Vi sentite più soddisfatti della vita dopo il confronto di ieri sera? Io sì. Perchè l'Inter ha vinto e si è qualificato per i quarti di finale. Per tutto il resto, ni. Nel faccia a faccia fra i due signori reali e distinti non ha vinto nessuno, guarda caso. Per il Manifesto ha vinto Prodi, per il Giornale ha vinto Berlusconi. Bella scoperta.
Fatto sta che la parte più succulenta, cui non tutti hanno avuto il piacere di assistere, è stata - come spesso accade - il fuorionda. Per ovviare all'errore madornale commesso dalla Rai (vedi il post di ieri), gli autori hanno pensato bene di cospargere le sedie dei contendenti con due dita abbondanti di attack e di staccare i microfoni in modo alternato. Un'ottima trovata, sommata ad un accorto uso delle telecamere. Altrimenti il pubblico si sarebbe trovato di fronte scene a dir poco raccapriccianti, ma per cui l'aver perso la prestazione dell'inter non avrebbe costituito un peccato mortale. I telespettatori non hanno potuto godere la scena in cui Prodi, con sforzo sovrumano, allunga le mani verso il suo avversario politico nel tentativo di strozzarlo. Com'anche il Berlusca che, in uno slancio kruscheviano, si toglie la scarpa e la sbatte sul tavolo, asfissiando i poveri giornalisti che, inebetiti dall'essenza emanata dal calzino blu a pallini del Presidente, se ne escono con quesiti a volte aridi, tralasciando temi ben più importanti. L'Iran e le quote rosa, domande scialbe che prevedono risposte scontate e poco caratterizzanti, avrebbero potuto benissimo lasciar spazio a temi come l'Iraq e gli stupefacenti. Ma lasciamo stare. Chi siamo, noi Italiani, per dire ai signori giornalisti cosa gli Italiani vogliono sentirsi dire dai politici?
Degno di nota è il battibecco nato prima della messa in onda su chi dovesse essere il primo a rispondere. Dopo un acceso diverbio, i responsabili arbitri hanno ritenuto opportuno mettere in un'urna due bigliettini e far estrarre il biglietto vincente ad un bambino, paradigma d'imparzialità e d'innocenza. Su chi dovesse scegliere il bambino è nata un'altra interminabile discussione. In conclusione, per tagliare la testa al toro, è stato ritenuto opportuno chiedere in prestito alla GDF le lavatrici sesto senso Whirpool, comunemente spacciate per "estrattrici automatiche di numeri del lotto". Alla prima estrazione è uscito il 66, alla seconda estrazione Prodi, una volta che gli addetti ai lavori si son presi la briga di togliere le palline coi numeri.
Fatto sta che la parte più succulenta, cui non tutti hanno avuto il piacere di assistere, è stata - come spesso accade - il fuorionda. Per ovviare all'errore madornale commesso dalla Rai (vedi il post di ieri), gli autori hanno pensato bene di cospargere le sedie dei contendenti con due dita abbondanti di attack e di staccare i microfoni in modo alternato. Un'ottima trovata, sommata ad un accorto uso delle telecamere. Altrimenti il pubblico si sarebbe trovato di fronte scene a dir poco raccapriccianti, ma per cui l'aver perso la prestazione dell'inter non avrebbe costituito un peccato mortale. I telespettatori non hanno potuto godere la scena in cui Prodi, con sforzo sovrumano, allunga le mani verso il suo avversario politico nel tentativo di strozzarlo. Com'anche il Berlusca che, in uno slancio kruscheviano, si toglie la scarpa e la sbatte sul tavolo, asfissiando i poveri giornalisti che, inebetiti dall'essenza emanata dal calzino blu a pallini del Presidente, se ne escono con quesiti a volte aridi, tralasciando temi ben più importanti. L'Iran e le quote rosa, domande scialbe che prevedono risposte scontate e poco caratterizzanti, avrebbero potuto benissimo lasciar spazio a temi come l'Iraq e gli stupefacenti. Ma lasciamo stare. Chi siamo, noi Italiani, per dire ai signori giornalisti cosa gli Italiani vogliono sentirsi dire dai politici?
Degno di nota è il battibecco nato prima della messa in onda su chi dovesse essere il primo a rispondere. Dopo un acceso diverbio, i responsabili arbitri hanno ritenuto opportuno mettere in un'urna due bigliettini e far estrarre il biglietto vincente ad un bambino, paradigma d'imparzialità e d'innocenza. Su chi dovesse scegliere il bambino è nata un'altra interminabile discussione. In conclusione, per tagliare la testa al toro, è stato ritenuto opportuno chiedere in prestito alla GDF le lavatrici sesto senso Whirpool, comunemente spacciate per "estrattrici automatiche di numeri del lotto". Alla prima estrazione è uscito il 66, alla seconda estrazione Prodi, una volta che gli addetti ai lavori si son presi la briga di togliere le palline coi numeri.
Le regole del confronto in effetti erano un po' troppo flessibili. Propongo per il prossimo appuntamento che i 2 candidati rispondano, non in 2'30s ma in 2'43s e 18 decimi, in modo da facilitare il conteggio dei tempi residui...poi introdurrei l'obbligo di rispondere in endecasillabi in rime alternate, con il vincolo di collegare la prima rima all'ultima dell'avversario...e naturalemente bisognerà bendarli e fornirli di cuffie in cui sparare a palla l'ultimo cd di gigi d'alessio...sennò è troppo facile....
RispondiEliminaAh dimenticavo...come moderatore propongo Panariello e a fare le domande ci metterei Ilary Blasy e Victoria Cabello...
RispondiEliminaPer fare una cosa ancora meglio, si potrebbe utilizzare il metodo tira e molla: le cuffie vengono tenute per tutto il confronto. A Prodi l'inno di Forza Italia, a Berlusconi l'Internazionale. Davanti ai candidati una lampadina che si accende non appena arriva una domanda, che ovviamente loro non possono sentire. Si può rispondere soltanto con "sì" e "no". Se non altro non ci troveremmo sempre davanti ai soliti discorsi... Firmiamo per un referendum, intanto oramai va di moda, qui da noi. Anzi, facciamo una manifestazione al Colosseo, visto che c'è di strada.. :-D
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