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lunedì 13 marzo 2006

Berlusconi vs. Annunziata

Il fotogramma che resta dell'intervista di Lucia Annunziata a Silvio Berlusconi è implacabile. Con l'ex presidente della Rai, capo chino sulla scrivania e mani che cincischiano con qualche foglio, in silenzio a dominare l'inquadratura. E di fronte solo una sedia vuota e una voce fuori campo che ironizza: «E la Rai è controllata da me?». Il premier ha appena lasciato gli studi dove si registra In mezz'ora, trasmissione di approfondimento di Rai3, esasperato da quella che più che un'intervista pare fin dall'inizio un regolamento di conti. Con l'Annunziata, spesso nervosa e quasi sempre professorale, che interrompe, si perde in chiose ironiche e dà stucchevoli lezioni sulla libertà di stampa («vorrei avere il privilegio di essere una delle poche persone che la intervistano facendo domande...», «lei avrà altre situazioni, altri giornalisti...», «le domande qui in casa mia le faccio io»).

Ha fatto bene Berlusconi ad andarsene?
No

E concede a Berlusconi il più grande regalo che si potesse aspettare dopo questi ultimi giorni di affanno: tutte le ragioni per alzarsi dalla sedia dopo neanche venti minuti di registrazione e lasciarla lì, quasi imbambolata. Perché se davvero l'intento dell'ex presidente della Rai era quello di fare domande scomode avrebbe almeno dovuto aspettare di ascoltare le risposte e non esibirsi, pure con una certa spocchia, nella chiosa ironica di ogni frase («Caro presidente, diciamo che quello che dice è vero...») facendo tornare alla mente l'evidente fastidio con cui in Viva Zapatero! replicò a Sabina Guzzanti che le chiedeva conto della cancellazione di Raiot. Una querelle, questa, di cui mercoledì si occuperà pure il Cda della Rai («Tanti giorni per un filmato di venti minuti», ironizza il portavoce del premier Paolo Bonaiuti; «Decideremo rapidamente», assicura il direttore generale della televisione di Stato, Alfredo Meocci).
D'altra parte, che non sarebbe stata un'intervista «comoda» lo si era capito da subito, addirittura dal fuori onda prima dell'inizio della registrazione. «Lei sa che in questi giorni sono poco in tv, quindi mi dia la possibilità di parlare del mio programma», chiede Berlusconi. E l'Annunziata: «Ma sull'attualità ci sono cose importanti». Così, si comincia con il «Laziogate» (e il premier dice di temere brogli elettorali «che rientrano nella storia nella professionalità della sinistra»), si passa al ruolo dei Servizi segreti (e il Cavaliere si rifiuta di replicare al presidente del Copaco Enzo Bianco perché «non ha operato con serietà») e si chiude con i casi Santoro e Biagi (ma a loro è «convenuto», il primo «è diventato europarlamentare», il secondo «ha avuto molti milioni per andare in pensione»). Poi il continuo sovrapporsi di voci, con Berlusconi che riesce mantenere intatto un malcelato sorriso di circostanza. «Lei adesso mi fa la cortesia di lasciarmi rispondere, sennò mi alzo e me ne vado», dice il premier. E l'Annunziata replica a tono: «Che lei si alza e se ne va è una cosa che non può dire». Allora, scandisce Berlusconi, «io mi alzo e me ne vado e questo resterà come una macchia nella sua carriera professionale». Poi porge la mano destra all'ex presidente Rai e saluta: «Complimenti, lei ha illustrato bene come si comporta una persona che ha pregiudizi e sta con la sinistra. Le posso dire una cosa: lei deve avere un po' di vergogna per come si è comportata». E mentre l'inquadratura resta fissa sulla conduttrice, si sente la voce di Berlusconi in lontananza che chiosa amaro: «Arrivederci, ringrazio... e la Rai è controllata da me?». Così, quasi a sorpresa, l'Annunziata regala al premier un grande spot, al punto che è proprio il Cavaliere a chiedere che la cassetta sia subito inviata a Pescara per mandarla in onda solo qualche ora dopo durante la convention di Forza Italia. E non sarà né la prima né l'ultima volta perché, assicura chi gli ha parlato, Berlusconi è deciso a far diventare l'intervista Rai una sorta di leit motiv di questo ultimo mese di campagna elettorale.

(Adalberto Signore)

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