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giovedì 1 ottobre 2009

Piccolo sfogo

Tanti oggi affermano che gran parte del successo berlusconiano è dovuto alla televisione, alle sue belinate a ritmo di pettegolezzi e alla superficialità di tanti programmi. Strano, tutto sommato, perché il popolo che vota compatto per Berlusconi torna di punto in bianco intelligente il giorno in cui decide di preferirgli un Prodi o un Franceschini qualunque e ridiventa scemo quando torna di nuovo sui suoi passi. Strano anche perché la democrazia si basa sulle decisioni della maggioranza, e pazienza se questa si lascia traviare dalle sirene televisive (nessuno obbliga nessun altro ad accendere l’esecrato apparecchio, o a leggere i giornali, o ad ascoltare la radio). Strano (e tre) perché un buon numero di canali (anche di Berlusconi) si tengono stretti personaggi non certo proni a Forza Italia (Costanzo, Ricci, Iacchetti, le Iene, tutto il cast di Zelig per esempio); a chi mi tira fuori il solito Emilio Fede rispondo con i Santoro, i Floris, le Dandini, i Travaglio eccetera, che fanno precisamente la stessa cosa dalla parte opposta, e sembran più liberi di Fede solo perché sono contro e non a favore, mentre in realtà non fa alcuna differenza.
Se vogliamo proprio fare i pignoli dobbiamo riconoscere che, pur con tutta la roba che Berlusconi possiede, i comici, gli intellettuali, il 95% dei quotidiani e insomma la cultura sono apertamente schierati contro di lui, che pure non è un bifolco rifatto né un rozzo ignorante ed è uno dei pochi politici che si esprime correttamente in lingua italiana. Quantomeno sorprendente poi, il fatto che ci siano dei berlusconiani che la televisione la ignorano (vedi l’infimo sottoscritto) e si ritrovano però puntualmente a dover fare i conti tutti i giorni con amici, colleghi, parenti e affini che fanno all’amore col televisore e si professano tutti regolarmente progressisti o comunque antiberlusca. Alcuni lo sono addirittura senza un motivo che sia uno – o perlomeno, non me l’hanno mai voluto dire - se non per il fatto di essere coinvolti nel bombardamento costante che da quindici anni (quindici anni, ragazzi. Vi rendete conto?) è diretto instancabilmente contro di lui.
Insomma (e sia detto con molta malizia), questi “alcuni” fanno il tifo nella politica come si fa il tifo nello sport. Ovvero, come diceva il grande Guareschi, col fegato e non con il cervello.
Mario Kraus

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