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mercoledì 16 settembre 2009

Milvio Merliscotti

Seguiamo insieme Milvio Merliscotti che da Roma deve andare a trovare il cugino di Catanzaro Lido servendosi di Trenitalia. Al momento il buonuomo abita in un modesto appartamento di 50 mq in via della Bufalotta, quartiere Montesacro - nord-est di Roma. È ospite di una signora sul viale dell'ottantina già percorso a metà ma che non rinuncia al suo status di sex symbol der Tufello periferia. Grazie all'intercessione di Don Tombolo della Parrocchia di San Pancrazio, in cambio dell'espletamento di faccende domestiche standard (manutenzione igienica di tutti i quattro vani di cui l'appartamento è composto, balcone, lettiera del gatto) la vecchietta gli ha concesso in comodato d'uso gratuito l'utilizzo di una stanza. La definizione di "stanza" non rende onore alle stanze di tutto il mondo, considerando quel loculo. E non lo chiamiamo loculo perché non rendere onore ai loculi di tutto il mondo non vorremmo ci si ritorcesse contro. Se ci si ferma superficialmente alle dimensioni AxBxC, effettivamente ci si sta un po' stretti; tenendo presente la completa assenza di mobilia, però, la cameretta appare compatibile con la vita umana. Solo una sedia di legno, deputata a guardaroba, coperta interamente di vestiti, la quale occupa poco più del 25% della superficie calpestabile. Milvio non si lamenta; quel buco gli è più che sufficiente, per come si sono messe le cose ultimamente. È cosciente del fatto che stavolta poteva andargli molto peggio: il Corpo Forestale dal quale era stato assunto come mimo negli anni '80 lo ha licenziato in tronco - e te pareva - per ristrutturazione aziendale, circa due mesi fa; al suo posto è stato messo un muto che a parità di mansione chiedeva la metà. E qui l'accusa secondo cui il Corpo sarebbe stato sempre considerato alla stessa stregua di un ammortizzatore sociale trova terreno fertile. Milvio è diventato fiero sostenitore di tale tesi, provando peraltro a darsi fuoco. Peccato che per ben due volte ha sbagliato indirizzo: una volta si è dato fuoco davanti al Ministero del Tesoro ed il Ministro è stato costretto a dimettersi (ancora si sta chiedendo il perché), la seconda volta si era cosparso di benzina quando era ancora in macchina e poi ha avuto la brillante idea di accendersi una sigaretta. E' diventato una torcia umana e circa un milione di automobili come la sua è stato costretto a rientrare nelle officine per un controllo al sistema di pretensionamento delle cinture di sicurezza. Eh sì, un bel casino ha combinato. [continua]

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