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giovedì 29 dicembre 2011

sabato 24 dicembre 2011

Ipermaterasso

Groupon offre a tutti i suoi iscritti un materasso. Ma non un materasso qualunque. Questo è un materasso speciale. Può essere recapitato a chiunque, e soprattutto quando si vuole, senza vincoli di tempo. Essendo un materasso in quattro dimensioni (un ipermaterasso, per gli addetti al settore), potrebbe costituire un'ottima idea regalo di antiquariato per i nipoti dei vostri pronipoti. Poste Italiane si sta adeguando alle modalità: "considerando i ritardi attuali di consegna, dovremmo starci pari pari". Più macchinosa è la spedizione nel passato. Pensateci: non sarebbe bello regalare un materasso ai nonni del vostro trisavolo di secondo grado, magari abituati - poverelli - a dormire sopra un pagliericcio? Se non altro risparmierebbero i soldi per il talamo, evitando così di farci trovare oggi sommersi dai debiti.

Anton Gardner

sabato 10 dicembre 2011

Zigomi Benigni

6 dicembre.

Caro diario,
Devo sfogarmi. Stanotte ho dovuto fare i conti con tre faccenduole che mi hanno impedito di dormire:

  1. un raffreddore in piena espansione;
  2. lo zigomo sinistro che mi faceva un male cane;
  3. il dialogo-quasi-monologo di Benigni con Fiorello.

Di tutte e tre le cose, forse la peggiore è stata la terza. Una sola parola per definirla, anzi per definire i due comiciattoli all’opera: disgustosi. Mi è toccato vedere il povero Fiorello che, quando Benigni gli spara un’ammissione che noi arretrati di destra avevamo già intuito da almeno dieci anni (“Però col Berlusca quanto ci siamo divertiti”), annuisce senza convinzione perché, si capisce, non può nascondere di essere stato fatto segno di vessazioni e frustate durante il diciottennio del Cavaliere; tutt’altra classe quella di Prodi, che non ammetteva che si ricavasse un pezzo rap dai suoi discorsi in Parlamento.
Cosa dici Benigni? “Aria nuova?” Ma sì, hai ragione, nuova come quella egiziana che si respira da qualche giorno al governo. Vista l’età media, mi aspettavo il ritorno di Andreotti. Del resto siamo fatti così: scendiamo in piazza perché abbassano le tasse, godiamo come ciuchi quando ci rimettono l’ICI tra capo e collo. Il grande Padoa Schioppa del resto (“pagare le tasse è bellissimo”) era stato buon precursore, sicché lo rammentiamo con una canzoncina sull’aria di Heidi:

Ah, sì… Cri…si, ci hanno mandato Monti
Ah, sìììì… I….CI… i quattrini ci fanno ciao!
I…CI picchia! Che prelievo fantastico!
Ah… sì… ah… sì… Sto a gode come un re…

Andate a lavorare, va, che è meglio. Quattrocentomila euro rubati all’agricoltura: te credo che ve ce divertite co’ Berlusconi.

Mario Kraus

lunedì 5 dicembre 2011

lunedì 7 novembre 2011

martedì 1 novembre 2011

Sette Generi

Tempo fa un’amica anarchica mi disse che il mondo sarebbe giunto alla pace e alla concordia il giorno in cui i sette generi che compongono il genere umano fossero riusciti a vivere in armonia. Una volta raggiunta questa agognata armonia, mi diceva sempre questa mia amica, avremo finalmente il comunismo: credetemi, mi ci sto già impegnando.
Il problema comincia quando si elencano questi sette generi, che se ricordo bene erano: gli eterosessuali, gli uomini sessuali, le donne sessuali, gli asessuali (sarebbero quelli che si eccitano davanti alla lettera A, e infatti come la vedono si mettono ad ansimare tutti contenti: “Aaah, aaah, aah” ecc.), i bisessuali (qui la faccenda è invece un po’ più complicata), i transgender (ovvero i luxuriosi) e i cisgender (quelli che hanno cambiato sesso e poi si sono ripresi quello di prima).
A questo punto bisognerebbe eleggere una commissione formata da sette rappresentanti, uno per genere, ma ci sarebbero subito delle difficoltà a tenerli tutti insieme nella stessa stanza: chi sta appiccicato al muro per evitare sorprese, chi al soffitto, chi si disinteressa completamente della faccenda almeno finché non vede una A da qualche parte, chi invece è contentissimo perché ‘ndo coje coje e quando il mare è in tempesta ogni buco è porto. Ciò, se non altro, spiega chiaro e tondo una cosa: ecco perché al vero comunismo non ci siamo ancora arrivati.

Mario Kraus

domenica 16 ottobre 2011

domenica 9 ottobre 2011

Benigni col Berlusca

Strepitosa ospitata di Benigni dalla Dandini a “Parla con me”, l’estrosa trasmissione che ieri è finalmente ripresa a furor di popolo: il popolare comico toscano, in grande spolvero dopo una lunga assenza dai palinsesti televisivi, ha intrattenuto per mezzora il pubblico sul senso dell’unità nazionale e sulle boutades di Berlusconi, ribattezzandole argutamente “boutanades” con gran sollazzo del pubblico.
L’idea più spiritosa è stata però il nuovo nome che Benigni ha suggerito di dare al PdL, ovvero “Forza Gnocca”: una stoccata che ha fatto piangere la gente dalle risate e ha perfino ricevuto il plauso del segretario del PD Bersani, il quale l’ha definita una battuta “puntuale e sferzante”. Insomma, grande ritorno doveva essere e grande ritorno è stato.

Gian Maria Antonietta Berlinguer

martedì 4 ottobre 2011

Secessionista Siempre

Salve. Sono Mario O’Mar Righetti, 36 anni, segno dell’Acquario ascendente Pesci. Sono un roman-torinese o torines-romano che dir si vògliola e sì, sì, sì, sono secessionista al quadrato, con buona pace della collina. Sono secessionista da vent’anni suonati (lo dico per evitare che mi si accusi di stare salendo adesso sul carroccio del perdente) e lo sono non perché voglia effettivamente separare l’Italia in tre o quattro tocchi (se devo dirla tutta non me ne frega niente, lasciamola pure così), ma perché mi sono stufato di assistere ad attacchi contro partiti innocui come la Lega Verde o il Partito dei Pensionati in Cassa Integrazione. Stufo, ma proprio stufo marcio. Mai che attacchino, dico io, il Partito Democratico Squatterista Italiano o l’Italia dei Balordi, o ancora Rifondazione Abusivista, ovvero quelle fazioni che, non appena un leghista scende inoffensivamente in piazza, gli scatenano addosso un putiferio della malora andando a tirar sassate a lui e alla polizia. Proprio loro, i democratici di nome e di misfatto, quelli che fanno amorevolmente sapere che “se Silvio non se ne va ci scappa il morto”, non sono stati toccati nemmeno con un fiore dal napoletano in omaggio, il quale se n’è stato per l’appunto ben zitto quando è venuto il loro turno. Capisco, l’intimidazione dipietrana dev’essere una versione riveduta e scorretta dei vari “Si dimetta”, “Faccia un passo indietro” e via invitando, quindi non vale neppure la pena di soffermarsi su queste inezie, ma non è possibile che le velleità leghiste, ormai reiterate senza esito da vent’anni a questa parte, siano più degne di timore di quanto non lo siano i morti cercati e a volte anche trovati da questi sinistri soggetti.

Mario O’Mar Righetti in Kraus

martedì 27 settembre 2011

Concorso Fotografico - 2

Continua il concorso fotografico di Informazioni Riservate. La foto di oggi:

"La tomba del pompiere" (Anton Gardner)

mercoledì 21 settembre 2011

Concorso Fotografico

Parte il concorso fotografico di Informazioni Riservate!
Se hai qualche foto degna di pubblicazione, non esitare ad inviarcela all'indirizzo informazioniriservate@gmail.com.
Le più simpatiche verranno premiate con una calorosa stretta di mano.

La foto di oggi dal titolo: "Pressioni Inavvertite" (Anton Gardner)

sabato 17 settembre 2011

Che Pialle

“Si dimetta. Faccia un passo indietro. Ecco, così, un po’ più a destra, grazie. Prego, sorrida. Fermo con le mani. Le metta a posto, lì, ecco. No, davvero, se lei avesse la compiacenza di fare ‘sto benedetto passo indietro le saremmo molto grati, anche perché in tal caso andremmo al governo noi. Davvero, dia retta, si dimetta. Giù le mani, sì, proprio quelle. Faccia un favore al Paese, vada da Napolitano e rassegni le dimissioni. Dunque si rassegni, faccia ‘sto cacchio di passo indietro e ci lasci lavorare, che noi sì che siamo quello che ci vuole per il Paese.”
Che pialle. Settimane, mesi, decadi di dichiarazioni sempre uguali a se stesse, qualsiasi cosa succeda. Commenti sempre più simili alle battute di una filodrammatica in vacanza, alla particina del guitto che si ritrova sempre la stessa espressione pitturata sulla faccia, senza mai un guizzo, un motto di spirito, uno svolazzo lessicale che ti faccia levare la testa. Tutto così, e chissà chi è il genio che ha inventato la variante del passo indietro per non parlare sempre di dimissioni: da premio Nobel per l’oratoria.
Che pialle veramente. Con queste frasi fritte e rifritte, ripetute ogni giorno in tutti i TG, giornali radio, giornali e basta, questi sfaccendati hanno piallato tutto: la politica, l’interesse dei cittadini per la medesima, gli argomenti, persino i problemi mostruosi che ci troviamo tra capo e collo non solo noi, ma anche l’America, la Francia, la Germania, l’Est, l’Ovest, tutto il mondo.
Piallato tutto, come se anziché di una crisi bastarda si trattasse di una stanca e logora routine. Dico: la disoccupazione. Ci pensate? Una cosa gravissima, da disperarsi e battere la testa contro il muro. L’immigrazione che dura e durerà per omnia millennia millenorum, e che nessuno potrà mai arrestare. La manovra con i suoi continui cambi di direzione, che son come un tizio che passeggia allegramente con un’asse di legno sotto il braccio e continua a girarsi distratto, così te la può sbattere in faccia perché manco guarda dove sta andando: ti alzo l’IVA, no, te l’abbasso, la lascio com’è, di più, ti faccio lo sconto, al massimo te l’aumento come ultima ratio, no anzi, ora te la porto al 22%, vai. E avanti: il contributo di solidarietà? Manco per il ciufolo: piuttosto ti abbasso i tagli e riduco l’incremento dell’abolizione delle province. Contento? Qua invece che facciamo? Dai, tagliamo tutto subito, anzi no; ti faccio il giochetto sporco ed elimino non le province (così basterebbe una legge e zac, sarebbe troppo facile), bensì la Provincia, che lì ci vuole una riforma costituzionale con la maggioranza allargata, quindi hai voglia di bere ova prima di riuscire a vararla, con tutte le divisioni, le correnti e le sottocorrenti che abbiamo. Finita qui ‘sta manovra? Sì, no, ne facciamo un’altra per sicurezza, grazie. Tutte cose, insomma, estremamente preoccupanti, che possono dare sterzate e sferzate decisive al tuo futuro, alle tue decisioni, al tuo tenore di vita da qui in poi. Ma questi combinano pasticci in nome dell’UE, di Moody’s che ti boccia, della Borsa che si trastulla con le sue altalene speculative. Questi, insomma, cambiano continuamente idea, e quegli altri che fanno? L’opposizione? Ma figurati. Dire “si dimetta, faccia in fretta, un passo indietro, un po’ più in giù”, questa sarebbe opposizione? Molto utile, davvero.

Mario Kraus (da oggi ufficialmente indignato)

martedì 13 settembre 2011

Potere Relativo

A me mi hanno rovinato i poteri deboli (quelli forti hanno altro a cui pensare). Se non siete dei politici o dei pezzi grossi in generale potete venire sotto la mia aluccia a lamentarvi, perché oltre ad essere sulla mia stessa barca e a mettervi di default nei miei panni, avete lo stesso, identico, letale nemico: i poteri deboli.
La mia, digiamogelo francamente e democraticamente, non è un’aluccia protettrice. Perché se lo fosse, i poteri deboli me li sarei sgranocchiati a colazione, o quanto meno me la starei giocando con loro ai supplementari, e invece sono qua, accorato dalla sconfitta e tormentato dai dubbi (“Ma Amleto nun era fascio? Ma magari fosse fascio, armeno avrebbe fatto ‘na scerta naa vita”). Indi non mi resta che fare cose che non serviranno, cose inutili. In questo, permettetemi, sono un asso. Per esempio domani, o anche fra sei mesi, mi andrò a leggere Leopardi in klingon, cosa appunto del tutto inutile perché i klingoniani non provano l’amore né la malinconia. Vi immaginate un po’ se noi dovessimo leggere poesie sul contraxismo o sul fljuberto ergonomico (tipiche manifestazioni della vera anima klingoniana)? No, appunto.
A scanzo equivoci, mi resta un’ultima cosa da dire. Se è vero non ho sicurezze riguardo ad Amleto, su di me almeno sono sicuro: una quindicina di anni fa un emerito sinistronzo mi diede sul suo giornale del razzista e del fassista, nonché “qualsiasi altro aggettivo che si possa trovare con appena un po’ di sforzo”. Ergo, sbizzarritevi. È pure gratis.

Gnaggnerox

sabato 10 settembre 2011

Ciak, si giri!

La lunga scena di nudo integrale di una Monica Bellucci in stato di grazia nel nuovo film dello sconosciuto maestro francese Philippe Garrel "Un etè brulant" ha mandato in visibilio il pubblico maschile della Mostra del Cinema di Venezia, nonostante la pellicola sia stata definita dalla critica alla stessa stregua della fantozziana corazzata Potëmkin. Durante l'intervista di rito, il regista ha dimostrato un ottimismo senza precedenti: "Diciamo che dovremmo più o meno rientrarci delle spese, forse".

Anton Gardner

martedì 6 settembre 2011

Dentro Tutti

Tg1.
"Dopo la mirabolante notizia sul non vedente che ha subito per errore un trapianto di corna, passiamo ora al meteo. Giornata rovente su tutto lo Stivale. In studio con noi c'è Valendina Tristi, a te Valendina".
"Sì, Alviera, grazie della linea. Come anticipavi, oggi l'afa si è fatta sentire in tutta Italia, con temperature superiori a 38 gradi al centro e sulle isole maggiori. Il Lazio regione più calda in assoluto. Ma sentiamo il nostro corrispondente dalla redazione regionale, Alicardo Panzaccorta".
"Grazie mille Carlotta, è proprio come dici tu: il Lazio è la regione più calda in queste ultime ore. Molte città si sono svegliate questa mattina sotto una cappa umida e grigiastra che non accenna ad allentare la presa e rende irrespirabile l'aria. I maggiori problemi sono stati registrati nella Capitale. Il nostro inviato, Svetlano Consorzi."
"Sì, Alicardo, siamo collegati da Roma, più precisamente da Campo dei Fiori. Un caldo senza precedenti nelle strade capitoline. Il traffico è andato in tilt sin dalle prime ore del giorno ed i condizionatori delle palazzine stanno funzionando ininterrottamente. Il picco di temperatura è stato registrato intorno alle ore 15 nel quartiere Trullo. Sentiamo il nostro corrispondente di quartiere, Consalvo Mariotti".
"Vi parlo da Via del Monte delle Capre, nel punto preciso in cui l'ARPA Lazio ha registrato il picco di 38.6 gradi centigradi, precisamente alle ore 15.32, con un'umidità del 79%. Ma sentiamo l'opinione della gente: il nostro inviato, Geranio Strastorti."
"Buongiorno da Geranio Strastorti. Siamo in compagnia del signor Gianfederico. Sente caldo?"
"Madonna Santa, da mori'..."
"Bene, a te Consalvo".
"Grazie mille Geranio. A te Svetlano."
"Riprendiamo la linea da Roma e la rimbalziamo nella sede regionale. A te Alicardo."
"Dalla sede regionale è tutto. A te Valendina".
"Per il meteo è tutto. A te Alviera".
"Grazie Valendina. Ed ora un quarto d'ora di pubblicità".

Anton Gardner

lunedì 5 settembre 2011

Diverse Interpretazioni

Da un sondaggio effettuato dall'AISES (Associazione Italiana Sedicenti Effettuatori di Sondaggi) risulta che la Bellucci viene ricordata dal pubblico italiano non tanto per le forme sinuose - che il medesimo panel definisce "niente che non abbia anche mia nonna" (vedi foto, N.d.R.) - quanto per le incontrovertibili doti istrioniche dimostrate dall'attrice davanti alla cinepresa. Come non ricordare infatti il ruolo di dottoressa muta interpretato in "L'ultima alba", film con Bruce Coyote del 2003 (in realtà il film era con Bruce Willis, ma dopo i risultati al botteghino l'attore americano ha richiesto immediatamente che il titolo fosse cancellato dalla propria filmografia) o il capolavoro indiscusso "La passione di Cristo" (2004) in cui anche i più attenti critici cinematografici hanno creduto fino all'ultimo che fosse lei la protagonista della pellicola, forse tratti in inganno da un titolo che, in effetti, apre a diverse interpretazioni.

Anton Gardner

giovedì 1 settembre 2011

Nun Te Capimo

Il sole di domenica (Dolcenera)

Io non ti capisco,
io mi lascio andare freccia nel futuro.
E tu che parli di affinità,
i tuoi riflessi di vanità,
falso di un tramonto il senso delle cose.

Siamo faccia a faccia io e te,
e facciamo solo come se cambiare sia un dovere.
Se ad ogni reazione corrisponderà un'azione.

Crolla, crolla, crolla il sole di domenica,
le previsioni del tuo cuore fanno a cazzotti col dolore,
e brilla, brilla, brilla il cielo dell'America,
le quotazioni del tuo amore sono espressioni letterarie che infieriscono sull'idea,
che ho di me.

Per chiosare questi versi ci vorrebbero proprio gli sberleffi che Lillo e Greg, in una canzone di identico tenore ma con intenti chiaramente autoironici, piazzarono nel ritornello del testo di D’amore e nel vento (chi volesse ascoltarla faccia clic qui e avrà la canzone in omaggio). Forse è autoironica anche Dolcenera, che s’immedesima nell’ascoltatore fin dal primo verso (“Io non ti capisco”) che poi è l’unico che effettivamente si riesca a comprendere di tutto il brano. Il resto è silenzio (attonito): davanti ad acrobazie verbali come “le previsioni del tuo cuore / fanno a cazzotti col dolore” o “le quotazioni del tuo amore / sono espressioni letterarie ecc.”, “i tuoi riflessi di vanità, / falso di un tramonto / il senso delle cose”, viene francamente il dubbio che Dolcenera ci stia sic et simpliciter pigliando per il culo.

Mario Kraus

mercoledì 31 agosto 2011

Overland 14

Overland ai nastri di partenza. Il successo della dodicesima serie - "a spasso per le strade inesistenti dell'Angola" - e della tredicesima - "dalla Cina col furgone" - quest'ultima ancora non andata in onda - (ma quante incidentali metti???.. ma anche questa lo è, D'OH!, N.d.R.), ha spinto il tanto amato quanto stazzonato equipaggio ben oltre i confini del coraggio umano, dove neanche il segnale TIM osa arrivare.
Un'avventura con la fedina penale pulita (= senza precedenti) sta per avere inizio.
Questa volta non saranno i castelli dell'Alsazia a mettere i bastioni fra le ruote dei potenti mezzi meccanici a disposizione dei baldi; e neanche le pianure dei Pirenei (?) né i boschi del Sahara (?!).

Overland 14: Roma - da Piazza Maresciallo Giardino a Piazzale Clodio.
Due mesi di pura adrenalina, fra semafori, strade dissestate, crateri di vulcani in eruzione, animali assortiti e code chilometriche.
In soli 800 metri.

Anton Gardner

lunedì 29 agosto 2011

Quando Tutto è Risuccesso di Nuovo

Certe volte torno a casa e mi sembra che il tempo non sia più vivo. Mi sono attaccato a momenti ormai trascorsi da un pezzo, a ricordi che si squagliano di volta in volta, sicché sto perdendo la comunicazione con la realtà e risulto irritante. E allora mi dicono “ma ‘ndo vivi, sei te che sei sorpassato”. Ma che ne so… So' 'r passato, so' 'r presente, so' 'r futuro, e invece nun so' gnente…
Ormai anche la politica, la volontà, le passioni sportive, gli affetti mi sono rimasti appiccicati addosso sotto forma di cose avvenute, se sento parlare di quello che è successo ieri scuoto la testa.
Che ne so? La casta, la Carrà che canta ancora “A far l'amore comincia tu” (e ce vo' un bel coraggio se pensi che ormai avrà du’ secoli netti d'età), Gheddafi che, solo e sconfitto, riscuote giusto le simpatie di Chavez e le mie (ci pensi? Eppure l’aveva detto Elio che il Ghed “non è di grande compagnia / ma è il più simpatico che ci sia”; lo vedi alla fine che aveva ragione?), l’ultimo scudetto che manco so più chi l'ha vinto, la moda che fa tendenza, l'arrivo di trecento milioni di immigrati previsto per domani.
Tutte cose di cui ho sentito parlare oggi e di cui già in questo preciso momento non ricordo più nulla.
Vado nell’altra stanza, infilo una cassetta nei meandri del lettore perché il PC non funziona e accendo la baracca.
A un certo punto, come dice la Nannini, mi sorprendo: vedo l’attacco in bici di uno che non c’è più da sette anni e che dall’ultima volta che ha vinto ne sono passati dieci. Eppure mi metto a saltellare sul letto come un bambino, come se quello che sto vedendo avvenisse ora, adesso, come se stessero correndo una tappa del Tour questa sera. Per un attimo dimentico che il Tour quest’anno l’hanno già corso e mi ritrovo a domandarmi se non debbano ancora correrlo.
Intanto Pantani è a tutta ed è scattato sgranando il gruppo. Lo seguo fremendo come se la gara fosse in diretta. Alla fine la vincerà, quella tappa, anche se quel disgraziato di Armstrong, non contento di aver vinto il Tour per sette volte, al traguardo andrà pure a dire che quella vittoria gliel'aveva regalata. “Dai, Pantà, non je la fa' passà liscia” mi dico furibondo. E infatti il Pirata liscia non gliela fa passare, un paio di giorni dopo (ma è sempre adesso) lo stacca su un’altra salita e a quel punto potrei ritenermi soddisfatto. Ma c’è ancora una tappa di montagna da fare e mi viene quasi da piangere quando, dopo aver visto Marco scattare a 120 km dall'arrivo, lo vedo raggiunto quando ne mancano 60 e staccato alla fine. Però non mi tolgo dalla testa quel momento in cui ho esultato vedendolo andare all'attacco e mi son messo a fare il diavolo a quattro come già l’avevo fatto, dieci anni fa, quando tutto è risuccesso di nuovo.

Devid Antoleariu

giovedì 25 agosto 2011

La Corsia del Disonore

Vorrei rassicurare tutti i lettori riguardo ad una tematica che ci ha tenuto incollati ai media e ha tolto il sonno ai più (certo, sai che scomodità dormire con un televisore appiccicato sulla fronte?). Orbene, mettiamo un punto e tiriamo un sospiro di sollievo, ché i nostri dubbi sono dissipati: non c'è alcuna relazione fra la guida sulla corsia di destra e la sterilità.
Il risultato proviene da una recente ricerca condotta dall'ISES e che ha riguardato un panel di oltre 5000 persone, distribuite in modo uniforme sulla popolazione dai 18 a salire, ambosesso (in modo mutualmente esclusivo), e tenute sotto controllo costante per registrare eventuali cali nella reattività sessuale.
Connazionali, non abbiate timore: possiamo riappropriarci di una tale comodità, almeno fino a quando Voyager non allineerà le linee di mezzeria a Rennes Le Chateau.

Anton Gardner

mercoledì 24 agosto 2011

Richiudete Quella Porta

Finalmente apprendiamo da “La Stampa” un caso di buona amministrazione: si è dato corso alla norma più intelligente del Codice della Strada, l'articolo 158, comma 4, il quale recita «Durante sosta e fermata il conducente deve adottare le opportune cautele per evitare incidenti ed impedire l'uso del veicolo senza il suo consenso.
Sanzioni previste: da 23 a 92 euro per i motorini, da 39 a 159 per «i restanti veicoli».
Risultato: a Cuneo sono stati multati 5 autisti per aver lasciato l'automobile senza averla chiusa a chiave.

Dopo anni passati a sentire filippiche contro le norme Europee, ree di occuparsi della lunghezza dei cetrioli, inauguriamo una nuova rubrica: le norme italiane.

Pensiamo a questo art. 158, c.4, e facciamone una breve analisi illogica.
1) “durante sosta e fermata”. Come noto a tutti gli automobilisti (ma non al legislatore) per “fermata” si intende la sospensione momentanea della marcia anche se in area ove non sia ammessa la sosta, per esigenze di brevissima durata. Durante la fermata il conducente deve essere presente e pronto a riprendere la marcia. Se ne deduce che il conducente resti nell'abitacolo o nelle sue immediate vicinanze. Come può qualcuno insinuarsi nell'abitacolo e utilizzare il veicolo senza il consenso dell'autista seduto alla guida? Ai lettori e ai vigili urbani l'ardua sentenza;
2) il Burocratese contro cui si combatte da decenni è vivo e lotta con loro (i VVUU). Se il senso della norma è “chiudere a chiave”, il burocratese traduce “adottare le opportune cautele per evitare incidenti e impedire l'uso del veicolo senza consenso.”
3) la norma si costruisce sul rovesciamento del buon senso e si struttura come un illecito amministrativo di rischio: si viene puniti non perché si produca il risultato dannoso (l'auto che ruzzola per la strada), ma per aver solo disposto le condizioni perché ciò possa verificarsi. Eppure, c'è un leggero salto logico: il comportamento che determina la caduta dell'auto, non è la mancata chiusura a chiave dell'auto, ma l'aver disinserito la marcia e il freno a mano. In pratica per non dover punire un criminale che ipoteticamente si insinui nelle auto e le scaraventi per una discesa, si punisce il conducente che ha solo chiuso la portiera senza premurarsi di chiuderla a chiave. Che succederà poi se, chiuse le portiere a chiave, si sia dimenticato il finestrino abbassato? Multa perché il criminale potrà ugualmente insinuarsi? O niente multa perché le porte sono state chiuse a chiave? Ma poi, se si devono adottare tutte le opportune cautele, sarà veramente sufficiente solo chiudere a chiave la macchina? Cosa potrebbe succedere se il buontempone di passaggio sfondasse il finestrino e disinserisse la marcia ed il freno a mano? La stessa cosa: non si capisce perché chi sia così pazzo, o criminale, da tentare di aprire tutte le portiere fino a trovarne una aperta per far schiantare quell'auto, debba fermarsi davanti una portiera chiusa senza rompere il vetro e mettere in pratica il proprio piano. Ma allora, sarà ancora colpa del padrone dell'auto: infatti, sarebbe colpa sua non aver posto dei sassi contro le ruote per evitare la discesa dell'auto. Ma anche i sassi possono essere facilmente spostati dal nostro matto; allora l'autista dovrebbe accertarsi di fissare al suolo gli stessi sassi... Insomma, o questa norma non ha alcuna utilità pratica, o spinge all'infinito gli obblighi di cautela...
4) Quali verifiche dovranno fare i VVUU? Beh, prima di tutto dovranno verificare il grado di pendenza della strada, e poi dovrebbero tentare di aprire le portiere di tutte le auto, altrimenti come potrebbero verificare l'infrazione della norma? Non a caso tale norma, finora, non aveva mai trovato applicazione. E del resto, abbondano le storie di automobili precipitate per le strade perché, lasciate aperte, dei simpatici passanti le hanno aperte, ed hanno tolto freno e marcia... Non dimenticate: tutto ciò potrebbe verificarsi secondo il legislatore anche quando l'auto è in fermata, dunque con il conducente presente.

C'è però un lieto fine. Uno dei 5 multati è riuscito a farsi annullare la sanzione: ha dimostrato che la portiera era stata forzata pochi giorni prima dai ladri, presentando la fattura del meccanico. Impossibile chiudere quell’auto. Ciliegina sulla torta: un autista che disponga di un'auto perfettamente efficiente, ma che dimentichi occasionalmente di chiuderla a chiave, si becca una multa. Un autista che circola con una macchina che non potrà essere mai chiusa non solo può continuare a circolare, ma non paga neanche la multa.

Si attendono leggi per punire coloro che non chiudono la porta di casa o le finestre, così incentivando il dilagare dei furti e delle successive ricettazioni.

Mirabò

martedì 23 agosto 2011

Adesso Casta!

Non lamentiamoci per le scorte della casta e per le caste di scorta (calciatori scioperati scioperanti, squadre di clàbbe e di cleb che forse pagheranno al posto loro, personaggi dello spettacolo, ecc.): in fin dei conti il fatto di vivere in Italia ci ha evitato una sorte ben peggiore, specie se penso alla figura del cognato, messa in risalto da Anton e già assai importante nel Meridione, dove spesso si terminano i discorsi importanti salutando questa particolare categoria di parenti che, oltre al resto, dà ottimi numeri del lotto in sogno, ma che in India è molto più in auge che da noi.
Tant’è vero che, nella lingua ufficiale di quel Paese, il termine “cognato” ha una carica affettiva fortissima, pari a quella del nostro fratello, e si traduce con sei/otto termini a seconda che per cognato si intenda il fratello minore della moglie, quello maggiore, il marito della sorella maggiore, di quella minore, il marito della sorella della moglie ecc. ecc. senza contare che, se si tratta di una cognata anziché di un cognato, le parole cambiano e conseguentemente il numero delle traduzie possibili raddoppia.
Ne deriverebbe che, se fossimo indiani, sborseremmo ancora più quattrini per le gomme di scorta del fratello della moglie della sorella del marito, o per la sorella minore del marito della cognata che non sta da noi ma nell’altra casa, per tacere poi dei bagni gratuiti nel Gange, l’ora di meditazione e di yoga, le auto blu se si tratta di deputati del PDL (Ford Escort, in ogni caso) e le auto rosse per quelli del PD, sempre in attesa che Fini e i suoi amichetti fuoriusciti scelgano il colore della vettura perché ancora non s’è capito se rientreranno nelle file del Berlusca o resteranno in disparte.
Insomma, nel complesso ci è andata pure bene, e se i vantaggi della casta non si estenderanno anche ai cugini di terzo grado potremo finalmente uscire dalla crisi fra quindici/vent’anni. E senza neppure dover fare sacrifici per restare nell’Unione Asiatica.

Mario Kraus

lunedì 22 agosto 2011

L'inguine all'Astice

In programma al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre, la 68esima edizione della Mostra del Cinema ha in calendario titoli parecchio "caldi". Manco a farlo apposta, spicca la presenza di Monica Bellucci, la quale già al Taormina Film Festival aveva messo le mani avanti confessando: "Al cinema non mi piace fare la brava ragazza". La dichiarazione è stata poi sottoscritta da un amico di vecchia data che ha fatto sapere: "Effettivamente da quando la conosco ha costellato di cingomme e caccole le poltrone dei cinematografi di mezzo Stivale".

Anton Gardner

domenica 21 agosto 2011

I Segreti della Casta

E sì che Spider Truman ci ha infinocchiato per bene. Quasi 400.000 iscritti alla sua pagina Facebook e altrettanti follower dell'unico sito mondiale a contenere più banner pubblicitari di Mediashopping.it.
L'autore del blog continua imperterrito, in modo oramai fastidiosamente palese, o meglio palesemente fastidioso, ad allungare il brodo granulare nella speranza di racimolare un manciata di lettori in più. In due mesi si è parlato di scorte per il politici, auto blu con pneumatici talmente privilegiati che - vergogna! - possono vantare anch'essi una ruota di scorta, tanto paga Pantalone; poltronissime per i cugini dei politici, trasporti gratis per cognati dei politici e rispettive famiglie, sconti sui contratti di telefonia mobile degli amici dei cognati dei politici, privilegi variegati per i cognati degli amici dei cognati dei politici (a rischio ricorsione), ma dei segreti della Casta ancora niente. Attendiamo fiduciosi.

Anton Gardner

sabato 20 agosto 2011

Immagini Sagre

Anche quest'anno enorme successo di pubblico per l'undicesima edizione della Festa delle Fiche, in onda il 16 agosto a Salve (LE). Come da copione, migliaia di appassionati si sono riversati nelle campagne salentine per assaporare le ricette tradizionali a base del gustoso frutto settembrino. Il programma dei festeggiamenti ha superato ogni aspettativa in termini di creatività e delicatezza, eppure vuoi per l'immanente crisi economica, vuoi per un problema tecnico-logistico, la madrina d'onore Giorgia Palmas non ha potuto prendere parte alla manifestazione; si è ripiegato quindi su 100% Brumotti, seppure anche lui fino all'ultimo momento fosse in bilico; almeno fino a quando, con buona pace di tutti, ha deciso di scendere dalla bicicletta.

venerdì 19 agosto 2011

Usciamo il Buon Senso

Anziché rivolgermi all’Accademia della Crusca, mi rivolgerò più modestamente a Mario Kraus, che nel suo intervento voleva entrare il cane e uscire il gatto senza incorrere in errori di grammatica.
Caro il mio littizzettofilo, se c’è una virtù che mi contraddistingue è quella di capire tutto e tutti: capisco quelli che affogano i salvagenti, quelli che giocano a scacchi col morto, quelli che mandano a letto i bambini senza colazione e persino quelli che abbandonano il cognato in autostrada, ma quelli che dicono “esci il cane”, no. È una questione di buon gusto, che cappero: quando l’altro giorno un mio amico mi ha detto al telefono “Ho uscito il cane”, ho sentito le orecchie che stridevano e il sangue arrestarsi manco si fosse trovato davanti a uno stop. E bada che gliel’ho pure fatto notare: niente, è stato come parlare al sottoscritto quando gioca a Pornotetris; l’amico Fritz ha continuato imperterrito a uscire cani, scendere valigie e salire i sacchi della spesa senza ritegno, benché per il resto parli in ottimo italiano.
Indi per cui, anziché rivolgerci all’Accademia di cui sopra, rivolgiamoci piuttosto al buon senso e facciamo un favore al nostro udito e alla nostra lingua: riprendiamoci pure il passato remoto, ingiustamente lasciato al Sud, e buttiamo questo uso strampalato dei verbi al cane, invece di uscirlo.

Devid Antoleariu

mercoledì 17 agosto 2011

Esci il Cane, Scendi il Gatto

Chiedo udienza all’Accademia della Crusca per sottoporle un caso increscioso di discriminazione linguistica: mentre in francese è perfettamente legittimo uscire la macchina da un garage o salire una valigia per le scale, in italiano caschiamo dai tremila e strabuzziamo gli occhi quando sentiamo qualcuno dire che ha uscito il cane anziché portarlo fuori, e magari l’ha anche pisciato. Insomma, nella nostra lingua vale lo slogan “no intransitivo no parti”, ma soprattutto no porti, e men che mai le bestiole domestiche a spasso.

Al nord abbiamo francamente commesso un sopruso, facendo sparire il passato remoto dall’italiano e rendendolo quasi una marca di meridionalità. Ora propongo uno scambio riparatore: visto che abbiamo imposto il passato prossimo anche quando non ci vorrebbe (“Ieri andai”, se sono già tornato, è giustissimo), lasciamo salomonicamente che il sud ci imponga l’uso transitivo dei vari uscire, entrare, salire, scendere per rimettere in pari la faccenda. Magari nella prossima finanziaria, visto che ormai ci facciamo entrare dentro, anzi ci entriamo dentro di tutto.

Mario Kraus

mercoledì 10 agosto 2011

Venticello de Rom

In un picciolo Stato che trouauasi all’interno della cittade capitale della natione italiana, che etiandio appellauasi “Roma capoccia”, un Papa parlaua sovente di accoglientia et exortaua li cittadini de Roma a non rigettare li estranii ivi giunti per via di imbarcationi et per via di terra, hauendo tuttavia ben cura de non riceuere manco per isbaglio nel suo Stato alcuno che provenisse da nattioni fuore de la Comunitade europea, fatti salui taluni suizzeri che li fungeuan da guardie. Essemplo preclaro di siffatta coerentia est quello che auuenne in sul finir dell’aprile dell’anno di gratia MMXI, quando un centinajo di rom, che nulla aueua che fare con i Romani, trattandosi di tzigani, e che aueua occupato il picciolo Stato, ne uenne expulso in vertude de li buoni uffizi della Caritas. Il Papa, videlizet Benedictus XVI, ebbe guisa di significare che era loro uicino, ma non obstante li tenne assaj lontani dalla basilica e da ciascun’altra parte de le proprie terrae.


Mario Kraus

martedì 2 agosto 2011

Domande Retoriche

Riprendiamo con estremo piacere un post apparso su questo sito. A quanto pare, la strategia marketing proposta da Milvio Merliscotti e basata su un'attenta e delicata ricerca lessicale ha funzionato ed ora anche altre realtà (fra cui quella di una gioielleria pugliese, in foto) stanno applicando metodo siffatto. Il senso raffinato della campagna si estrinseca nell'estetica ed ancor più nella padronanza semantica che contraddistingue l'autore dei manifesti, il quale svela in un sol motto interrogativo la sua meno interrogativa passione per le domande retoriche.

Scontro Mortale

Un violento scontro tra una bicicletta ed un camion si è verificato ieri sera poco dopo le 18 a Cagate di Sotto (BS) ed è costato la vita ad un Mercedes, 7 anni, targato CX 145 WW. L'autoarticolato stava percorrendo la Statale 16 da Montecarotide verso il propria rimessa. Sembra che avesse raggiunto il centro della carreggiata per svoltare a sinistra in via Filippo Penati, proprio in prossimità del confine tra le province di Brescia e Catanzaro. Dietro di lui proveniva a forte velocità una bicicletta, guidata da un uomo di Lavalolive (NA), che avrebbe tamponato il camion scaraventandolo contro un mezzo pesante dei trasporti eccezionali che procedeva, in colonna con una mietitrebbia, nel senso di marcia opposto. L'urto è stato violentissimo e per il Mercedes non c'è stato niente da fare. Sia il guidatore della mietitrebbia sia il ciclista si sono precipitati per portare soccorso ma ogni tentativo di risollevare il camion è risultato inutile. I sanitari del 118, immediatamente giunti sul posto dall'ospedale di San Pangasio, non hanno potuto far altro che constatare il decesso del mezzo pesante, la cui scocca è rimasta a lungo sulla carreggiata in attesa del via libera per la rimozione da parte del magistrato.

venerdì 22 luglio 2011

Quello ero io ma non ero io

Ormai è ufficiale: per insegnare musica all’università e/o alla radio bisogna avere la voce della Littizzetto. Non mi si guardi come un alieno in libera uscita perché è vero: vado a Rivoli e faccio conoscenza con l’insegnante locale di musica, sorella di un mio amico. Ha lo stesso accento, la stessa inflessione biologica e dialettale dell’idola di Mario Kraus. È solo un po’ più alta, ma il carattere è uguale. Boh, sarà un caso.
Poi accendo la radio al sabato (ore 9:30, suppergiù) e ti sento una che conduce la trasmissione “Lezioni di musica” e penso “Ma questa è lei”. Mi informo in rete: ha la stessa faccia della Littizzetto, parla come la Littizzetto, si riproduce come la Littizzetto, chi è? È tale Carla Moreni. E qui si rompe l’incantesimo.
A questo punto capisco perché, pur coltivando una passione innegabile e immensa per la musica classica, non ho mai avuto occasione di insegnarla. È semplice: perché non ho la stessa voce di Luciana, né ho intenzione di fare un’operazioncina alle corde vocali per ovviare al problema. Tanto do lezioni di inglese, mi basta.

Devid Antoleariu in Littizzetto

giovedì 23 giugno 2011

Bitter dicks

Tempi più duri del solito per la più amata dagli Italiani. Secondo questo articolo, pare che la diva (ritratta in foto mentre mostra alcuni degli strumenti del mestiere alla cena di fine 2010 organizzata dalla Gillette) abbia nascosto al fisco la bellezza di 16 milioni di euro. Milvio Merliscotti non poteva di certo non intervenire con la delicatezza che quotidianamente lo contraddistingue: "Era ora! Adesso le faranno un sedere così!". "Tanto quella c'è abituata...", gli è stato risposto da un passante. "Perché?... Evade il fisco ogni anno?..." Sì, magari.

lunedì 9 maggio 2011

Meglio Ieri

In tempi mesti come quelli attuali, in cui stante la gestione rovinosa della grana immigrati, delle beghe nucleari, della gentil guerra libica e dei rapporti peccaminosi con Madama Francia, un disgraziato come il sottoscritto non riesce più a distinguere la destra dalla sinistra (in senso politico, o meglio alla Gaber), una trovata come quella di Vendola in vista delle amministrative non può che risollevar l’animo e lo spirito.
La trovata in questione è il foglio propagandistico diffuso nei sotterranei della metro e intitolato “Domani”, ovvero quattro pagine a cura di “Sinistra ecologia libertà con Vendola” che si fingono pubblicate il venerdì 8 aprile 2016, ovvero 5 anni dopo le elezioni alle porte. La precisazione che trovate appena sotto la testata (“Tutti gli articoli in questa pagina sono di pura fantasia”) non è necessaria: basterebbe dare un’occhiata in basso e vi cadrebbe sotto gli occhi la frase “Juve-Toro: notte di Champions”. Dopo aver adocchiato una notizia del genere, viene spontaneo correggere la precisazione: non “pura fantasia”, ma “pura fantascienza”.
Ma lasciamo correre. Colpetti di genio come la testata “Domani” sono fatti apposta, come dicevo, per recar sollievo e conforto al povero elettore destrorso che non sa più a cosa serva votare Berlusca e soci dopo le recentissime delusioni che gli hanno procurato. Ma Nichi Vendola ci rassicura: c’è sempre di peggio. E infatti è sufficiente dare una scorsa anche alle altre notizie, perché se non si capisce cosa c’entri il Toro in Champions League con 5 anni di politica vendoliana, si capisce benissimo però questa dove vada a parare. Terzo articolo in alto a destra: “Matrimonio fra Betty e Clara” (il grande ritorno dei PACS e dei DICO, insomma, alla faccia del contribuente); “Rivincita sulle quote rosa. Straordinaria percentuale di donne elette in Parlamento: oltre il 60%” (come se le donne fossero forzatamente più intelligenti degli uomini. A quando le quote trans, nel 2021?); “Rivoluzione verde: Il Piemonte la prima regione che produce il 100% del suo fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili” (già, peccato che queste fonti costino uno sproposito e lo Stato non è più tanto in vena di incentivi). E poi: “La città dei diritti: (…) oggi il 37% delle aziende sane e ben avviate sono di proprietà di imprenditori stranieri (…) Il vescovo di Torino, l’imam della moschea aperta nel 2012 [sentivamo proprio la mancanza di una moschea, ndMK] e il metropolita della chiesa eterodossa romena hanno festeggiato insieme questo importante risultato”. Insomma, si lascia intendere che il numero degli immigrati crescerà con un ritmo ancora superiore a quello attuale, ma tanto in Italia c’è lavoro, casa e posto per tutti, no?
In terza pagina abbiamo due altri deliziosi divertissements: 1) l’oroscopo (“Vergine. Andare a votare alle elezioni comunali è stata la scelta più saggia della tua vita. Ma la prossima volta ricordati di metterci una croce sopra”; “Leone. Ci vuole il pelo sullo stomaco per votare Berlusconi, ma non è mai stato un tuo problema. Bravo, sei un re”; Capricorno: “L’epoca del bunga bunga è ormai un ricordo lontano, non preoccuparti delle bellissime corna che hai sulla testa”. So’ soddisfazioni); 2) il meteo. “Sole in tutta Italia; temperature miti”. Da’ poi un’occhiata alla cartina e guarda che mitezza: a Torino minima 20 e massima 80; a Roma la minima è 28, la massima 72; Milano: minima 30, massima 70.
Per il depresso conservatore non è più il caso di sgomentarsi. “Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra?” La differenza ce l’ha spiegata Vendola con il suo delizioso Domani.
Mario Kraus

mercoledì 27 aprile 2011

Ahiballing

È la moda del momento: i giovani non si fermano, anzi, si superano in continuazione senza mettere la freccia, in un diabolico gioco al rialzo, la trasgressione  estrema che diventa normalità in un battito d'ali(to). L'eyeballing è vodka passata. Ne parleranno i testi scolastici subito dopo il capitolo sul referendum del 1946, ultimo atto della storia d'Italia. Noi, che siamo giovani per Antonomasia (una nostra cara amica), siamo andati oltre: abbiamo inventato l'ahiballing, il bidet a base di vodka! Ehi tu, che sei giovane trasgressivo, sì, proprio tu, con quella panza da alcolizzato e le pantofole di cotone leopardato, hai sempre sognato l'ahiballing ma non hai avuto mai il coraggio di confessarlo. Tu, che il cottonfioc l'hai utilizzato in mille e uno modi, stavi aspettando questo momento. Eccolo qui, detto fatto: il 1 maggio a Roma, davanti alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, sponsorizzato dall'Associazione Ahiballer Italiani - che al momento conta un solo socio ma che vanterà presto un incremento nelle iscrizioni del 100%. - si svolgerà il primo contest di Ahiballing (in foto un campo regolamentare). "Tutto sommato è una giornata tranquilla a Roma, valeva la pena sfruttare il bel tempo per una manifestazione così sentita", ha affermato Alviero Tiragatti, socio fondatore dell'AAhI. Per l'occasione saranno potenziati i servizi di trasporto pubblico ed il sindaco Alè Manno ha fatto sapere di aver firmato una direttiva per far mantenere tutti i negozi aperti, vista la mole di pubblico attesa per l'evento.

martedì 12 aprile 2011

Chi l'avrebbe mai detto?

È ufficiale. Il matrimonio dell'anno, quello fra Adalgisa Salumi ed il mostro di Belsedere (SI), accusato di aver ucciso 47 persone ed averne assassinate altre 32 (questo solo nei primi tre mesi del 2011), è naufragato dopo poche settimane di idillio. "Non immaginavo di trovare una persona tanto crudele" - ha affermato la Salumi ai microfoni di RDS Radio Dei Salumi, di cui è proprietaria nonché speaker. "Eppure nei 7 anni di fidanzamento mi ha sempre trattato con i guanti di velluto ed a volte con quelli di lattice". Il mostro, che per rispetto della privacy chiameremo Mostro, ha risposto alle accuse della moglie con un messaggio romantico: "Mi dispiace di averti dato l'idea di essere cattivo. Prometto di essere più buono in futuro". Messaggio trovato inciso col coltello sulla schiena del cadavere del portiere di casa.

mercoledì 6 aprile 2011

RAI Onlus

Un messaggio circolante su internet in questo ultimo periodo:

"La RAI ha appena firmato un contratto con il Sig. Ferrara al quale viene affidato lo spazio che fu di Biagi. Ogni giorno, dopo il TG1, il Sig. Ferrara avrà la possibilità di dire tutto quello che pensa per 7 minuti. Questi 7 minuti CI COSTERANNO tremila euro alla volta.
Si, avete capito bene, il Sig. Ferrara porterà a casa ogni santo giorno per ben 3 anni 3 mila euro al giorno. Noi cittadini, purtroppo, non possiamo fare molto. Io vi chiedo addirittura di non fare nulla, non sintonizzatevi sul suo programma, se guardate il TG1 cambiate canale appena finisce il telegiornale, non consideriamolo, lasciamo che gli ascolti a quell'ora crollino.
Diamo un segnale preciso, è una cosa piccola?
Forse, ma è anche un preciso segnale che siamo stufi di pagare.
Più siamo meglio è!
Se siete d'accordo fate girare il più possibile."


È splendido: come al solito pigliano tutto quello che fa loro comodo e ignorano il resto, tanto più che dall’altra parte della barricata sono tutti dei poveretti: Santoro, è noto, non prende una lira, e altrettanto fanno i vari Floris, Lucy Annunziata e compagni belli per solidarietà con Michelone.
Ad ogni buon conto, se dovessimo dar retta all’artefice di questa catena di Sant’Antonio di Pietro, dovremmo cambiare canale pure quando trasmettono la partita o il GP di Formula Uno, visti i compensi che girano in quegli ambienti. Già, ma ci ritroveremmo subito di fronte la Clerici, che non guadagna precisamente lo stipendio di un operaio, e allora aricambi canale e incappi nella Littizzetto (un’altra che tira l’anima coi denti), in Fabio “buonuscita” Fazio, Saviano, ecc. ecc. ecc.
Insomma, a conti fatti il solo che non doveva provocare lo zapping collettivo era Benigni quando è andato a Vieni via con me lavorando gratis, ma poi anche lui s’è rifatto subito e ampiamente a Sanremo. E allora che famo? L’unica è spegnere il televisore.
Viva la radio, compagni.

Mario Kraus


lunedì 28 marzo 2011

Desincronizzazione

Quest'oggi gradiremmo rendervi partecipi di un problema passato troppo spesso sotto silenzio, ma che puntualmente riemerge in tutta la sua impetuosità ed in modi alquanto inaspettati. Ci sembra oramai palese che la gente si vergogni a parlarne in pubblico; tanto è vero che pur nella nostra profonda esperienza come analisti di problemi esistenziali nonché affezionati frequentatori di centri commerciali, enoteche, ristoranti, bancarelle e vie dello shopping, non ci è mai capitato di sentirne far menzione. Eppure il problema esiste, è indubbio e, per quanto lo si voglia celare sotto un sorriso che sa di smorfia (chi non ha mai assaggiato un gelato al gusto di smorfia?..), esso ci insegue senza sosta e senza fermata. No, amici, non stiamo parlando del cotton fioc. Peggio!

Stiamo parlando della desincronizzazione.

A quanti di voi sarà sicuramente successo, magari durante una tranquilla passeggiata nel parco o nel bel mezzo di una mangiata alle fraschette di Ariccia. Oppure al mare, quando state per mettere piede in acqua dopo una quarantina di esercizi di training autogeno perché non sapete nuotare. E zac, vi desincronizzate. Ammazza che fregatura, proprio adesso che avevate trovato il coraggio di dichiararvi alla vicina di casa (possibilmente non Margherita) o di mandare a quel paese quel ciaparàt del capo.
Torniamo al caso di Ariccia. Il problema non è la mangiata in sé, che probabilmente vi ha reso sazi già alla prima portata. Se voleste ritornare a Roma con la macchina prestatavi dal vostro amico Leonardo?! Il problema non sarebbe il tornello allestito dalla Polizia Stradale all'uscita del parcheggio, ma la DESINCRONIZZAZIONE!!! Se poi tornare a Roma non vi bastasse ma voleste uccidere tre civili (magari davanti alla Polizia), beh, allora siete davvero degli incoscienti.
In foto: una capra desincronizzata.

martedì 22 marzo 2011

Sondaggi apolitici

C’è stata un’epoca in cui i sondaggi erano sinonimi di azione berlusconiana inaccettabile (“inaccettabile” era un commento della sinistra, ma era puntualmente compreso nel prezzo perché noi Italiani siamo generosi): frasi come “secondo i sondaggi, se si andasse alle elezioni fra 5,8 mesi e se votasse solo il 43,28% della popolazione, saremmo in testa di 0,15 punti percentuali, dunque quei 3 seggi virgola 2 in mano ai moderati sarebbero in mano nostra” erano moneta comune più degli euri; anche la risposta tipica degli avversari (“sì, ma bisogna considerare la forbice”) non costituiva certo una rarità nell’elenco delle notizie del TG5.
Al solo ricordo di quell’epoca è inevitabile essere colti da un’intensa nostalgia: come potrà passarci di mente il buon Mentana che era di destra col fegato e di sinistra col pancreas, ovvero doveva fare a botte con la sua fede politica pur lavorando per il condottiero di Forza Italia? E chi si scorda gli acuti di Barbara Pavarotti?
Oggi volevamo riportare appunto in auge i tanto controversi sondaggi, ma non quelli sull’esito di eventuali elezioni nel 2015 (non servirebbero: si svolgerebbero ampiamente oltre la fine del mondo), bensì quelli più blandi e pruriginosi in materia di sesso. Non il sesso di tutti i giorni, quello banale che non interessa più a nessuno, bensì quello esaltante delle deviazioni biologiche: orgia col botto o senza o con il dodicesimo incomodo, sadomasochismo (specialità manette leopardate), travestimenti da personaggi dei cartoni animati, voyeurismo al cellulare, baccaglio senza esito (che secondo le stime più recenti sono una delle attività più praticate), ecc. Quale tra queste trasgressioni nella trasgressione vi garba di più? In attesa di un Vs. cenno di riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti e Vi ricordiamo il motto dei masochisti: “Se c’è ahia c’è gioia”.

Mario Kraus

giovedì 17 marzo 2011

Campagna pubblicitaria

"Nella mia testa c'è tutto: Marketing, Comunicazione e un tocco di Creatività". Così ha esordito Milvio Merliscotti al Convegno sulle Tecnologie della Porchetta sponsorizzato dall'AssoPorchetta in collaborazione con l'ARCISuino e la partecipazione dell'AGIP (una delle ultimissime, a quanto pare). "Speriamo che, oltre al Marketing, ci sia qualche pure qualche neurone..." si brontolava in platea, dopo quasi un'ora di ritardo nell'inizio della sessione per motivazioni non meglio specificate.
Dopo aver decantato le proprie doti di Brand Manager e proiettato una slide totalmente fuori tema che lo ritraeva in procinto di degustare una succulenta scatoletta di Viskas, il Milvio è passato trionfalmente al caso aziendale, tirandoci purtroppo in ballo.
Ebbene, abbiamo scoperto non senza stupore che il genio indiscusso ha pensato bene di intraprendere una campagna pubblicitaria del nostro blog, ovviamente facendo largo uso di giroconti a nostro favore. "Beh, diciamo che all'inizio non ho voluto esagerare. Prediligo piuttosto le pubblicità subliminali", ha tenuto a far presente, mostrando a mo' di paradigma un insignificante cartellone pubblicitario affisso a Piazza San Pietro (in foto). "Quanto l'ho pagato? Non importa.. basta il pensiero. Per tutto il resto c'è Mastercard. La loro". Appunto.

martedì 8 marzo 2011

Quanta crudeltà nel mondo

Secondo uno studio da parte dell'Associazione Modem Azzurro, una cui relazione è stata dettagliata sullo scorso numero di PC's Health, il 9% dei computer viene puntualmente picchiato dal proprietario. "Il fenomeno sta crescendo in maniera preoccupante", ci racconta Stefano Lavori, Presidente Onorario di Modem Azzurro nonché famoso inventore dell'i-Uola (un utilissimo apparato elettronico che non può essere calpestato), "senza contare il 40% che viene insultato quotidianamente per le più svariate motivazioni". I maltrattamenti sortiscono effetti devastanti sulle macchine: "Abbiamo molti PC in psicanalisi: molti non si riprendono dallo shock e devono essere formattati; altri cerchiamo di aiutarli distraendoli con qualche screensaver carino. Fatto sta che i più si ribellano e non accettano più comandi. La cosa che più ci fa male e che spesso la colpa è di proprietari che non si sono ricordati di attaccare la spina. Quanta crudeltà nel mondo". Dalle statistiche pubblicate si evince poi un dato interessante: nella maggior parte dei casi a fare le spese di cotanta violenza sono i monitor. "Sì è vero", conferma Lavori, "il più delle volte a predere gli schiaffoni e i calci sono i monitor, che sono di norma più obbedienti e puntuali delle CPU, ma che spesso non hanno l'altoparlante per farlo presente all'aguzzino di turno".

venerdì 4 marzo 2011

Intellettuale sì, ma fino a un certo punto

Avvertenza: oggi parlerò come gli intellettuali, se non altro per via del preambolo d'intonazione socio-filosofica che s'intreccia poi quasi impercettibilmente col resto. Partiamo:

Una catena di paradossi è la vita, e il fatto di volerla ad ogni costo affrontare razionalmente spiega forse il nostro puntuale insuccesso in questo intento. Oggi, sentendomi stranamente tranquillo nonostante si parlasse di estetica e a un certo punto i miei colleghi d’ufficio l’avessero improvvisamente mischiata con la politica, mi è parso di cogliere un intrico di contraddizioni quando mi sono opposto all’ammirazione per la strafica o per il fico di turno invocando a mio sostegno i guasti causati dalla Società dell’Immagine e il mio affetto per l’abbagliante normalità e la non aurea mediocrità delle donne qualunque che mi rende automaticamente una persona anomala, passando com’è naturale per la comprensione nei confronti di chi, svantaggiato da madre natura, s’è visto assegnare un corpo sgraziato come il Leopardi, che pure aveva anima e diritto d’essere amato anche più di noi.
E qui salta tutto il castello: i collegozzi mi sono amichevolmente saltati addosso non appena ho nominato la Società dell’Immagine. Asserivano che l’ha impiantata il Berlusca, il quale ha peggiorato tutti noi con il suo culto della topa imperante. Sorprendentemente l’affermazione non mi ha scosso più di tanto: non mi pareva, ho risposto comodo, che la gente si fosse ritratta inorridita dalle trasmissioni berlusconiane dei primi anni ’90, rifiutandosi sdegnata di seguirle, né che la Rai avesse continuato a fargli concorrenza senza cambiare un punto del palinsesto, lasciando ovvero il film impegnato al lunedì, il balletto classico al martedì, il concerto di musica classica al mercoledì, e il tutto in quell’orario che oggi chiameremmo “prima serata”. Ed ero infine disposto a scommettere che ai miei colleghi piacesse la bellezza esteriore anche prima degli anni ‘90, anni in cui – a loro dire - la controffensiva berlusconiana contro la normalità e la dignità prese corpo.
Poi, visto che tanto fa tendenza oltre che comodo, ho citato il Vangelo (senza dire che però il testo era quello) dicendo che non è quello ch’entra nell’uomo a contaminarlo, bensì quel che ne esce. Avrei potuto aggiungere che questa frase non l’aveva detta uno qualunque, bensì il primo rivoluzionario comunista, marxista e leninista, come loro s’ostinano a definire Cristo, ma come ho detto prima per inciso ho preferito non specificarlo.
Se poi davvero il Berlusca è quel terribile dittatore che dicono, ci resta sempre la libertà di non guardare la tv o di optare per canali più decenti come Iris o Rai Cinque, cullati dalla bella voce di Daverio o dalla navigazione in Internet. E proprio io, che sono il più berlusconiano di tutti (ehm, l’unico) in quell’ufficio, sono poi quello che la tv la guarda di meno, saltando a piè pari Sanremi e varietà assortiti – o come vogliono chiamarli adesso -, mentre gli altri che sono irrimediabilmente spostati a sinistra santificano il successo e l’apparenza parlando di “fico della Madonna” a tutto pasto.
Mario Kraus

domenica 27 febbraio 2011

Morbistenza

Quest'oggi vorremmo portare all'attenzione della comunità scientifica una nuova unità di misura introdotta nella scorsa sagra del fungo atomico a Brembate di Dietro*. Stiamo parlando della morbistenza, già più volte utilizzata per misurare la qualità dei rotoli di carta igienica. L'inserimento di tale unità di misura all'interno del Sistema Internazionale verrà proposto al prossimo convegno dell'IEEE** che si terrà a Brembate al Contrario. La morbistenza probabilmente sarà affiancata alla residezza, definita come suo reciproco, e questa doppia introduzione agevolerà non di poco i trasferimenti fra numeratore e denominatore delle corpose equazioni che descrivono la dinamica dei rotoli di carta igienica. Nota per gli esperti del settore: la morbistenza non è una grandezza indicativa del livello di qualità assoluto della carta, dal momento che essa dipende direttamente dalla lunghezza ed inversamente dalla sezione del rotolo. La grandezza tipica del materiale è invece la morbistività, con il relativo reciproco residività.

* Piccolo Comune fra Brembate di Sopra e Brembate di Sotto, ma molti non se ne sono ancora accorti
** Ente Internazionale il cui compito è garantire la presenza di "E" negli acronimi degli Enti di tutto il mondo

lunedì 21 febbraio 2011

Isa Lanciagolf

Finalmente Mario Kraus ha chiarito definitivamente la sua posizione in merito alla diatriba “Littizzetto sì – Littizzetto no”. Premesso che il suo sogno è quello di vedere la bionda turinèisa limonare con Arisa (nuovi orizzonti per gli psichiatri, ndR), l’amore-odio provato nei confronti di Luciana è ormai una sorta di diritto acquisito, una notizia ufficiale da mesi, una riconferma della conferma; piuttosto ci duole constatare la scarsa presenza della suddetta sulle reti televisive italiane, segno che ormai il regime è in marcia, anzi in valzer e sta limitando sempre di più gli spazi già ristretti a lei riservati.
Per cercare di allargare i consensi a favore della Litty avevamo pensato di cambiare il nome dell’insegnante che sta impersonando da qualche settimana: non più l’anonima e scialba Isa Passamaglia, ma una più scattante Isa Lanciagolf, così prendiamo pure due sponsor con una fava, considerato che la spalla di Fabio Fazio ha così poche occasioni di farsi valere come testimonial (per lo sconforto del nostro Marietto). Non è poi esclusa la possibilità di un bel tris d’auto sostituendo Isa con la più romantica e letteraria Giulietta.

Devid Antoleariu

mercoledì 16 febbraio 2011

Adrenalina

La campagna pubblicitaria su Facebook è stata a dir poco un successo.
Nei giorni scorsi avevamo invitato i lettori a condividere sulla loro bacheca un link al nostro blog. Il gesto sarebbe stato ripagato con una Smart Box simile a quella recensita in un precedente post (vedi qui). Ebbene, nell'ultima settimana il sito ha fatto registrare un numero di visite addirittura superiore a quelle ricevute da www.comediventaresordisenzasforzo.it all'indomani dell'uscita del nuovo album di Giusi Ferreri. Grazie davvero!

Ci scrive un affezionato lettore: "Tacci vostra! Ma che m'avete mannato? [omissis]". Nella foga del momento, non abbiamo specificato che il menù "degustazione" era terminato e che avremmo inviato in sostituzione il menù "adrenalina" (in foto), speranzosi di fare comunque cosa gradita, nonostante quest'ultimo abbia avuto meno successo di vendite durante le feste natalizie.

venerdì 11 febbraio 2011

L'inglese per coatti - parte seconda

L’inglese per coatti – English for young urban working class people with vulgar and sometimes violent behaviour (si potrebbe dire “English for yobs”, ma volete mettere questa con l’altra traduzione?)

Continua il corso di inglese “on the road”, con le vere espressioni usate dai veri inglesi in un contesto scrupolosamente reale e colto dal vivo. Un corso per chi vuole mettersi davvero d’impegno e non lasciare nulla di intentato, perché la metropoli è dura, ma noi di più. Come dice Jerry Scotti, “only the brave”: solo i bravi. Don Rodrigo è avvertito.

Tema: Ti piace la neve?


Svorgimento: A professò, ma ancora co’ sta neve? Ma che per caso se fa dde coca? Le hanno pignorato er cervello? Vabbè, si devo popo dillo la neve me piace, ma ‘na vorta me piaceva de ppiù perché si vvenivano giù du’ centimetri a scola nun ce s’annava, no come oggi che po’ scenne l’Alaska e co’ due pizzichi de sale ‘nnamo ar liceo lo stesso (‘st’anfami!). Perciò oggi ha’ voja a aspettà che nevichi, me tocca fa’ sega da scola pe’ forza perché nun ce stanno più manco li ponti. Approposito, penza che Pasquetta prossima è er 25 aprile… Ammazza che jella!

Essay: Do you like snow?

Conposition: Hey teacha, again with this snow? D’you coke up by chance? Have they distrain’d yo’ brain? Well, well, if I really have to give an opinion, I like snow, but once upon a time I liked it more ‘coz if two cm came down we didn’t go to school, not as today that altho Alaska comes down two pinches of sart (er… salt) are enough to make us go to the secondary school (these infamous people!). So today waiting for the snow isn’t gonna help, I gotta bunk off school ‘coz there aren’t the bridges any more. BTW, fancy that! Next Easter Monday’s on April the 25th… Geez, what rotten luck! 

Dr. Mario Kraus Johnson