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giovedì 9 settembre 2010

Da Alvaro il Sordo

Ci scrive Francesco Ione, un aficionado del blog. "Sono proprio contento che siete tornati! È vero che tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile. Ma d'altra parte, se non fosse esistito Thomas Edison, oggi giocheremmo con la Playstation 3 a lume di candela...". Concordiamo con lui appieno, e aggiungiamo che, se non ci fossero stati i fratelli Wright, oggi non sarebbe così facile fare una veloce partita a Shanghai, considerate le distanze. E bravo Checco! Nomina sunt omina.
A proposito di "nomina sunt omina", l'altro giorno abbiamo avuto la brillante idea di recarci al ristorante "da Arvaro il sordo". Non che la nostra cucina fosse malaccio, ma, visti i precedenti con il sugo e le vicine di casa, dopo circa due settimane di scatolette e liofilizzati la nostra missione (risanare il deficit della Findus) poteva considerarsi conclusa. Milvio Merli Scotti ha deciso al novantatreesimo di unirsi alla combriccola, nella speranza di farsi pagare il conto. E, già che c'era, si è portato anche il marsupio per gli avanzi. "Sa com'è, è per il cane", la solita scusa. Aveva anche la risposta pronta nel caso in cui qualcuno dei presenti gli facesse notare che il cane non ce l'ha: "...ma domani me lo compro...". Etichettata come il miglior punto di ristoro nel raggio di 350 chilometri, fatta eccezione forse per l'Autogrill sulla Flaminia antica, da Alvaro si mangiava molto bene, stando alla recensione del Gambero Rozzo. La guida gli affibbiava addirittura cinque forchette di cucina e quattro palle di pubblico. L'unico problema stava nelle ordinazioni: Alvaro era effettivamente sordo, pertanto si consigliava vivamente di ordinare a VOCE ALTA. Nonostante le urla, qualcosa è andato storto. A chi era indisposto e ha chiesto un bollito, è stato portato un burrito al limite del ricovero. Milvio Merli Scotti, più fortunato, alla richiesta di pesce con lisca, si è visto servire pesce con viskas. L'indomani, invece del cane, avrebbe comprato il gatto.

1 commento:

  1. Noto a margine che le palle di pubblico sono utilizzate anche nella critica cinematografica, pur non essendo direttamente proporzionali al gradimento degli spettatori nei confronti dei film recensiti... Spezzo una lancia a favore degli autogrill, un tempo amati dai buongustai per i loro medaglioni di cioccolato e immortalati in una scena di Bianco Rosso e Verdone, dove se ne ricava un'impressione positiva, furti di borchie a parte.

    Mario Kraus

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