Il sole di domenica (Dolcenera)
Io non ti capisco,
io mi lascio andare
freccia nel futuro.
E tu che parli di affinità,
i tuoi riflessi di vanità,
falso di un tramonto
il senso delle cose.
Siamo faccia a faccia io e te,
e facciamo solo
come se cambiare sia un dovere.
Se ad ogni reazione
corrisponderà un'azione.
Crolla, crolla, crolla
il sole di domenica,
le previsioni del tuo cuore
fanno a cazzotti col dolore,
e brilla, brilla, brilla
il cielo dell'America,
le quotazioni del tuo amore
sono espressioni letterarie
che infieriscono sull'idea,
che ho di me.
Per chiosare questi versi ci vorrebbero proprio gli sberleffi che Lillo e Greg, in una canzone di identico tenore ma con intenti chiaramente autoironici, piazzarono nel ritornello del testo di D’amore e nel vento (chi volesse ascoltarla faccia clic qui e avrà la canzone in omaggio). Forse è autoironica anche Dolcenera, che s’immedesima nell’ascoltatore fin dal primo verso (“Io non ti capisco”) che poi è l’unico che effettivamente si riesca a comprendere di tutto il brano.
Il resto è silenzio (attonito): davanti ad acrobazie verbali come “le previsioni del tuo cuore / fanno a cazzotti col dolore” o “le quotazioni del tuo amore / sono espressioni letterarie ecc.”, “i tuoi riflessi di vanità, / falso di un tramonto / il senso delle cose”, viene francamente il dubbio che Dolcenera ci stia sic et simpliciter pigliando per il culo.
Mario Kraus