Mailing list

Vuoi essere informato non appena viene pubblicato un nuovo articolo? Iscriviti alla nostra mailing list!
La tua email:


sabato 28 dicembre 2013

Crisi a Natale: что делать (shto djelat’)?

L’austero interrogativo (Icche fare?) che qui propongo in russo perché tal se lo pose Lenin il quale, più o meno, tendeva allo stesso fine che propongomi in questo pezzo, è ormai radicato nelle menti della società moderna, angustiata e angosciata dalle tenaglie di una crisi che non accenna ad allentare la sua morsa. Come cogliere il momento festivo (ma non festoso, ahinoi) che caratterizza questo periodo altrimenti gioioso dell’anno, e come trarre il massimo vantaggio dalla plurima combinazione sotto Natale – dopo Natale – dopo Capodanno - prima di quella disgraziata della Befana che se poteva fa ‘na padellata d’affari sua anziché portacce via le feste?

Dopo lungo lavorio mentale nonché psico-fisico (anche al quadrato) ho finalmente ricavato dalla fucina delle idee e dal filtro della congiuntura economica la doppia e consequenziale soluzione che son lieto d’esporvi in gran segreto, non tanto per far rima ma per evitare che, diffondendosi presso la folla inaccorta, essa perda l’efficacia che, concentrata nelle mani di pochi e sapienti commercianti, potrebbe invece concorrere all'agognata uscita dalla crisi e all'altrettanto sospirata ripresa.

Bando ai preliminari (dipende) ed eccovi in allegato la bi-soluzione al netto di tanto annunzio: aprire un pigiama-di-flanellificio prima di Natale e poi, previo superamento indenne del Capodanno (con relativi frettolosi scambi di regali in extremis), avviare un saldificio.

Il pigiama di flanella, ottimo ripiego d’ogni festa con regalo incorporato, è la merce ideale per un periodo tanto avvilente come quello attuale, e pur non facendo propriamente fine certo disimpegna, mentre il saldo, divinità suprema subito dopo quelle religiose e foriero di calche furibonde nonché entusiastiche, servirà a risollevare il morale dei connazionali senza averli prima costretti a scialare per recuperare l’ultimo libro sopravvissuto alla regalistica normalmente andata esaurita dieci giorni prima d’ogni Natale.

Colpo di coda di questo piano: il saldificio non si ridurrà, beninteso, a un’effimera follia stagionale, perché molto più nutrita sarà la ressa delle merci prima invendute in favore dell’economico e neutro pigiama, e sarà possibile intitolare tutto il 2014 ai saldi, con la possibilità per tutti di procurarsi a prezzo comodo ogni sorta di articolo prima inaccessibile per ragioni meramente economiche.

Gnaggnerox (e chi sennò?)

giovedì 7 novembre 2013

Intorno al Bar

Sì, tutti s’aspettavano il ritorno del sottoscritto con un articolo... e ci avete azzeccato. Anzi ci avete quasi azzeccato perché in realtà questo, più che un articolo, è un annuncio per prepararvi anche psicologicamente alla mia prossima pubblicazione, un’inattesa serie di vignette raccapriccianti uscite (ahimè) dalla mia matita appena ieri. Il tempo di passarle allo scanner e potrete vedere nonché visionare un lotto di vignette così brutte, ma così brutte che fanno schifo anche alla mi’ mà. Per il momento vi anticipo solo che le battute sono state improvvisate e disegnate all'interno di un bar torinese da cui ho tratto ispirazione per alcune delle medesime.

Noi siamo stati bravi e le abbiamo pubblicate direttamente (N.d.R.)

Però basta annunci atroci e passiamo a qualcosa di più serio.

Intorno al Bar (titolo maldestramente ispirato alla canzoncina “In fondo al mar”)

A Torino ci sono due tipi di bar: i bar raffinati, tipo il Caffè Florio, dove ti tocca spendere la pensione per avere un tè alla menta piperita da consumare al banco, e i bar ignoranti, tipo quello in cui sono stato ieri sera, dove i clienti hanno la possibilità di scegliere tra due prezzi, regolarmente indicati dal menù. O meglio, tu cliente hai la possibilità di scegliere il prezzo ma alla fine paghi l’altro, com'è successo per l’appunto a noi. La cameriera è simpatica come una zappata sui denti, non dà neppure segno di aver sentito che l’hai chiamata per ordinare e risponde con grugniti espressivi a qualsiasi osservazione o commento della clientela, tipo “ma andare a Marostica col vigneto del caffè macchiato solo in parte?” “Mmh”. Manco fan finta di starti ad ascoltare, sennò ti chiederebbero “Eh? Cosaaaa?” e tu avresti almeno la soddisfazione di dirgli “puppa”, come nei migliori quadretti livornesi.

Non è detto, tra l’altro, che in questo genere di locali il prezzo sia inferiore a quello dei bar raffinati.

Di norma in questi bar ci andiamo a gruppi di quindici, cosa che, lungi dal rallegrare il personale del bar, lo rende ancora più scontroso. Forse è proprio per questo che ci entriamo così in tanti e, indispettiti dall’accoglienza (si fa per dire), occupiamo il tavolo per tre/quattro ore ca. parlando di strullate assurde. O facendo domande bizzarre come quelle della Settimana Enigmistica (“Si può avere un menù in formato pdf?”). Poi, visto che mancano i servizi igienici nel bar, quando usciamo si corre tutti a squarciagola* verso il primo bagno e/o cespuglio disponibile per chiudere questo tranquillo week-end da beoni.

Mario Kraus

* Surrealismo espressionista.

mercoledì 18 settembre 2013

Video m'assaggio

“L'Italia è il paese che amo”, è questo l'incipit del video-messaggio che Amanda Knor* ha registrato e che verrà trasmesso in esclusiva a Quarto Grado, venerdì 20 settembre.
“Mi piacerebbe tornarci; magari stavolta non prenderei casa in affitto ma andrei in albergo. Ma purtroppo una gotta mal curata mi impedisce di tornare nel Belpaese, so sorry”.
Il discorso non fa una piega, anche perché negli Stati Uniti la gotta è una malattia diffusissima**; eppure vi lascerà con l'amaro in bocca.

Eravamo tutti sul chi vive, noi criminologi – già esperti di parbuckling, in attesa che da un momento all'altro se ne uscisse con la scusa della magistratura politicizzata e dei giudici comunisti. A dire il vero, se fosse stata una dritta come si dice in giro, avrebbe giocato d'astuzia sollecitando un processo in trasferta; alla frontiera i giudici sarebbero stati arrestati in quanto comunisti, Rudy CheD'è? sarebbe stato rimesso in libertà ed il quadretto si sarebbe finalmente completato.

* in esclusiva solo su Informazioni Riservate mostriamo l'ultima lettera del cognome, per anni nascosta da X per motivi di privacy
** negli USA l'espressione “I've gotta” è la più utilizzata in assoluto, fonte: Academy of the Bran

Anton Gardner

sabato 7 settembre 2013

Caro Diario

Italia, anno 67 a nova societate condita.

Caro diario,
anche oggi sono andato a scuola ed al mio insegnante n.4, all'ora diversamente-prima (credo in passato si chiamasse “seconda”) è premuto significarmi un suo disappunto, del tutto soggettivo ergo opinabile a piacere, per il fatto di non aver rispettato una concordanza durante il compito di interlingua. Oltre ad avermi comminato un'ammenda di 1,5 Bitcoin, mi ha dato una pacca sulle spalle dicendo che la fortuna non era proprio dalla mia: considerato che le regole si negoziano di giorno in giorno, probabilmente domani sarei stato addirittura premiato in una situazione analoga. Per inciso: la pacca sulle spalle è pratica comune, benché morbosamente tangente all'atto sessuale, utile a scongiurare il rischio di un ingresso trionfale nel circolo diversamente-virtuoso della depressione.
Rincasato a mezzodì-che-non-ha-nulla-da-invidiare-al-dì-intero, con mia enorme sorpresa ho trovato il mio genitore n.1 litigare con il mio genitore n.1. La ragione dell'alterco era da ricercarsi nell'errata compilazione del modulo di adozione di Babby, l'adorata bestiola impostaci dal Ministero delle Attività Canine per contrastare il vergognoso fenomeno delle palette e dei sacchetti per deiezioni, pubblicizzati da sovversivi nei quartieri “difficili”.

Genitore n.1: “Ma porca donna di facili costumi!! Ti avevo detto di firmare nella casella diversamente-prima, non nella prima!”.
Genitore n.1: “Hai ragione, scusami, ma da quando hanno introdotto la denominazione 'genitore n.1' e 'genitore n.1' per non fare torto a nessuno non mi raccapezzo più. Belli i tempi in cui potevamo chiamarci con il nostro vero nome, 'genitore n.1' e 'genitore n.2'...”
Genitore n.1: “Ti ho già invitato a non andare a dire in giro queste cose, non vorrei ti arrestassero per discriminazione. Se ti sentono, sono volatili per diabetici: l'anno scorso se so' bevuti amico n.58-ma-non-perché-sia-inferiore-ad-amico-n.57-né-ad-amico.n.56-né-così-via-fino-ad-amico-n.1, per una cretinata del genere lo hanno messo in gattabuia-ma-senza-nessun-offesa-a-felini-di-qualsivoglia-razza e ci ha passato addirittura 20 giorni; càrcola che non c'era posto e hanno fatto uscire uno stupratore”.
Genitore n.1: “Sì, ma io non ne posso più, e poi per cosa??? Per adottare questo amabile cucciolo che non vogliamo... io sono pure allergica!”
Genitore n.1: “Non possiamo esimerci da questo compito, eppure l'hai studiata educazione civica a scuola, o no?, quindi ora ristampiamo un diversamente-primo modulo e ricominciamo daccapo! E non usare più il femminile! Devi usare il neutro!”
Genitore n.1: “Senti, ma se scappassimo all'estero?...”
Genitore n.1: “Ancora! Non se ne parla proprio, lì hai pure il problema di trovare il modo di spendere i soldi invece di darli interamente allo Stato come facciamo noi. Aggiungeresti preoccupazioni ad altre preoccupazioni”
Genitore n.1: “Io sto impazzendo!!!”
Genitore n.1: “E falla finitaaa!!!”
Genitore n.1: “NOOOO!!!”
Genitore n.1: “AHOOO!! Ma che è 'sta caciara che state a combina'????”
Genitore n.1: “Eccoti! Meno male che sei arrivato! Senti, di' qualcosa a Genitore n.1 che sta a fa' 'na scenata che pareno due!”

Caro diario,
il diverbio fra i miei Genitori n.1 è perdurato per circa due ore, fino a quando è tornato a casa l'ultimo Genitore n.1 ('ultimo' per ordine di apparizione, ovviamente). Con 19 moduli errati-ma-senza-offesa sul tavolo si è comunque ritrovato il bandolo della matassa e Babby è finalmente entrato a far parte della nostra poliamorevole famiglia.

Componente n.1 della prole

giovedì 5 settembre 2013

Sacra Sindrome

Avete passato una vacanza indimenticabile a visitare Paesi più ricchi ed avanzati di noi, tipo le isole Barbados? Avete scalato l'Everest e, giacché vi restava qualche spicciolo di forze, c'è scappata anche un'escursione sull'Everovest (tanto per non far torto a nessuno)? Avete mangiato, bevuto e danzato senza fine nei rinomati locali della riviera umbra? Bene.
Bentornati nella realtà! Se vi conosco bene a quest'ora starete ancora sull'autobus e la vostra fermata è già passata da un pezzo; o forse vi troverete in coda al casello ad inveire contro il nostro premier Henry Colletta per l'aumento del pedaggio.
Se vi sentite preoccupati, anzi, osi per il vostro quotidiano, sappiate è tutta colpa di una sindrome che purtroppo non si chiama "sindrome di chi je rode er chiccherone e spaccherebbe tutto, compreso un televisore in testa alla vecchia de sopra", ma più semplicemente "sindrome di Ulisse".
Proprio come l’eroe della mitologia greca creato da Omero, gli Italiani si sentono smarriti, in balia degli eventi, speranzosi di ritrovare il prima possibile un po’ di tranquillità e serenità, quella che per l’eroe dell’Odissea era la sua terra, Itaca l'Italia.

Soluzioni? A parte la Schoum per il fegato, la possibilità di uscirne vivi sarebbe quella di affrontare l’impatto del rientro con un atteggiamento mentale positivo e propositivo, ad esempio riordinando e riorganizzando lo spazio di lavoro con un tocco personale (bottiglie di vodka melon e riviste a luci rosse assortite potrebbero aiutare), oppure provando a valorizzare gli aspetti divertenti del proprio lavoro, ad esempio: "Che bello, oggi mi mancano SOLO cinquant'anni alla pensione!", "Wow, stamani sulla Tiburtina ho finito l'album 2013 delle bestemmie Panini!", "Finalmente un Sindaco come si deve: Marino ha risolto il problema dei Fori!". Ora speriamo si occupi anche di quello delle buche.

Anton Gardner

domenica 10 febbraio 2013

Indignazione Repressa

Carissimi lettori di Informazioni Riservate, ecco la foto di oggi, gentilmente offerta dal servizio sanitario nazionale:

"Indignazione repressa" (Anton Gardner)

Vi ricordiamo che potete seguirci su Facebook e su Twitter, a patto che restiate a debita distanza.

sabato 12 gennaio 2013

Risposte Precise

Answers è il più diffuso motore di ricerca di quesiti al mondo. Servizio web messo a disposizione gratuitamente dalla Yahoo! Corporation, esso permette di inviare domande e ricevere precise risposte su qualsiasi argomento. Quando un utente mostra di essere esperto in un determinato argomento (come la dettagliata consulenza bancaria che vedete in foto), gli viene assegnata una targhetta di colore arancione con sopra scritto Answeriano Doc, che comparirà al di sotto del suo nickname. Per diventare Answeriani Doc bisogna ricevere un certo numero (non specificato dallo Staff) di migliori risposte in una determinata categoria, oltre ad avere una percentuale sufficiente di migliori risposte a livello globale (thanks to Wikipedia.it)

Anton Gardner