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martedì 3 novembre 2009

Il sugo - terza ed ultima puntata

Una voce fuori campo irrompe nella scena già di per sé grottesca. “Da Margherita Conad puoi avere degli enormi sconti: se compri un panino all'olio, ti regaliamo un prosciutto come companatico; e poi risparmi il 30, 40 e 50 per cento su tutti gli articoli di giardinaggio, dalla pinza luminosa togli-vermi-dal-terriccio all'innaffiatoio con 65 diverse modalità di goccia”. “Beh, Margherita... io... volevo solo un etto e mezzo di macinato per fare il ragù, e anche rapidamente perché ho la roba sul fuoco”, cercate di spiegare trattenendo a stento impeti d'ira.
Stop.
Silenzio.
La musica si interrompe. Le comparse al banco macelleria si girano verso di voi disgustate; quelle al banco frigo, guardandovi con odio, impugnano la prima aringa surgelata a portata di mano e la brandiscono a mo' di manganello. “Ma.. che ho detto?”, chiedete a Margherita, anche lei non più sorridente. “Il macinato per il ragù?... Noi abbiamo il ragù star già imbottigliato al 20% di sconto, se prendi quello Barilla ti regaliamo due chili di gnocchetti sardi. Alla luce di tutto questo, come ti permetti di chiedere il macinato? Mi dispiace, ora dovrai morire.” Strabuzzate gli occhi: “Ma questo non è lo spot di Conad?... Che io ricordi non muore nessuno.” “Certo caro, il fatto è che questo non è lo spot Conad: è la sceneggiatura del nuovo splatter di Dario Argento. Omicidio con carrello.”
Vi crolla il mondo addosso. Vi siete messi proprio in un bel casino. E ora come fare a liberarvi da quell'incubo?
“ODDIO!!! CHE COS'È QUELLO SCHIFO SUL MURO????” urlate all'improvviso, spinti dalla disperazione. “DOVE?” si voltano tutti a guardare la parete. In quel momento vi mettete a correre nella direzione opposta, sbattendo la porta e rintanandovi nel vostro appartamento, chiudendovi a doppia mandata.
“...Li mortacci loro...”, sono le prime parole sante che riuscite a pronunciare, dopo aver passato un'oretta seduti per terra, la testa fra le gambe. L'odore di soffritto è solo un piacevole ricordo.
Vi alzate con difficoltà, ancora scioccati per ciò che avete visto di là e barcollando raggiungete i fornelli. Chiudete il gas, prendete la padella, la passate sotto l'acqua e la gettate nel cestino.
“L'ho sempre detto che cucinare è uno sport pericoloso...”, provate a giustificarvi con voi stessi, “...e prima mi sono pure scordato di afferrare la porchetta”.
Eh sì, il vostro destino è segnato. Anche oggi vi tocca andare in rosticceria. [FINE]

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