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lunedì 28 marzo 2011

Desincronizzazione

Quest'oggi gradiremmo rendervi partecipi di un problema passato troppo spesso sotto silenzio, ma che puntualmente riemerge in tutta la sua impetuosità ed in modi alquanto inaspettati. Ci sembra oramai palese che la gente si vergogni a parlarne in pubblico; tanto è vero che pur nella nostra profonda esperienza come analisti di problemi esistenziali nonché affezionati frequentatori di centri commerciali, enoteche, ristoranti, bancarelle e vie dello shopping, non ci è mai capitato di sentirne far menzione. Eppure il problema esiste, è indubbio e, per quanto lo si voglia celare sotto un sorriso che sa di smorfia (chi non ha mai assaggiato un gelato al gusto di smorfia?..), esso ci insegue senza sosta e senza fermata. No, amici, non stiamo parlando del cotton fioc. Peggio!

Stiamo parlando della desincronizzazione.

A quanti di voi sarà sicuramente successo, magari durante una tranquilla passeggiata nel parco o nel bel mezzo di una mangiata alle fraschette di Ariccia. Oppure al mare, quando state per mettere piede in acqua dopo una quarantina di esercizi di training autogeno perché non sapete nuotare. E zac, vi desincronizzate. Ammazza che fregatura, proprio adesso che avevate trovato il coraggio di dichiararvi alla vicina di casa (possibilmente non Margherita) o di mandare a quel paese quel ciaparàt del capo.
Torniamo al caso di Ariccia. Il problema non è la mangiata in sé, che probabilmente vi ha reso sazi già alla prima portata. Se voleste ritornare a Roma con la macchina prestatavi dal vostro amico Leonardo?! Il problema non sarebbe il tornello allestito dalla Polizia Stradale all'uscita del parcheggio, ma la DESINCRONIZZAZIONE!!! Se poi tornare a Roma non vi bastasse ma voleste uccidere tre civili (magari davanti alla Polizia), beh, allora siete davvero degli incoscienti.
In foto: una capra desincronizzata.

martedì 22 marzo 2011

Sondaggi apolitici

C’è stata un’epoca in cui i sondaggi erano sinonimi di azione berlusconiana inaccettabile (“inaccettabile” era un commento della sinistra, ma era puntualmente compreso nel prezzo perché noi Italiani siamo generosi): frasi come “secondo i sondaggi, se si andasse alle elezioni fra 5,8 mesi e se votasse solo il 43,28% della popolazione, saremmo in testa di 0,15 punti percentuali, dunque quei 3 seggi virgola 2 in mano ai moderati sarebbero in mano nostra” erano moneta comune più degli euri; anche la risposta tipica degli avversari (“sì, ma bisogna considerare la forbice”) non costituiva certo una rarità nell’elenco delle notizie del TG5.
Al solo ricordo di quell’epoca è inevitabile essere colti da un’intensa nostalgia: come potrà passarci di mente il buon Mentana che era di destra col fegato e di sinistra col pancreas, ovvero doveva fare a botte con la sua fede politica pur lavorando per il condottiero di Forza Italia? E chi si scorda gli acuti di Barbara Pavarotti?
Oggi volevamo riportare appunto in auge i tanto controversi sondaggi, ma non quelli sull’esito di eventuali elezioni nel 2015 (non servirebbero: si svolgerebbero ampiamente oltre la fine del mondo), bensì quelli più blandi e pruriginosi in materia di sesso. Non il sesso di tutti i giorni, quello banale che non interessa più a nessuno, bensì quello esaltante delle deviazioni biologiche: orgia col botto o senza o con il dodicesimo incomodo, sadomasochismo (specialità manette leopardate), travestimenti da personaggi dei cartoni animati, voyeurismo al cellulare, baccaglio senza esito (che secondo le stime più recenti sono una delle attività più praticate), ecc. Quale tra queste trasgressioni nella trasgressione vi garba di più? In attesa di un Vs. cenno di riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti e Vi ricordiamo il motto dei masochisti: “Se c’è ahia c’è gioia”.

Mario Kraus

giovedì 17 marzo 2011

Campagna pubblicitaria

"Nella mia testa c'è tutto: Marketing, Comunicazione e un tocco di Creatività". Così ha esordito Milvio Merliscotti al Convegno sulle Tecnologie della Porchetta sponsorizzato dall'AssoPorchetta in collaborazione con l'ARCISuino e la partecipazione dell'AGIP (una delle ultimissime, a quanto pare). "Speriamo che, oltre al Marketing, ci sia qualche pure qualche neurone..." si brontolava in platea, dopo quasi un'ora di ritardo nell'inizio della sessione per motivazioni non meglio specificate.
Dopo aver decantato le proprie doti di Brand Manager e proiettato una slide totalmente fuori tema che lo ritraeva in procinto di degustare una succulenta scatoletta di Viskas, il Milvio è passato trionfalmente al caso aziendale, tirandoci purtroppo in ballo.
Ebbene, abbiamo scoperto non senza stupore che il genio indiscusso ha pensato bene di intraprendere una campagna pubblicitaria del nostro blog, ovviamente facendo largo uso di giroconti a nostro favore. "Beh, diciamo che all'inizio non ho voluto esagerare. Prediligo piuttosto le pubblicità subliminali", ha tenuto a far presente, mostrando a mo' di paradigma un insignificante cartellone pubblicitario affisso a Piazza San Pietro (in foto). "Quanto l'ho pagato? Non importa.. basta il pensiero. Per tutto il resto c'è Mastercard. La loro". Appunto.

martedì 8 marzo 2011

Quanta crudeltà nel mondo

Secondo uno studio da parte dell'Associazione Modem Azzurro, una cui relazione è stata dettagliata sullo scorso numero di PC's Health, il 9% dei computer viene puntualmente picchiato dal proprietario. "Il fenomeno sta crescendo in maniera preoccupante", ci racconta Stefano Lavori, Presidente Onorario di Modem Azzurro nonché famoso inventore dell'i-Uola (un utilissimo apparato elettronico che non può essere calpestato), "senza contare il 40% che viene insultato quotidianamente per le più svariate motivazioni". I maltrattamenti sortiscono effetti devastanti sulle macchine: "Abbiamo molti PC in psicanalisi: molti non si riprendono dallo shock e devono essere formattati; altri cerchiamo di aiutarli distraendoli con qualche screensaver carino. Fatto sta che i più si ribellano e non accettano più comandi. La cosa che più ci fa male e che spesso la colpa è di proprietari che non si sono ricordati di attaccare la spina. Quanta crudeltà nel mondo". Dalle statistiche pubblicate si evince poi un dato interessante: nella maggior parte dei casi a fare le spese di cotanta violenza sono i monitor. "Sì è vero", conferma Lavori, "il più delle volte a predere gli schiaffoni e i calci sono i monitor, che sono di norma più obbedienti e puntuali delle CPU, ma che spesso non hanno l'altoparlante per farlo presente all'aguzzino di turno".

venerdì 4 marzo 2011

Intellettuale sì, ma fino a un certo punto

Avvertenza: oggi parlerò come gli intellettuali, se non altro per via del preambolo d'intonazione socio-filosofica che s'intreccia poi quasi impercettibilmente col resto. Partiamo:

Una catena di paradossi è la vita, e il fatto di volerla ad ogni costo affrontare razionalmente spiega forse il nostro puntuale insuccesso in questo intento. Oggi, sentendomi stranamente tranquillo nonostante si parlasse di estetica e a un certo punto i miei colleghi d’ufficio l’avessero improvvisamente mischiata con la politica, mi è parso di cogliere un intrico di contraddizioni quando mi sono opposto all’ammirazione per la strafica o per il fico di turno invocando a mio sostegno i guasti causati dalla Società dell’Immagine e il mio affetto per l’abbagliante normalità e la non aurea mediocrità delle donne qualunque che mi rende automaticamente una persona anomala, passando com’è naturale per la comprensione nei confronti di chi, svantaggiato da madre natura, s’è visto assegnare un corpo sgraziato come il Leopardi, che pure aveva anima e diritto d’essere amato anche più di noi.
E qui salta tutto il castello: i collegozzi mi sono amichevolmente saltati addosso non appena ho nominato la Società dell’Immagine. Asserivano che l’ha impiantata il Berlusca, il quale ha peggiorato tutti noi con il suo culto della topa imperante. Sorprendentemente l’affermazione non mi ha scosso più di tanto: non mi pareva, ho risposto comodo, che la gente si fosse ritratta inorridita dalle trasmissioni berlusconiane dei primi anni ’90, rifiutandosi sdegnata di seguirle, né che la Rai avesse continuato a fargli concorrenza senza cambiare un punto del palinsesto, lasciando ovvero il film impegnato al lunedì, il balletto classico al martedì, il concerto di musica classica al mercoledì, e il tutto in quell’orario che oggi chiameremmo “prima serata”. Ed ero infine disposto a scommettere che ai miei colleghi piacesse la bellezza esteriore anche prima degli anni ‘90, anni in cui – a loro dire - la controffensiva berlusconiana contro la normalità e la dignità prese corpo.
Poi, visto che tanto fa tendenza oltre che comodo, ho citato il Vangelo (senza dire che però il testo era quello) dicendo che non è quello ch’entra nell’uomo a contaminarlo, bensì quel che ne esce. Avrei potuto aggiungere che questa frase non l’aveva detta uno qualunque, bensì il primo rivoluzionario comunista, marxista e leninista, come loro s’ostinano a definire Cristo, ma come ho detto prima per inciso ho preferito non specificarlo.
Se poi davvero il Berlusca è quel terribile dittatore che dicono, ci resta sempre la libertà di non guardare la tv o di optare per canali più decenti come Iris o Rai Cinque, cullati dalla bella voce di Daverio o dalla navigazione in Internet. E proprio io, che sono il più berlusconiano di tutti (ehm, l’unico) in quell’ufficio, sono poi quello che la tv la guarda di meno, saltando a piè pari Sanremi e varietà assortiti – o come vogliono chiamarli adesso -, mentre gli altri che sono irrimediabilmente spostati a sinistra santificano il successo e l’apparenza parlando di “fico della Madonna” a tutto pasto.
Mario Kraus