Nel post di oggi facciamo una breve deviazione, come quando stiamo andando sulle Dolomiti e ci viene improvvisamente voglia di una foto sotto alla Sfinge, a chi non è mai capitato almeno una volta.
Parliamo di libri.
Considerarlo un terreno minato sarebbe un eufemismo, e vi confessiamo di provare un certo timore reverenziale per la letteratura in genere. Con il nostro gesto infatti non vorremmo metterci in competizione con gli inarrivabili guru della critica letteraria, Fabio Volo e Topo Gigio per citarne alcuni, eppure, nel nostro piccolo, vorremmo poter dire la nostra.
Ci piange il cuore (abbiamo la camicia bagnata di lacrime) per aver perso l'occasione di recensire a loro tempo i capolavori di Faletti; abbiamo perso il sonno per due settimane. Per rifarci del fatale errore che non ci ha consentito di concorrere per il Pulitzer, abbiamo pubblicizzato in anteprima mondiale il nuovo thriller di Cristina del Grande Fratello. Ancora non sappiamo con precisione quando uscirà, né se Cristina del Grande Fratello scriverà mai un thriller, tanto meno se a Cristina capiterà mai di mettere una parola dopo l'altra senza inciampare in qualche sfondone. Fatto sta che, dal nostro articolo (di cui è andata persa ogni traccia), si è sollevato un vespaio che però, in fondo, ha nociuto più ai nostri stessi detrattori.
Forti del successo riscosso in passato, stavolta è nostro immenso piacere portare sotto la luce dei riflettori lo scrittore rivelazione del 2010, l'autore che ha fatto parlare di sé in lungo, in largo ed in profondo; scandalistico, riflessivo, intellettualoide con un certo retrogusto fruttato: Everaldo Maiale.
Fino a qualche mese fa, decanta l'Avverso-Aceti, Maiale era il più importante scrittore del suo pianerottolo, e già questo era un ottimo risultato. Assiduo frequentatore del circolo bocciofilo "Jessica Rizzo" di Roccacannuccia, non faceva mai una partita, destando i sospetti degli arzilli vecchietti. Insomma, un'esistenza del tutto normale, almeno fino all'uscita del suo primo libro autobiografico dal titolo "Gli occhi sono lo speck dell'anima", che lo ha proiettato sulla scena letteraria italiana.
Grazie alla sponsorizzazione della sinistra illuminata – tanto per intenderci la stessa che ha dato una spinta ai fratelli Muccino, a mezza Melevisione e, secondo talune fonti, anche a Dodò - la risposta dei lettori non è stata entusiasmante, anzi a tratti freddina: secondo un sondaggio ANSIA, il 90% dei volumi venduti nel 2009 è stato utilizzato per correggere il rinomato problema di statica dei tavoli Stokkensvalborg, di cui per ragioni legali non possiamo menzionare il produttore.
Ma la notorietà del Maiale, per cui la critica ha assegnato all'autore le tanto agognate quattro palle di pubblico (benché, a pensarci bene, per i libri non abbia molto senso), è giunta inattesa nel primo trimestre 2010 con la pubblicazione della collana "Grazie Arcangelo", che vanta ad oggi opere di un certo calibro come l'introspezione filosofica "Dammi i documenti e ti dirò chi sei" nonché il documentario di guerra "Tre mitra sopra il Celio". È di luglio di quest'anno il manuale estivo "Come far colpo su una tredicenne", il quale ha attirato però feroci critiche dagli ambienti ecclesiastici, a dirla tutta già indispettiti da tempo per il titolo della collana; i porporati più illustri non hanno manifestato alcuna remora nel bollare l'opera come il vergognoso manifesto di un gerontofilo.
Insomma, la carriera di Everaldo Maiale non la si può definire propriamente una partita a Mahjongg; pur tuttavia crediamo che lo scrittore abbia centrato appieno il fulcro del ragionamento che si trova alla base del successo: l'importante è far parlare di sé, non importa se bene o male. Non per ultimo il plagio perpetrato ai suoi danni da Lady Cacca, cantante americana attualmente sulla cresta dell'onda, nel suo nuovo singolo dal titolo: "Don't call my name, Everaldo."
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