sia in serbo che in italiano. Quanto alle manifestazioni infantili di stupore da parte di Mazzocchi e soci perché un pompiere era sopraggiunto sul luogo del delitto con un idrante (“Sono entrati gli idranti, arrivano gli idranti!!!” manco fosse piombato lì con un mitra sparando alla cieca), meglio non soffermarsi.
La TV di Stato conferma una volta di più di trovarsi in un anno di grazia: abbiamo già digerito con molta fatica la scomparsa di due terzi dei mondiali dai nostri televisori (ci siamo persi Ghana-Uruguay e Inghilterra-Germania, giusto per ricordarne un paio, ma in compenso ci han fatto vedere il concerto di Shakira alla vigilia del torneo, so’ soddisfazioni), hanno mandato i cronisti in Sudafrica con tanto di studio sul posto mentre quelli tedeschi trasmettevano più modestamente da casa, ci sorbiamo splendide trasmissioni ricche di pathos tipo “Ti lascio una canzone”, ci becchiamo le televendite nelle trasmissioni e gli spot pubblicitari piazzati nel bel mezzo dei film (e poi si diceva che “non si interrompe un’emozione” per dare addosso a Mediaset), ma bisognava approfittare di un’occasione come questa per far risaltare l’acume di commentatori arcipagati per descrivere e talvolta falsare quello che vediamo benissimo da soli. Conclusione: gli applausi ironici facciamoli alla Rai.
Mario Kraus

P.S. Sulla tifoseria serba e sul suo comportamento riporto quel che scrive Manlio Collino, un grande giornalista italiano, sul suo blog:

Il destino burlone ha voluto che oggi, nello stesso giorno in cui dilagava sui media lo sdegno per la violenza dei tifosi serbi che hanno “devastato Genova” e impedito lo svolgimento di Italia-Serbia, il giurista Zagrebelsky scrivesse su La Stampa (nell’ambito della settimana dedicata a Norberto Bobbio e al suo “Elogio della mitezza”) che superato il limite, miti o non miti che si sia, si deve cessare di subire e passare all’azione perché “quando la società si fa violenta, quando la politica si alimenta di questa violenza e a sua volta l’alimenta creando divisioni, esclusioni, inimicizie, ingiustizie, sopraffazione e paura, anche i miti non disdegneranno di uscire dalla loro indole profonda e indossare quella dei loro nemici, e quando ciò accadrà, bisognerà temere l’ira dei miti”
Sdoganata l’ira, un vizio capitale? Macché vizio: L’Avvenire, riprendendo quanto ha scritto padre Cucci sull’ultimo numero di Civiltà Cattolica, dice oggi: «L’ira non è di per sé negativa: se il fine e i mezzi da essa perseguiti sono buoni, può diventare un sostegno prezioso per compiere il bene, anzi, in alcune circostanze e per gravi motivi adirarsi diventa cosa giusta e doverosa». Secondo il teologo gesuita, l’ira andrebbe riscoperta come virtù da praticare per «intervenire sulla situazione e cambiarla». Sia per i laici che per i religiosi, dunque, l’ira è doverosa perché aiuta a cambiare le situazioni.
Ma allora è “giusta e doverosa” anche l’ira degli hooligans nazionalisti serbi! Li aiuta a cambiare una situazione: non vogliono l’entrata della Serbia nella UE! Sotto la violenza esibita a Genova c’è una frustrazione ideologica pari a quella dei rossi che misero a ferro e fuoco, durante il G8 del 2001, la stessa città.
Perché dunque i serbi di ieri ci vengono presentati come delinquenti e i compagni del 2001 come eroi? Perché i primi li si demonizza e i secondi li si esalta al punto da dedicare una sala del Parlamento al loro “caduto” Giuliani e nominare sua madre senatrice nelle file di Rifondazione Comunista?
Oggi tutti strillano che “i nazionalisti serbi hanno ottenuto con la violenza la visibilità mediatica che cercavano, alle spese del calcio”. Ma perché il calcio dovrebbe essere immune da quanto succede a strade, autostrade, ferrovie, porti e aereoporti italiani, quasi tutti i giorni, e da più di mezzo secolo? Perché la frustrazione serba (l’80% del territorio jugoslavo tolto a Belgrado con la connivenza dell’Europa, una guerra devastante – e squilibrata – subita da parte della Nato, con bombardamenti anche italiani, l’economia strangolata dalle sanzioni…) che ha bloccato la partita rovinando la festa a qualche famigliola genovese (si cita sempre i bambini, quando si denuncia la “violenza negli stadi”) deve valere meno di quella dei pastori sardi che quest’estate bloccavano porti ed aereoporti o degli operai di Termini che bloccavano ferrovie e autostrade, rovinando le ferie di migliaia di famiglie e il portafogli di chi transitava di lì per lavoro?
La risposta è semplice: la parola nazionalismo è al bando. Chi lotta per la patria, chi s’incazza perché gli han portato via del territorio, è un pericoloso nazionalista-leghista xenofobo. A meno che sia palestinese o afghano.
Manlio Collino

domenica 10 ottobre 2010

Quegli strani visitatori dell'Ikea

Negli archivi dell’Ikea è comparsa di recente una lettera scritta da tale Gnaggnerox (firma che la dice già lunga sulla sanità mentale dell’autore della missiva) in cui, a fronte della richiesta di suggerimenti per migliorare l’ormai celeberrimo supermarket del mobile automontabile, lo scrivente elargiva consigli preziosi. Tra questi, quello di aggiungere gli spaghetti biologici sul menù del bar-ristorante all’ingresso. “Visto che sono già previste le polpette svedesi biologiche, perché non fare 31?” Un’altra dritta gentilmente fornita da Gnaggny, che però merita maggiore attenzione, consisterebbe nel permettere a un disgraziato di raggiungere l’uscita dell’Ikea in meno di 4 ore, tempo minimo utile (e siamo ottimisti) per guadagnare la porta di accesso all’aria aperta nonostante le mappe che si trovano in quantità abbondante all’ingresso.

E qui il nostro eroe ha perfettamente ragione: i clienti ikeani sembrano piuttosto delle anime in pena che si aggirano senza sosta e senza meta. Ne ho visto uno (ero io) chiedere in preda a cupa disperazione a una commessa di spiegargli come uscire da quel labirinto in quanto “aveva un appuntamento con suo cognato”. Amene coppiette di fidanzati si davano di rimbambito a vicenda perché, dopo due ore di vane ricerche, erano ancora al secondo piano dell’immenso mercatone malgrado si trovassero in ogni dove cartelli recanti la scritta “USCITA”; padri e figli in conflitto generazionale e aziendale aggravavano dissidi e contrasti preesistenti, torme di avvocati divorzisti si fregavano le mani di fronte agli scoppiettanti litigi tra mogli e mariti che ivi vagabondavano in vacanza premio. Salviamo un mondo dalle grinfie di Forum e trasmissioni affini concorrenti, aiutiamo la clientela dell’Ikea.
Gnaggnerox

giovedì 7 ottobre 2010

I denti kit

Pubblichiamo in anteprima l'identikit che le forze dell'ordine hanno costruito grazie alle meticolose indicazioni fornite loro dal Direttore di testata Maurizio Belpietro, vittima di un clamoroso attentato la scorsa settimana. Nonostante l'immagine appaia poco chiara, Belpietro racconta di aver sorpreso l'aspirante assassino brandire un arrosticino di pecora appuntito ed inveire contro di lui, in una lingua non meglio identificata. Dai primi rilievi, gli inquirenti pare stiano prediligendo la pista dei terroristi klingon, ma preferiscono mantenere il riserbo sulle indagini.

domenica 3 ottobre 2010

Niente paura

Il Deficiens Moto Contest si è svolto senza mietere vittime, né fra i lobotomizzati con la moto, né sulle gradinate. Avevamo un invito anche noi, ma abbiamo preferito declinare gentilmente. Innanzitutto perché secondo noi non ha senso buttare 50 euro per vedere evoluzioni motociclistiche da stuntman quando è sufficiente andare a farsi un giro gratis (ancora per poco) sulla Roma-Fiumicino la domenica notte; in secundis, ma non per importanza, la tetralogia di Final Desination non aiuta a rendere spensierata una serata del genere.
Qualche anno fa, quando la tetralogia era ancora una trilogia e nessuno sentiva il bisogno di una tetralogia, durante l'intervallo delle partite di pallacanestro della Pompea Roma venivano lanciati dei pacchi di calze sul pubblico. Da quando la Pompea Roma ha cambiato nome ed è diventata Aeroporti di Roma, abbiamo disdetto il nostro abbonamento. Non si sa mai.

martedì 28 settembre 2010

Cotton Fioc: alcune domande

Hai un cotton fioc da prestarmi?

Ormai il cotton fioc ha sfondato, bisogna dirlo: il bastoncino dell’amore sta sconvolgendo anche le abitudini degli italiani e domande come “Hai un cotton fioc da prestarmi” non sono più innocenti come un tempo.

Anche se le recenti scoperte di cui siete venuti a conoscenza su questo blog sono indubbiamente sensazionali, a volte non tutto va come dovrebbe andare: c’è chi infatti si è lamentato perché non solo non ha sentito niente durante l’applicazione del cotton fioc, ma non ci sente più nemmeno dopo perché il cerume, premuto a più riprese dal presunto strumento di piacere, gli si era addensato in fondo alle orecchie. Lo scandalo non ha tardato a esplodere in tutto il suo clamore; tant’è vero che, il giorno dopo il 5-0 azzurro sulle Far Oer, sono comparsi titoli allarmanti su giornali che normalmente non si occupano di questi temi: Tuttosport, per esempio, ignorava bellamente la sonante vittoria italiana e se ne usciva col titolo “Il cerume batte l’amore due a zero”.
Mario Kraus

venerdì 24 settembre 2010

Deficiens Moto Contest

Fra qualche giorno si svolgerà a Roma il Deficiens Moto Contest. Per gli anglofobici, una piacevole serata in cui centauri lobotomizzati, durante una normale passeggiata a 200 chilometri orari, trovano sulla loro strada una simpatica pedana posizionata poco prima di 20 autobus messi in fila. I cerebrolesi, piuttosto che aggirare la fila di autobus come farebbe una persona con tutte le rotelle a posto, decidono di prendere la strada più breve e vengono lanciati ad un'altezza di 30 metri. Quando atterrano, incredibilmente sulle ruote e non sulla testa, hanno pure trovato il tempo di scendere e risalire in sella, girare il manubrio di 180 gradi, controllare l'olio, spolverare la marmitta con la pelle di daino e parlare col loro amico immaginario.
La manifestazione non è sponsorizzata da un'Azienda di superalcolici, come potrebbe desumersi dal tono della serata, tanto meno dalla Sisal (“è più facile fare sei al Superenalotto che chiudere la serata al ristorante e non al cimitero”), ma dalla conosciutissima Redbull, che anzi dovrebbe aumentare la lucidità e cancellare istantaneamente i sintomi di una sbornia.
Ma sembra che l'Organizzazione creda che la legge 626 sia solo la quarantesima legge prima di quella più famosa, promulgata direttamente dal diavolo - che però non ha dovuto chiedere la fiducia.
Ricordiamo di aver letto su qualche sito che l'anno scorso un pilota si è lamentato del Long Island troppo alcolico servitogli poco prima dello showtime e ha ricevuto in tutta risposta una correzione col centerbe. Al momento del salto, invece di salire sulla pedana opportunamente segnalata con fiaccole, ha imboccato la statale attigua – le fiaccole erano anche là: lo hanno ritrovato tre giorni dopo con la testa infilata nel tubo di scappamento di un pullman della linea Ponte Mammolo – Valmontone parcheggiato nel deposito Cotral di Grotta Rossa.
Dopo una settimana hanno ritrovato il secondo, che era andato a cercare il collega, questa volta appeso ad un riflettore dello Stadio Olimpico. La manifestazione si svolgeva a Bologna in occasione del rave onanista dei Mano Wars.

martedì 21 settembre 2010

Attenti al Maiale

Nel post di oggi facciamo una breve deviazione, come quando stiamo andando sulle Dolomiti e ci viene improvvisamente voglia di una foto sotto alla Sfinge, a chi non è mai capitato almeno una volta.

Parliamo di libri.

Considerarlo un terreno minato sarebbe un eufemismo, e vi confessiamo di provare un certo timore reverenziale per la letteratura in genere. Con il nostro gesto infatti non vorremmo metterci in competizione con gli inarrivabili guru della critica letteraria, Fabio Volo e Topo Gigio per citarne alcuni, eppure, nel nostro piccolo, vorremmo poter dire la nostra.
Ci piange il cuore (abbiamo la camicia bagnata di lacrime) per aver perso l'occasione di recensire a loro tempo i capolavori di Faletti; abbiamo perso il sonno per due settimane. Per rifarci del fatale errore che non ci ha consentito di concorrere per il Pulitzer, abbiamo pubblicizzato in anteprima mondiale il nuovo thriller di Cristina del Grande Fratello. Ancora non sappiamo con precisione quando uscirà, né se Cristina del Grande Fratello scriverà mai un thriller, tanto meno se a Cristina capiterà mai di mettere una parola dopo l'altra senza inciampare in qualche sfondone. Fatto sta che, dal nostro articolo (di cui è andata persa ogni traccia), si è sollevato un vespaio che però, in fondo, ha nociuto più ai nostri stessi detrattori.

Forti del successo riscosso in passato, stavolta è nostro immenso piacere portare sotto la luce dei riflettori lo scrittore rivelazione del 2010, l'autore che ha fatto parlare di sé in lungo, in largo ed in profondo; scandalistico, riflessivo, intellettualoide con un certo retrogusto fruttato: Everaldo Maiale.

Fino a qualche mese fa, decanta l'Avverso-Aceti, Maiale era il più importante scrittore del suo pianerottolo, e già questo era un ottimo risultato. Assiduo frequentatore del circolo bocciofilo "Jessica Rizzo" di Roccacannuccia, non faceva mai una partita, destando i sospetti degli arzilli vecchietti. Insomma, un'esistenza del tutto normale, almeno fino all'uscita del suo primo libro autobiografico dal titolo "Gli occhi sono lo speck dell'anima", che lo ha proiettato sulla scena letteraria italiana.
Grazie alla sponsorizzazione della sinistra illuminata – tanto per intenderci la stessa che ha dato una spinta ai fratelli Muccino, a mezza Melevisione e, secondo talune fonti, anche a Dodò - la risposta dei lettori non è stata entusiasmante, anzi a tratti freddina: secondo un sondaggio ANSIA, il 90% dei volumi venduti nel 2009 è stato utilizzato per correggere il rinomato problema di statica dei tavoli Stokkensvalborg, di cui per ragioni legali non possiamo menzionare il produttore.

Ma la notorietà del Maiale, per cui la critica ha assegnato all'autore le tanto agognate quattro palle di pubblico (benché, a pensarci bene, per i libri non abbia molto senso), è giunta inattesa nel primo trimestre 2010 con la pubblicazione della collana "Grazie Arcangelo", che vanta ad oggi opere di un certo calibro come l'introspezione filosofica "Dammi i documenti e ti dirò chi sei" nonché il documentario di guerra "Tre mitra sopra il Celio". È di luglio di quest'anno il manuale estivo "Come far colpo su una tredicenne", il quale ha attirato però feroci critiche dagli  ambienti ecclesiastici, a dirla tutta già indispettiti da tempo per il titolo della collana; i porporati più illustri non hanno manifestato alcuna remora nel bollare l'opera come il vergognoso manifesto di un gerontofilo.

Insomma, la carriera di Everaldo Maiale non la si può definire propriamente una partita a Mahjongg; pur tuttavia crediamo che lo scrittore abbia centrato appieno il fulcro del ragionamento che si trova alla base del successo: l'importante è far parlare di sé, non importa se bene o male. Non per ultimo il plagio perpetrato ai suoi danni da Lady Cacca, cantante americana attualmente sulla cresta dell'onda, nel suo nuovo singolo dal titolo: "Don't call my name, Everaldo."

venerdì 17 settembre 2010

Vuvusettete

Ringraziamo Mamma Slovacchia. Mi direte: “Cosa?” Sì, sì, ringraziamola: pensate un secondo alla vuvuzela. Pensato? Bene. Pensate ora se gli azzurri si fossero qualificati agli ottavi. L’Italia gioca contro l’Olanda e, ormai ringalluzzita dallo scampato pericolo (e dal culo di Lippi in rialzo sui mercati mondiali), passa inopinatamente il turno. Va ai quarti e ci trova il Brasile che, pur passando subito in vantaggio, scompare nella ripresa. L’Italia è lanciata e, dopo un inizio all’insegna di un lieve e cauto sbandamento, ne approfitta segnando due reti che chiudono la partita, poi semifinaleggia con l’Uruguay tra l’entusiasmo generale e non può certo permettersi il lusso di mollare proprio ora. Le vuvuzela ormai strombazzano in centro attorno ai maxischermi, il vostro vicino di casa ha cominciato a prenderci gusto e poi, convinto dalle insistenze del figlioletto, si è procurato un esemplare di quello strumento ronzante, ma lui e il marmocchio aspettano a suonarlo per scaramanzia.
L’Italia smantella l’Uruguay con un categorico 3-1 e la finale le spalanca le sue porte per un’appassionante rivincita con la Spagna. Le furie rosse non sono più la squadra spettacolare di due anni prima e si vede: solo la prudenza impedisce agli azzurri di vincere già nei tempi regolamentari. A una decina di minuti dai rigori arriva comunque la rete decisiva degli azzurri su calcio d’angolo (proprio quel calcio d’angolo che l’arbitro non concesse nella brutta finale con l’Olanda che ci siamo sorbiti un paio di mesi fa). È finita: da lì in poi la moda della vuvuzela contagia anche vostra suocera e gli altri vicini. Il cortile diventa un putiferio assordante. Il frastuono non accenna a ridursi nei giorni seguenti e non si può più star tranquilli neppure in ufficio: persino il direttore generale strombazza senza ritegno a perenne ricordo dell’insperata vittoria azzurra. Già quella del 2006 aveva meravigliato non poco il pubblico più fiducioso, figurarsi questo bis che ricorda pure nei dettagli la partenza mogia dell’82 e poi la rinascita. Voi però non ce la fate più: non c’è pace tra i nuovi ulivi, non potete farvi una dormita perché le vuvuzelas vi rintronano anche nelle ore più quiete della giornata e della nottata, il vicino ha ormai noleggiato un’orchestra a tempo pieno e voi avreste l’intenzione di seguire le orme di una romantica coppietta di Erba quando improvvisamente vi svegliate, fate mente locale un secondo e poi, rasserenati, bisbigliate all’Italia e al Mondo: grazie Slovacchia, no alle vuvuzelas.
Mario Kraus

martedì 14 settembre 2010

Notti magiche

La classifica 2009 stilata dalla Federazione Italiana Condomini Associati sul tema "Chi vorresti uccidere dopo i Teletubbies e i treni parlanti di Italia 1 (solo morte lenta e dolorosa)?" ha visto trionfare la figura del vicino di casa. Ebbene, la classifica è uscita in tempi non sospetti, pochi mesi prima dall'ultima geniale offerta in campo energetico che Enel ha proposto, o meglio imposto ai propri clienti al fine di adeguarsi alle direttive UE. Per chi si fosse sintonizzato solo ora, la direttive della UE sono delle leggi che escono con la stessa frequenza delle estrazioni del superenalotto ed il cui obiettivo è quello di mettere al bando ogni cosa che abbia a che fare con l'Italia. Esatto, stiamo parlando degli stessi signori che, svariati mesi or sono, hanno dichiarato fuorilegge la mortadella e la nutella, e su quest'ultima hanno pure messo una taglia di $1000. Ma torniamo alla bolletta. La tariffa a maggior tutela (nome ironico dato da Enel per farci credere che qualcuno tuteli i consumatori) prevede un risparmio misurabile con i più moderni apparecchi di precisione solamente se si usano elettrodomestici del tipo: forni crematori, caricabatterie per lo Shuttle, lava pianeti e via discorrendo. Ma il vicino di casa, l'odioso, si è messo in testa di risparmiare. Proprio lui, che d'inverno tiene il riscaldamento a 60°C per poter aprire le finestre e far vedere il panorama al cardellino ("sennò mi si intristisce a guardare sempre la televisione", parole testuali). Lui, che ogni sabato sera lascia la luce del garage accesa infischiandosene dei numerosi reminders (avremmo voluto usare il termine "mementos", ma non volevamo far pubblicità alle caramelle) e opponendosi strenuamente all'installazione di sensori per l'accensione automatica. No, adesso lui vuole risparmiare perchè "Enel ci vuole bene e ci tutela". Non bastava Chopin dopo le 23 ad insegnarci con tristezza la definizione di "notturno". A renderci la vita impossibile adesso c'è anche la lavatrice programmabile. Tutto di una semplicità sconvolgente: la si accende alle ore 20, la si carica col bucato, si inserisce il detersivo e la si programma... per le 3 di notte.
Nota a margine: una lavatrice che lava alle 3 di notte equivale ad un boeing che vi atterra sul martelletto. Ma il vicino non si ferma qui. Ad orari compresi fra l'una e le cinque, vengono accesi in ordine: mixer ad immersione, massima velocità, "per dare una ripassata al minestrone"; frullatore multifunzione, "per preparare una veloce macedonia"; phon, "ieri pomeriggio mi ero casualmente scordato di asciugarmi i capelli". Fatto sta che le notti passano insonni ed il livello di sopportazione decresce esponenzialmente. Attendiamo con trepidazione l'aspirapolvere e poi possiamo sentirci liberi di suicidarci in allegria.

domenica 12 settembre 2010

Nuove Buone dal Liscio

Le ultime mirabolanti imprese azzurre (5-0 alle Isole Far Oer, mica al Roccacannuccia United) esaltano i giornalisti che finalmente sciolgono tutte le riserve sulla squadra. L’Italia rischiava seriamente di diventare un po’ troppo simpatica dopo la sconfitta con la Costa d’Avorio e i primi 45’ disastrosi con l’Estonia, ma ora che la difesa è stata registrata e masterizzata un paio di esperti sportivi affermano che “si vede già la mano di Randelli” (per il cotton fioc, invece, dovremo ancora aspettare).
Il prossimo incontro valevole per gli Europei polacco-ucraini si giocherà fra un mesetto e vedrà gli azzurri all’opera contro un’altra temibile corazzata: l’Irlanda del Nord. Vi ricordate la noia e il disinteresse dei tifosi che guastarono il fegato a Pacifico quando l’Italia era impegnata in sonnacchiose eliminatorie con la Georgia e con la Marisa? Sono ormai un remoto spauracchio: dopo i tremori metafisici col Paraguay e con la Nuova Zelanda (per tacere della sconfitta rigenerante con la Slovacchia) anche un incontro coi nordirlandesi si può considerare equilibratissimo e foriero di un’audience ai livelli della finale 2006.
Mario Glatt (il sosia di Mario Kraus ma coi capelli lisci)

giovedì 9 settembre 2010

Da Alvaro il Sordo

Ci scrive Francesco Ione, un aficionado del blog. "Sono proprio contento che siete tornati! È vero che tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile. Ma d'altra parte, se non fosse esistito Thomas Edison, oggi giocheremmo con la Playstation 3 a lume di candela...". Concordiamo con lui appieno, e aggiungiamo che, se non ci fossero stati i fratelli Wright, oggi non sarebbe così facile fare una veloce partita a Shanghai, considerate le distanze. E bravo Checco! Nomina sunt omina.
A proposito di "nomina sunt omina", l'altro giorno abbiamo avuto la brillante idea di recarci al ristorante "da Arvaro il sordo". Non che la nostra cucina fosse malaccio, ma, visti i precedenti con il sugo e le vicine di casa, dopo circa due settimane di scatolette e liofilizzati la nostra missione (risanare il deficit della Findus) poteva considerarsi conclusa. Milvio Merli Scotti ha deciso al novantatreesimo di unirsi alla combriccola, nella speranza di farsi pagare il conto. E, già che c'era, si è portato anche il marsupio per gli avanzi. "Sa com'è, è per il cane", la solita scusa. Aveva anche la risposta pronta nel caso in cui qualcuno dei presenti gli facesse notare che il cane non ce l'ha: "...ma domani me lo compro...". Etichettata come il miglior punto di ristoro nel raggio di 350 chilometri, fatta eccezione forse per l'Autogrill sulla Flaminia antica, da Alvaro si mangiava molto bene, stando alla recensione del Gambero Rozzo. La guida gli affibbiava addirittura cinque forchette di cucina e quattro palle di pubblico. L'unico problema stava nelle ordinazioni: Alvaro era effettivamente sordo, pertanto si consigliava vivamente di ordinare a VOCE ALTA. Nonostante le urla, qualcosa è andato storto. A chi era indisposto e ha chiesto un bollito, è stato portato un burrito al limite del ricovero. Milvio Merli Scotti, più fortunato, alla richiesta di pesce con lisca, si è visto servire pesce con viskas. L'indomani, invece del cane, avrebbe comprato il gatto.

mercoledì 8 settembre 2010

Buone nuove dal Crespo

Il blog riparte e, già che ci siamo, nonostante il superlavoro e il Superenalotto riparte anche Kraus, il quale deve scusarsi coi lettori per la prolungata assenza che ha privato loro di una saga che prometteva scintille, ovvero Le avventure di Mansarda e Manligure, un duo che avrebbe potuto tranquillamente superare Beppe Grillo e il suo sito biologicamente testato (almeno secondo i sondaggi Doxa). Un paio di notiziole velociotte: è vero che Kraus ha fatto sei, ma al Totocalcio, quindi il viaggetto alle Bahamas previsto per le quattordici/quattordici e un quarto è saltato; inoltre è stata rivelata la località segreta da lui scelta come buen retiro. Secondo fonti attendibili (Travaglio, Santoro et al) sarebbe Torino Marittima, ringhiante paesello che ha appena dichiarato guerra a Pitigliano e a Nocera Media, e almeno nel primo caso ha fatto benissimo.
E la Nazionale italiana di futbol (vi chiederete ansiosi come degli esaminandi alla vigilia)? Beh, un po’ di cosette le saprete già: Pino Pacifico non è più l’allenatore degli azzuri dopo la cacciata a furor di popolo a seguito del fallimento mondiale (c’è chi ancora scuote la capoccia e si domanda “Ma cos’è la Slovacchia?”). Al suo posto si è insediato Cesare Randelli, al cui confronto Pacifico fa l’effetto di una tisana alla camomilla. I giornalisti esperti di calcio hanno ripreso morale in fretta e l’hanno dimostrato con una delle più belle battute dell’anno (“Estonia-Italia, ora si fa sul serio”), segno che Randelli ha già ridato all’ambiente la verve che ci vuole. Il nuovo ct è poi talmente in forma che nell’ultima intervista concessa a Tele Pass ha dichiarato: “Ma quale cotton fioc (vedi post precedente, N.d.R.), a me per raggiungere l’orgasmo bastano e avanzano le mani”. Eppure dopo Italia-Costa d’Avorio e nell’intervallo di Estonia-Italia la Federazione era stata categorica: “Randelli non si tocca”.
Mario Kraus

martedì 7 settembre 2010

Arivìa

Primo post del 2010. "Ve siete svejati presto", direbbe Igghiro, un nostro caro amico nipponico.
Ci è capitato di ritornare, quasi per casualità, su questo blog. A dire il vero, è stato l'ennesimo report infimo di ShinyStat a farci riflettere. Eppure questo era un sito frequentato, una volta. Di certo non avevamo la stessa affluenza di Youporn (anche se l'impostazione grafica ce l'hanno copiata di sana pianta), ma non potevamo lamentarci. Eravamo liberi e felici, come la farfalla degli assorbenti.
Poi tutto si è assopito.
Milvio Merli Scotti ha continuato la propria esistenza di alti e bassi lontano dalla luce dei riflettori, Mario Kraus ha fatto 'sei' al superenalotto e ha avuto anche la faccia tosta di richiedere il pagamento dei 5 euro per il Superstar; per chiare motivazioni socio-politiche ha preferito ritirarsi in una località segreta di cui conosciamo soltanto le coordinate GPS, niente altro. E così i lettori si sono dissolti nei meandri della rete, nel labirinto ovattato di Facebook, Twitter... e Youporn.
Dopo qualche mese di oblio, abbiamo alzato la testa e ci siamo chiesti: il nostro sarebbe un blog vincente? Servirebbe a qualcuno? A chi potrebbe piacere? Andiamo a fare una ricerca su internet e vediamo quali sono i blog italiani più cliccati.
Al primo posto della classifica mensile troviamo il blog di Beppe Grullo (abbiamo furbescamente offuscato il vero nome per evitare pubblicità occulte), e vabbè, non è una novità. E' risaputo che il Grullo va in giro con una Prius a petrolio acquistata grazie a Google Adsense.
Al quinto posto troviamo Geekissimo, sito molto interessante in cui insegnano come trasformare un mixer da cucina in un cotton fioc high-tech, con i risultati che non tutti si aspettano. All'undicesimo posto spicca il blog "Haisentito?", in risposta al precedente.
Dal quarantanovesimo posto in poi (occupato al momento da Moria De' Filippi - saranno contenti i signori Filippi), figura una sequela di blog insignificanti, fra cui "Non ero sveglio ma sognavo di esserlo" e "Mi stavo addormentando ma poi ho cambiato idea leggendo i possibili usi dei cotton fioc".
La domanda è: noi non riusciremmo a fare di meglio?
Rieccoci qui.