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mercoledì 13 dicembre 2006

Diario Democratico

L’altro giorno ero al Motor Siou di Bologna e devono avermi scambiato per un cantante della Scala: fischi, grida, cori razzisti; ancora un po’ e mi lanciavano i pomodori. Non avevo neppure cantato, per giunta. Così mi sono inalberato e gli ho detto: “Eeeh... guardate che io non sono mica un tenore, sono la Democrassia”. Sì, perché non la fermi con le urla, la Democrazia, e infatti sono andato oltre e ho proseguito il giretto. Ma se ci penso bene, già l’altro giorno ho avuto qualche problemino. Si parlava sempre di cantanti; c’era Alagna sul palcoscenico per l’Aida. Mi sarei aspettato di tutto, ma non d’essere chiamato in causa anche dal Verdi. Sì, perché a un certo punto il tenore ha cantato “un esercito di prodi” e subito uno del pubblico è intervenuto: “Ce ne basta già uno!”. Socmel, chissà cos’avrà voluto dire... Peccato che non ci fosse anche Zianluc tra il pubblico, lui avrebbe potuto difendermi. Ad ogni modo, tornando allo Siou di Bologna, non tutti sono stati malevoli nei miei confronti: c’erano pure dei ragazzi che mi gridavano “buffone, buffone” e lì mi sono commosso. Meno male, ho pensato, questi almeno mi hanno riconosiuto.
Romano Kraus

martedì 12 dicembre 2006

Chi l'ha detto???

Primo giorno di scuola in una scuola americana, la maestra presenta alla classe un nuovo compagno arrivato negli States da pochi giorni: Sakiro Suzuki (figlio di un alto dirigente della Sony).
Inizia la lezione e la maestra fa alla classe:
- Adesso facciamo una prova di cultura. Vediamo se conoscete bene la storia
americana. Chi disse: "Datemi la libertà o datemi la morte"?
La classe tace, ma Suzuki alza la mano.
- Davvero lo sai, Suzuki? Allora dillo tu ai tuoi compagni!
- Fu Patrick Henry nel 1775 a Philadelphia!
- Molto bene, bravo Suzuki!
E chi disse: "Il governo è il popolo, il popolo non deve scomparire nel nulla"?
Di nuovo Suzuki in piedi,
- Abraham Lincoln nel 1863 a Washington!
La maestra stupita allora si rivolge alla classe:
- Ragazzi, vergognatevi, Suzuki è giapponese, è appena arrivato nel nostro paese e conosce meglio la nostra storia di voi che ci siete nati!
Si sente una voce bassa bassa:
- Vaffanculo \'sti bastardi giapponesi!!!
- Chi è stato??? - chiede la maestra.
Suzuki alza la mano e senza attendere risponde:
- Il generale Mac Arthur nel 1942 presso il Canale di Panama e Lee Iacocca nel 1982 alla riunione del Consiglio di Amministrazione della General Motors a Detroit.
La classe ammutolisce, ma si sente una voce dal fondo dire:
- Mi viene da vomitare!
- Voglio sapere chi è stato a dire questo! - urla la maestra.
Suzuki risponde al volo:
- George Bush Senior rivolgendosi al Primo ministro Giapponese Tanaka durante il pranzo in suo onore nella residenza imperiale a Tokyo nel 1991.
Uno dei ragazzi allora esclama scazzato:
- Succhiamelo!
- Adesso basta! Chi è stato a dire questo?? - urla indispettita la maestra.
Suzuki risponde impeterrito:
- Bill Clinton a Monica Lewinsky nel 1997, a Washington, nello studio ovale della Casa Bianca.
Un altro ragazzo si alza e urla:
- Suzuki del cazzo!
Suzuki risponde:
- Valentino Rossi rivolgendosi a Ryo al Gran Premio del Sudafrica nel Febbraio 2005.
La classe esplode in urla di isteria, la maestra sviene. Si spalanca la porta ed entra il preside:
- Cazzo! Non ho mai visto un casino del genere!!!
Suzuki:
- Romano Prodi, Ottobre 2006, nella sua villa di Bologna, dopo aver visto la finanziaria di Padoa Schioppa!!!

giovedì 7 dicembre 2006

2 dicembre

Mi sono gustato le dichiarazioni dei segretari dell’Unione dopo il clamoroso successo della manifestazione di Roma, anche se mi hanno in verità alquanto rattristato le loro mutrie: persino Don Farfuglia, biascicando di inconsistenza politica e di continui insulti della piazza, non ci ha concesso neanche per un momento il franco e contagioso sorriso che così bene lo caratterizza. Formidabile il commento del dopo-Bertinotti: manifestazione reazionaria e toni aggressivi. Bisogna capirli: abituati come sono alla calda espressività assembleare del loro elitario elettorato che brucia pupazzi casualmente assomiglianti a Berlusconi eBush, e strofinacci accidentalmente decorati coi colori delle bandiere italiana, statunitense e israeliana; che manifesta il suo attaccamento alle istituzioni nazionali invocando 10,100,1000 Nassiriya, quel milioncino e rotti di persone che per una giornata intera non hanno sfasciato vetrine, incendiato cassonetti e dimostrato il loro entusiasmo per i poliziotti tentando accarezzarli con bastoni e rinfrescarli con festosi lanci di sampietrini, li ha quantomeno delusi. Per fare manifestazioni valide ci vogliono professionisti, e purtroppo la CDL non nutre centri sociali e pacifisti alla Libanese. La costernazione di D’Alema per la straziante omissione di riferimenti all’Europa -neanche uno!-avrebbe poi commosso anche i sassi: e se non piangi, di che pianger suoli? Capace poi che i maramaldi abbiano chissà quante volte pensato all’America; e questo non si fa, mi consenta!
Luigi Kraus

mercoledì 6 dicembre 2006

L'Altra Faccia della Piazza

Li si riconosce a vista d’occhio: jeans stretti, Ray-Ban, bomber nero oppure, a scelta, T-shirt sempre nera ovviamente, con annesso bicipite palestrato e tatuato. Tutti uguali, la solita storia: il fascino irresistibile della divisa. Se poi i più ingenui avessero ancora dei dubbi, basta prestare l’orecchio agli slogan. E così fra tamburi e fischietti, non si fa fatica a distinguere gli immancabili rigurgiti dei neofasci: fra “Boia chi molla è il grido di battaglia” e il classicissimo e mai desueto “Duce! Duce!”, trovano spazio anche motti più coloriti e più aggiornati: “No Prodi, No froci”. Tappa fissa, è naturale, Piazza Venezia, sotto il balcone: è un must. Braccia destre tese, croci celtiche al vento e cori che con vivida commozione intonano un nostalgico “Italia a noi!”. Persone reali o feticci di un passato con cui si pensava di aver chiuso i conti da tempo? Loro rispondono alle domande con disinvolta naturalezza. Armando, 19 anni, studente di ingegneria risponde così a chi gli chiede perché sente il bisogno di identificarsi nel saluto romano: “Lo faccio e basta”. Poi spiega che proviene da una famiglia di (estrema) destra da sempre: “Non si offendono se gli dici fascisti, lo sono”. Cosa pensi degli immigrati? La risposta fa accapponare la pelle: “inquinano la Purezza degli italiani”. O mio Dio. Un signore distinto sventola il vessillo con teschio e il motto “Memento audere semper”: è lo stemma dalla brigata X Mas, tristemente noto corpo militare della fascista Repubblica Sociale di Salò, che si distinse per la sua efferatezza nelle sanguinose operazioni contro civili, partigiani ed alleati, a sostegno e per conto dei nazisti. Perché è qui, gli chiedono. Risponde che non lo sa, ma che la Decima esiste ancora. Mentre risuonano nella piazza le note dell’Inno di Mameli in onore degli “eroi caduti a Nassirya” e i neofasci lo cantano a squarciagola, braccio teso e sull’attenti, poco più in là i fischi si sprecano: sono i no-global? No, sono gli immancabili giullari della Lega, che aspettavano questo momento con malcelata impazienza per dare sfogo al proprio spiccato senso patriottico. Quando sul palco sale Bossi, è salutato da un imperdibile “abbasso il terun”, per ricordare a tutti quanto stiano loro a cuore gli spinosi problemi della questione meridionale. Un vecchietto di 72 anni, ex-professore universitario (!), ha le spalle avvolte in una bandiera monarchica. I nostalgici dei Savoia mancavano all’appello in effetti. Non parla volentieri di Vittorio Emanuele ed Emanuelo Filiberto, ma non ha dubbi: “la battaglia contro l’articolo 139 della Costituzione che impone la Repubblica è sacrosanta”. Sul palco ci sono grandi insegne che recitano: “Contro il regime, per la libertà”. Io ho i brividi. Voi?
JeanLuke

venerdì 24 novembre 2006

Code Turche

A Bergamo erano giunti in quattromila per vedere il loro idolo, ma son dovuti tornare in patria delusi e afflitti, per giunta dopo essersi sorbiti delle file lunghissime ai cancelli. I tifosi turchi che si erano mobilitati al seguito della nazionale non hanno proprio digerito le scelte di Pacifico, come possiamo apprendere dalla viva scritta del loro ultrà Hakan Keppal, fondatore del club “Mamma ‘o Gattuso”: “Chillo ‘o Pacifico è propie capo tuosto: ma avisse fatto jucà a Ringhio almeno doie minute pe’ cce fa’ cuntente a nnuie ca simme venute fino a ccà. Io stevo vicino 'a panchina e quante vote gliel’aggia ditto: “E falle entrà a Gattuse bell'e papà”, ma chillo niente, ha rimpiazzate puro ‘o stadio e ‘e righe do campo, ‘n atu poco cagnava pure ‘e spettature ‘stu fije e ‘ndrocchia” (fije e ‘ndrocchia è una curiosa espressione turca che indica un alto dignitario ottomano, ma non si capisce che ci azzecchi in un contesto simile). Keppal dev’essere un personaggio noto anche fuori dalla Turchia perché molti tifosi italiani presenti allo stadio l’hanno nominato più volte durante l’incontro.
Mario 'o Kraus

martedì 21 novembre 2006

Mia Cugina Palestina

Questo articolo, come si può facilmente intuire, è un commento e una risposta a quello di JeanLuke pubblicato il 15 novembre scorso, che, almeno all’inizio, sarebbe condivisibile: “Il mondo islamico è qualcosa di altro da noi, una cultura in cui non riusciamo a calarci in pieno”. Fin qui niente da eccepire. Un po’ meno condivisibile il resto: “Possiamo convivere [col mondo islamico] cercando di individuare attraverso il dialogo pacifico con la sua maggioranza moderata perlomeno un sottoinsieme minimale di valori condivisi”. Sì, possiamo conviverci. A patto che facciamo tutto quello che vogliono loro. Clandestini ne entrano a bizzeffe ogni giorno (prova a entrare da clandestino in Algeria o in Iran o in Arabia, poi vedi). La poligamia c’è già. Sottobanco, ma c’è già. L’infibulazione è entrata a pieno diritto nel novero delle pratiche sanitarie italiane sotto il nome di “soft infibulation” (ma che bellezza). Sorgono moschee come funghi, ma di chiesette dalle loro parti ovviamente non se ne parla. Detto per inciso, il mondo diverso e la cultura altra da noi non possono essere un pretesto per consentire agli islamici di fare tutto quello che vogliono, e neppure per negare la reciprocità. Lanciano i razzi? Benissimo. Però noi (dico noi perché con gli israeliani condividiamo le stesse radici, la stessa cultura, la stessa civiltà) rappresaglie non possiamo farne, perché una cultura come la nostra non può permetterselo (a proposito, questa manifestazione di superiorità culturale non sarà un pochino razzista?). Certo, è facile parlare di pace e non violenza quando (ringraziando Iddio, non certo allah) sono qualcosa come sessant’anni che non siamo più in guerra. Vorrei vedere come la penseremmo se ci fosse gente che ci spara razzi addosso a dosi quotidiane. Che si fa esplodere da un momento all’altro mentre siamo al mercato, mentre viaggiamo in autobus, mentre ci divertiamo in un locale. Discorsi alla Fallaci? E allora? Non è forse la realtà? A parte il fatto che, ribadisco, la Fallaci, grande donna, grande giornalista, documentava sempre le sue affermazioni, cosa che non mi pare facciano i suoi avversari, che parlano per ideologie e non per razionali analisi della realtà, attuale e passata, gli Israeliani sono una popolazione talmente esigua in termini numerici da farti immediatamente pensare che, se non reagissero più ai razzi e alle esplosioni, verrebbero rapidamente sterminati. Tant’è vero che tutte le volte che da quelle parti si è tentato di ragionare anziché sbudellarsi, quelli che hanno ricominciato ad ammazzare son stati i Palestinesi. Inoltre per imparare “una dimensione più spirituale dell’esistenza che travalichi gli angusti confini del nostro gretto materialismo” non abbiamo proprio bisogno di nessun islam. Abbiamo già il cristianesimo che, detto tra noi, ci basta e avanza. Chi vuole qualcosa di davvero spirituale ascolti un po’ più spesso Papa Benedetto XVI alias Sua Santità (non “Suo Gretto Materialismo”), che marce indietro a parte, quando è in vena è persino poetico. Se poi uno vuole interessarsi di buddismo, di islam o di confucianesimo, affari suoi, ma non si può (non si dovrebbe) imporre la ricerca della spiritualità a una nazione intera riempiendola di immigrati che di spirituale hanno solo il fatto di pregare a chiappe per aria e magari prendere direttive da un illuminato imam come quel simpaticone di Pasquini il quale ti spiega che i cristiani sono bestie e che Dio non esiste. (ma sa una sega lui). E poi, mi consenta, che le prediche sulla spiritualità le faccia il Papa è normale, che le facciano i non pentiti epigoni del materialismo storico fa un po’ pena, no?
Mario Kraus

lunedì 20 novembre 2006

Le sostituzioni di Turchia - Italia

Da un comunicato stampa della FIGC risulta che, durante l’amichevole e fraterna Italia - Turchia dell’altro giorno, l’allenatore della Nazionale Pino Pacifico ha sostituito anche se stesso. "Ero stufo di stare sempre seduto su quella panchina dura come ‘r sercio" ha dichiarato agli amplificatori di Radio Ulna. Infatti al suo posto è entrato (o meglio si è accomodato) Dimitrij Lo Cascio, allenatore in seconda e in terza C quando frequentava le scuole medie con Pacifico. Tra le curiosità annotiamo che a un certo punto, nel secondo tempo, le due squadre han deciso di giocare con due palle per adeguarsi alla qualità dell’incontro.
Mario Kraus

venerdì 17 novembre 2006

Lassateme tassà, sono Romano

"Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, dargli a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti". (Oriana Fallaci, La Forza della Ragione).
Spero che quelli che disapprovano le idee della Fallaci condividano almeno questa frase, anche se ai suoi argomenti sempre debitamente documentati non controbattono con altri argomenti, ma solo con insulti. O con quel disprezzo che è tipico della tollerante sinistra italiana e di quegli intellettuali che giustificherebbero anche il proprio assassino, ma non chi la pensa diversamente da loro. Spero, ma non m’illudo troppo: oltre ai politici al governo, a dar di pazzi agli italiani ci si mette pure chi lavora per il Re di Prussia: su repubblica di ieri, per esempio, l'editoriale ribadiva la necessità di tassare a oltranza (per colpa del governo precedente, si capisce), pur mitigando l'offesa del salume e limitandosi a chiamarci "incoscienti". Ad ogni modo il passo indietro è certo: il popolo sano e intelligente che aveva votato compatto per il centro-sinistra ora è diventato pazzo e malato a detta della stessa coalizione.
Mario Kraus

mercoledì 15 novembre 2006

Mio Fratello Israele

Quando si accusa Israele dell'uso incivile della violenza che fa e delle stragi di cui è responsabile, spesso ci si sente ricordare la cor-responsabilità dei palestinesi, l'ir-responsabilità di Hamas che usa bambini come scudi umani (cosa spesso infondata come denunciato dal comunicato di Amnesty riportato nel mio precedente intervento), delle barbarie del fondamentalismo islamico. C'è indubbiamente del vero. I metodi seguiti da Hamas per sostenere la propria causa sono assolutamente da condannare su tutta la linea. Chi usa la violenza contro vittime innocenti è un criminale. Punto. Non solo, anche da un punto di vista politico la leadership palestinese dovrà rendere conto delle proprie colpe, come l'assurda pretesa di non riconoscere il diritto ad esistere di Israele, senza cui ogni possibile forma di dialogo muore in partenza. Ma c'è qualcosa di sottile che sfugge ai più. Nel momento in cui tendiamo non dico a giustificare, ma anche solo a ritenere concepibile le reazioni israeliane che si tramutano in bagni di sangue, in assassini generalizzati, nella violazione sistematica di tutti i principi morali riconosciuti e codificati nelle dichiarazioni e convenzioni internazionali, effettuiamo un'operazione spaventosa: mettiamo Hamas e il governo israeliano sullo stesso piano, come fossero due contendenti in lotta per i quali sia lecito attenersi alle stesse regole, in una versione (retoricamente edulcorata) del biblico "occhio per occhio". Questo è intollerabile per tre motivi: offende il popolo israeliano che pure si considera (e per molti versi a ragione). l'avamposto della democrazia in Medio Oriente, rivendicando una superiorità etica che risulta in questo modo cancellata; leggittima i suoi nemici a continuare ad usare gli stessi barbari mezzi in una spirale di orrore senza fine, dato che i primi a non rispettare le norme di civiltà che loro stessi hanno stabilito sono gli "occidentali" per primi; offende la parte "illuminata" del mondo occidentale che su quei principi morali ha fondato la propria dignità. Spesso ci si sorprende di come molti in Occidente condannino con più scandalo e veemenza le violenze israeliane che non quelle palestinesi. Non c'è nulla di cui stupirsi, chi lo fa è il vero amico di Israele. Non possiamo non sentirci più israeliani che palestinesi, perchè è con i primi che abbiamo in comune le stesse radici, la stessa cultura, lo stesso modus vivendi. Il mondo islamico è qualcosa di altro da noi, una cultura in cui non riusciamo a calarci in pieno, con cui possiamo convivere cercando di individuare attraverso il dialogo pacifico con la sue maggioranza moderata perlomeno un sottoinsieme minimale di valori condivisi. Non possiamo pretendere il rispetto di regole fondate sui nostri valori, se nemmeno su questi ci capiamo.Insegnando qualcosa (il rifiuto della violenza, il valore della libertà a tutti i livelli) e imparando qualcosa (una dimensione più spirituale dell'esistenza che travalichi gli angusti confini del nostro gretto materialismo) possiamo avvicinarci, ma il processo è lungo e difficoltoso.Ma a questo solo possiamo limitarci, almeno per ora. Apparteniamo a culture diverse, con storie diverse. Il popolo d’Israele invece è nostro fratello e da chi se non da nostro fratello dobbiamo aspettarci e dobbiamo pretendere il rispetto delle regole che abbiamo deciso insieme, in base alle quali orgogliosi diciamo: "siamo noi la frontiera della civiltà"?Israele ha diritto di difendere la propria sicurezza e la propria esistenza, è fuori discussione. Ma restando nei canoni della legalità e del diritto internazionale. Questo non ce lo aspettiamo da Hamas e la ragione è ovvia: se aprite Wikipedia alla voce "Hamas" leggerete che si tratta di un'"organizzazione terroristica", vale a dire la negazione di tutto ciò che per noi "occidentali" è il Bene. Noi non vogliamo dover aggiungere la stessa definizione alla voce "governo israeliano", perchè sarebbe come attribuirla un po'a noi stessi.
JeanLuke

lunedì 13 novembre 2006

Che Pianto

Siamo dei coglioni e dei pazzi patentati. E' vero. Ammettiamolo, suvvia. Chi sostiene il contrario non può che essere un pazzo, quindi rientra automaticamente nel novero. Non si scappa da questo cortocircuito della logica: un portiere che segna ad un altro portiere, un partito che manifesta contro se stesso, ed il sindaco di Milano che vuole introdurre la tassa di "soggiorno" e non quella di "sala da pranzo". Una vergogna. Oltre a farci pagare anche l'aria che respiriamo, ci offendono pure. Hai capito! Cornuti e mazziati. In attesa che ci diano dei "figli di mignotta", gustatevi il nuovo manifesto di Rifondazione Comunista, in risposta al netto rifiuto di Prodi a concedere sgravi fiscali per la formazione di coppie omosessuali.

venerdì 10 novembre 2006

Messa in Piaga

L'alcol sta diventando un serio problema per la nostra sfortunata società. A San Lorenzo, il sabato sera, non puoi camminare cinque minuti senza essere avvicinato da una simpatica persona incappucciata che ti offre l'immediata felicità: "Mi dispiace, ma non credo di poter ricevere l'immediata felicità... a meno che tu non sia l'angelo della morte di Prodi", ha risposto un distinto signore in giacca e cravatta evidentemente rimasto deluso dall'ultima Finanziaria. Per fortuna, qualche anima candida prova a combattere questo fenomeno (quello dell'alcol, non della Finanziaria) organizzando dei tornei di dama. "In questo modo cerchiamo di distrarre i ragazzi dall'uso smodato di alcolici e tentiamo di riportarli sulla retta via, perché no?, usando anche la testa", ha dichiarato Gennaro Ciabatta, presidente dell'Associazione MaDAME Bevary. "Però non riesco a capire il motivo per cui la qualità del gioco crolla miseramente verso la fine del match".

giovedì 9 novembre 2006

Fermiamo l'Olocausto

Ciò che l’esercito israeliano sta portando avanti nella Striscia di Gaza ormai da mesi non può e non deve essere taciuto. È ora che le coscienze si sveglino dal loro torpore, prima che sia tardi. L’Ultra-Nazionalista Avigdor Lieberman, leader della formazione Israel Beitenu di posizioni di estrema destra e razziste, è il nuovo Ministro degli Affari Strategici di Israele. Poco dopo aver ricevuto l’incarico, ha dichiarato che gli Israeliani dovrebbero agire nella Striscia come “i Russi in Cecenia”. In Cecenia mezzo milione di civili sono stati massacrati in quello che è comunemente riconosciuto essere stato un genocidio. Come si può vedere leggendo oltre, se lo si vuole accontentare la strada è quella giusta.
Dal sito di Amnesty International Italia:
“L’uccisione, questa mattina nel villaggio di Beit Hanun, di 18 civili palestinesi colpiti da un bombardamento israeliano, è stata definita una “azione spaventosa” da Amnesty International. L’organizzazione ha chiesto l’avvio di un’indagine immediata e indipendente che accerti i fatti e punisca i responsabili. Tra le vittime, molte delle quali stavano dormendo quando le loro case sono state colpite dalle cannonate dell’esercito israeliano, figurano anche otto bambini. Secondo quanto riferito a un delegato di Amnesty International, giunto a Beit Hanun poco dopo il bombardamento, 15 palestinesi sono stati uccisi dalla prima cannonata, altri tre da un secondo colpo esploso mentre si stavano prestando i soccorsi alle vittime. “Questo episodio terribile fa seguito a un nuovo picco delle uccisioni di palestinesi da quando, il 2 novembre, le forze israeliane hanno lanciato la loro ultima operazione militare nella Striscia di Gaza” – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “L’azione di Israele durante l’intera operazione è stata segnata da un profondo disprezzo per la vita dei civili palestinesi”. Prima di stamattina, l’assedio militare di Beit Hanun era già costato la vita a 53 palestinesi e aveva provocato un numero ancora maggiore di feriti. L’operazione “Nuvole d’autunno” è andata avanti dal 2 al 7 novembre con l’obiettivo, secondo quanto dichiarato dalle autorità israeliane, di impedire il lancio di razzi Qassam contro le città e i villaggi israeliani vicini alla Striscia di Gaza. All’inizio dell’assedio di Beit Hanun, un alto ufficiale dell’esercito israeliano, il Colonnello Yarom, aveva affermato che alle truppe era stato dato l’ordine di evitare vittime civili. Quattro giorni dopo, di fronte all’elevato numero di morti e feriti tra i palestinesi, il primo ministro israeliano Olmert ha dichiarato: “I palestinesi che sono rimasti feriti erano in larga parte armati. Purtroppo stanno usando gente innocente come scudi umani, coinvolgendo civili che non c’entrano nulla”. Le informazioni raccolte dalla delegazione di Amnesty International presente a Gaza contraddicono queste affermazioni e indicano che almeno la metà dei palestinesi uccisi, tra cui almeno due donne e parecchi bambini, erano persone disarmate e del tutto estranee agli scontri. Roma, 8 novembre 2006.
JeanLuke

lunedì 6 novembre 2006

Political Correctness

A) aborto; comunismo; donne; islam; procreazione assistita; terzo mondo; autonomi (centri sociali); URSS; oriente (meglio se medio); palestinesi; ebrei (morti); clandestini; magistratura; omosessuali; sud; terroni; est; neri (camitici); Tiziano Terzani; pizza; Cuba;
B) Fascismo; Chiesa cattolica; maschi (umani); famiglia; autonomi (lavoratori); Berlusconi; Mussolini; USA; Israele; Ebrei (vivi); poliziotti; occidente; nord; polentoni; ovest; maschi; bianchi (japetici); Oriana Fallaci; polenta; patria.
Cosa accomuna, secondo voi, i lemmi dell’elenco A e quelli dell’elenco B? Che cosa li contrappone?
Il cittadino di un paese normale, non affetto da un pernicioso morbo di origine, incredibile a dirsi, statunitense, il letale politically correct in tutte le sue micidiali mutazioni, avrebbe fiere difficoltà a rispondere; un italiano invece non avrebbe esitazioni. L’elenco A riguarda argomenti e caratteristiche di cui si deve solo ed esclusivamente parlar bene se non si vuole essere etichettati come tangheri, cafoni, ottusi, fascisti e (orrore) leghisti; l’elenco B quelli di cui si deve parlar male, senza se e senza ma, anche a costo di tagliarsi i coglioni per far dispetto alla moglie, cosa che evidentemente fa meno paura che essere etichettati come sopra. Mi riferisco ovviamente all’italiano ufficiale, che sarebbe poi quello della maggioranza dei quotidiani e della totalità delle TV, comprese e anzi in prima fila quelle del Despota di Arcore, perché l’italiano di strada, dopo aver debitamente premesso: “Io non sono razzista, ma” parla con preoccupazione e rabbia degli extras che gli portano via lavoro e portafoglio e li chiama negri o marocchini senza tanti complimenti. Esclusi quelli, beninteso, che trovano l’immigrazione selvaggia e incontrollata utile assai perché i prezzi di droga e puttane con l’aumento vertiginoso dell’offerta sono scesi, e delle conseguenze sociali dell’immissione massiccia di delinquenti sul territorio nazionale se ne fottono allegramente. Del sud, sia esso dell’Italia o di qualunque posto al mondo, non si può che discettare in termini positivi, con eventuale partecipata compassione ove si parli dei mali che affliggono questo topos ideale, fame miseria mafia camorra scarsità d’acqua e di lavoro, tutte piaghe naturalmente ascritte all’egoismo del nord; severamente vietato anche solo accennare a una qualche responsabilità di chi il sud abita. Senza naturalmente mai considerare che quello che per noi è sud è nord per qualcun altro; dall’invidia del relativismo accidioso si salvano, forse, i pinguini. C’è qualcosa di bene in qualunque attività, dichiarazione, atteggiamento degli USA, della Chiesa cattolica, di Israele, del Berlusca? Ha fatto, magari per caso, per isbaglio, qualcosa di buono, in vent’anni, il fascismo? Assolutamente no; anzi, quest’ultimo è stato definito niente di meno che dal capo del partito suo epigono, il male assoluto; e se lo dice lui che se ne intende, dev’esser vero. Del comunismo, che, oh, con le migliori intenzioni, però! ha spedito dai suoi paradisi in terra svariate decine di milioni di compagni all’inesistente Paradiso celeste, e in alcuni posti della Terra continua gloriosamente a farlo, male non si dice mai, non è politicamente corretto, non fa fine. Se ne parla come di un caro parente defunto, con rimpianto, con gli occhi umidi; anche se in fondo, come il parente defunto, è meglio che non ritorni, ché nessuno saprebbe bene cosa farsene; ma de mortuis nisi bene. Ho disgusto di questo linguaggio, di questa melassa fetida, di questa palude putrida in cui tutto ciò che vi cade si corrompe e puzza, in cui si spaccia per ideale quello che torna utile al proprio egoismo, in cui si ha la sfacciataggine di sovrapporre alla realtà gli idola fori del proprio retaggio culturale e di pretendere che il poppolo vi si adegui. Dall’inizio dell’anno a Napoli ci sono stati 80 morti ammazzati, ma Bruto dice che Napoli non è il Far West, e Bruto è uomo d’onore. Infatti non è il Far West, è il Near South, ma la sostanza non cambia. La sostanza dice che lo Stato non è in grado di svolgere il suo compito principale, che sarebbe poi quello di tutelare la vita e gli averi dei suoi cittadini rispettosi della legge, e che invece di ingegnarsi a farlo si limita a negare con le parole quello che i fatti urlano. Abbiamo il sistema giudiziario più lento e malandato d’Europa, non abbiamo i soldi per pagarne la manutenzione dei computers, e il governo provvede aumentando le già sontuose retribuzioni dei magistrati. Abbiamo il sistema scolastico che produce gli studenti più ignoranti del G8, e sempre lo stesso governo stabilisce di aumentare per legge le promozioni. Ci è stato detto che le finanze dello stato erano alla canna del gas e si programmano detrazioni fiscali per chi bazzica palestre e scuole di ballo. Siamo l’unico Stato al mondo a vantare almeno quattro organizzazioni criminali autoctone, mafia, camorra, andrangheta e sacra corona unita, e le combattiamo con un bell’indulto. E dicono che l’Italia l’ha rovinata Berlusconi.
Luigi Kraus

domenica 5 novembre 2006

Conati e Basta

Grazie, presidente. Grazie per averci ricordato il nostro mestiere di italiani, che devono lavorare e pagare tutta la vita per preservare l’unità nazionale, ovvero i vostri privilegi e i vostri augusti stipendi. Grazie per aver parlato, come sempre a proposito e non mai per mero desiderio di visibilità, dei “conati di secessione” (che cosa terribile) che potrebbero scuotere le fondamenta del nostro democraticissimo Stato, quello “Stato di avanzata decomposizione”, come lo definisce il fazioso e naturalmente fascista Marcello Veneziani, questo Stato i cui illuminati governanti “ogni giorno decidono se prendersela con la casa o con l’auto, con le tasse universitarie, i figli o il conto in banca; ci fanno pagare se vogliamo uscire in auto o se vogliamo entrare in casa”. Questo Stato che lei, amato presidente, voleva in tempi non così lontani consegnare schiavi in mano all’Unione Sovietica, alla faccia dell’Italia unica e indivisibile (forse l’Unità che le sta tanto a cuore è l’omonimo quotidiano?), questo Stato che lei ora vuole difendere da un movimento che non si è mai macchiato di atti di violenza in tutta la sua storia, escludendo s’intende quella verbale che in ogni caso non ha mai ammazzato nessuno, mentre il suo amorevolissimo partito ha fatto fuori strada facendo qualche trascurabile milioncino di persone? Grazie davvero per averci avvertito che il pericolo non sono gli islamici, come stolidamente credevamo fino a poche ore fa, bensì i feroci leghisti che, per quanto pericolosi e invasati, si possono satireggiare anche quando sono all’opposizione, secondo le sane abitudini dei comiciattoli alla Vauro che, per aver preso cinque anni di mira il governo, ora passeranno i successivi cinque a sbertucciare la controparte. D’altronde dev’essere proprio questa la fantasia al potere: chi se la sarebbe mai aspettata un’uscita del genere, ragionando secondo logica?
Mario Kraus

sabato 4 novembre 2006

Domani è Domenica

Ricetta per un felice risveglio:

0) Accendete il computer
1) Create un file qualsiasi
2) Chiamatelo «Prodi»
3) Buttatelo nel cestino
4) Cliccate su «Svuota cestino». Comparirà la schermata di conferma eliminazione file, che chiede: «Eliminare definitivamente Prodi?»
5) «Sì».
Non serve a niente, ma aiuta a iniziare bene la giornata.

venerdì 3 novembre 2006

Tutto Relativo

A volte la vita è strana. Tutto è relativo, anche il rosso - come diceva uno dei più noti ed importanti esponenti della letteratura italiana. Avendo acceso per caso la tv sulla nuova sit-com di Italia1 trasmessa prima di Dragon Ball (mi pare si chiami "Studio Aperto", c.... di nome), mi sono imbattuto in una scena totalmente improntata su un goal segnato di testa da certo portiere di una certa squadra, forse ieri sera. Purtroppo non posso darvi coordinate più precise poiché non seguo più il calcio come una volta: adesso mi interesso solo di curling femminile. Ebbene, la voce fuori campo si dilettava in un pomposo panegirico decantando le doti di questo fantastico portiere - avesse segnato di tripla rovesciata nella porta dello stadio vicino l'avrei capito, ma non giustificato. Per farla bre', la scenetta terminava con un commento lapidario: "Un portiere che segna ad un altro portiere: un cortocircuito della logica senza precedenti". Certo, senza precedenti: la manifestazione di Rifondazione Comunista contro la Finanziaria la fanno domani.

Canzoncina

Da cantare sull'aria dell'"Italiano" di Toto Cutugno:

Lasciatemi ammazzare
con l’esplosivo in mano
lasciatemi sgozzare
sono un talebano.

Buongiorno Arabia col cous cous al dente
e con il mitra in braccio a tanta gente
con il corano sempre nella mano destra
e il Crocifisso giù dalla finestra

Buongiorno Europa coi tuoi progressisti
coi miei alleati e i loro Manifesti
con esplosioni, sbarchi
e con l’integrazione
sempre in una sola direzione

Buongiorno Italia
non vado più via
ci porto anche il cognato di mia zia
Ringhio all’ebreo
farò sartà il Colosseo.



Lasciatemi saltare
con l’esplosivo in mano
lasciatemi portare
lo chador e il caffettano
Lasciatemi ammazzare
perche' ne sono fiero
sono un talebano
un talebano vero

Buongiorno Italia che non si spaventa
Con il Berlusca ed il suo “mi consenta”
Col mortadella giulivo in tivù
e intanto gli immigrati son sempre di più
Buongiorno lavavetri che importuna
e spacciatore che hai fatto fortuna
con la bandiera arcobaleno
e un pacifista ch’è già un uomo in meno.

Buongiorno Itabia
o Eurabia che sia
grazie ai buonisti sei già in mano mia
Tu laico o pio
vedrai, ti aggiusterò io.

Lasciatemi saltare
con l’esplosivo in mano
lasciatemi viaggiar
senza biglietto in aeroplano
lasciatemi ammazzare
perché ne sono fiero
sono un talebano
un talebano vero.

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E adesso scannateci tutti!
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Mario Kraus

giovedì 2 novembre 2006

Manzoniani

Che ironia, però, quelli di Fascisti su Marte. E che coraggio hanno a pigliar per l’orifizio una dittatura i cui uomini sparirono 60 anni fa (parte impiccati, fucilati, mitragliati e (la gran) parte passati nelle file del PCI), quasi pari al fegato che ci vuole a irridere il Beato Salume al governo. Però quello non si fa, altrimenti la base non capisce (Dario Fo dixit). Ai tempi del regime, però, sembra che queste satire non usassero tanto, o meglio c’erano eccome, ma i nonni dei Guzzanti, dei Cornacchione e degli Hendel preferivano dirigerle contro la sparuta opposizione. Di Fascisti su Marte, dunque, non si parlava proprio, né c’era intenzione di canzonare il regime o i suoi amici tedeschi. Con quelli, anzi, era conveniente cercare il dialogo.
Mario Kraus

venerdì 27 ottobre 2006

Nota Tecnica Così Così

Anziché omaggiarci dei loro sorrisini di compatimento ogni volta che si tenta di ragionarci insieme, i sinistri dovrebbero solo ringraziarci. Per le elezioni vinte, è chiaro: della Porca Legge Elettorale e dei voti degli italiani all'estero s'è già detto e stradetto. Ma del Partito Pensionati di Fatuzzo, che s'è schierato a sinistra senza alcun motivo, anzi con una forte dose di masochismo, nessuno ha detto mai nulla (salvo Feltri). Bene: ha ottenuto l'1% dei suffragi al Senato (pari a 340.279 voti) e lo 0,87% alla Camera (pari a 333.278 voti). Per quanti aveva vinto l'Unione? 24.000? Superfluo fare i conti. Un’altra domanda, stavolta più semplice: ci voleva tanto a tirar Fatuzzo dalla parte della CDL, visti anche i vantaggi che il governo Berlusconi aveva assicurato ai pensionati (la pensione minima garantita a 500 euro per i meno abbienti)? Oppure: perché Fatuzzo non s'è alleato con la CDL? Questo per la parte teorica. Per la parte pratica aggiungiamo che Carlo Fatuzzo, leader del Partito Pensionati, è intervenuto il 12 ottobre u.s. al Parlamento Europeo attaccando il governo italiano per la sua politica previdenziale e concludendo con un: “Vergogna al governo Prodi di centro-sinistra in Italia” (tutto vero). Scusate ma mi fermo qui. Penso che ogni commento sia superfluo.
Mario Kraus

giovedì 26 ottobre 2006

Piccola Nota Tecnica

Un grazie indiscriminato ai giornalisti per questo sciopero di due giorni. L'avevo già espresso quando l'Italia ha giocato con l'Ucraina, ma oggi lo ribadisco perché stare quarantotto ore senza vedere la faccia dello smemorato di Bologna fa proprio bene alla salute. Chi gli cura l'immagine deve avere più o meno le idee politiche di Rauti: tutte le volte che ride il Mortadella sfodera una faccia da idiota che è una consolazione.
Mario Kraus

mercoledì 25 ottobre 2006

Uomo Avvisato...

Beh, in mezzo al pattume ordinario spacciato dalle reti TV si trova ogni tanto qualcosa che val la pena raccattare. Mi riferisco a un paio di talks che hanno beneficiato della decorativa presenza della Daniela Santanchè, bella donna e pensiero lucido. Un’accoppiata rara nel desolante panorama del Barnum televisivo, dove a fronte di una Margherita Hack troviamo delle Parietti, delle Marini et coetera, dimostrazioni della rarità del connubio. In una delle due trasmissioni la Santanchè accavallava le pregevoli gambe di fronte ad un gramo assortimento di soggetti di apparente genere femminile addobbate da uova pasquali fuori stagione, nell’altro era contrapposta ad un ceffo iracondo e berciante che non vi augurerei di incontrare mentre rientrate nottetempo dai vostri consueti bagordi del uichend. Mi ha colpito particolarmente il fatto che il figuro non abbia mai degnato la parlamentare di AN di un solo sguardo - e sì che ne meritava più di uno – e abbia continuato ad abbaiare torvamente insulti in lingua a me sconosciuta - ma tradotta - senza mai guardare in faccia il bersaglio delle proprie minacce, cui la Daniela replicava con lucide argomentazioni. Ma non facciamoci illusioni: hanno già vinto. Qualcuno si è mai chiesto perché di tanti stranieri più o meno clandestini che sovraffollano il nostro disgraziato paese quasi mai si parli, se non nella cronaca nera? Qualcuno si è mai chiesto perché non ci siano trasmissioni TV che si occupano dei cinesi – non dei problemi che le merci cinesi provocano alla nostra economia –, no, proprio dei cinesi come etnia? O dei peruviani, dei polacchi, o dei buddisti, degli induisti, degli animisti, mentre ogni giorno su una qualche rete c’è un dibattito sugli islamici, si noti, non sui marocchini, sugli arabi, sui pachistani. Sugli islamici. Hanno già vinto. Non perché siano tanti, troppi, ormai; ma perché si avvantaggiano della nostra imbecillità. Chi semina continuamente dubbi, chi getta fango sulla nostra civiltà e sul nostro modo di vivere, chi insegna loro come sfruttare i garantismi offerti dal nostro ordinamento giuridico, chi spiana loro la strada alla cittadinanza che affretterà la fine della nostra civiltà, oh, ma in maniera pienamente legale? Sceicchi che ci ricattano col petrolio? Poteri forti occulti? Anche, forse; ma è la massa dei sedicenti libertari, dei pacifisti a senso unico, dei discotecari impasticcati, del diritto al titolo di studio senza studio e del senza se e senza ma che sta erigendo i minareti mattone su mattone. Tra qualche anno ci sveglieremo al richiamo del muezzin. Saranno contenti quelli che citavano in giudizio il parroco perché le campane li svegliavano all’alba delle 10 del mattino, quelli che non gli tira perché la Chiesa è sessuofobica e li castra. Ma attenti ragazzi: oltre che le ciucche di birra e uischi, il Profeta vieta anche le canne, i buchi e i tiri. Uomo avvisato...
Luigi Kraus

lunedì 23 ottobre 2006

Facciamo Progressi

Lo aspettavamo tutti con trepidazione: siamo stati piazzati a parimerito col Botswana. Ironia della sorte, le stesse persone che gridarono allo scandalo quando l'Italia scivolò di sedici posizioni nella classifica dei paesi economicamente liberi stilata dalla Heritage Foundation sono le stesse che oggi si aggirano spavalde per Palazzo Chigi, crogiolandosi nella propria melassa, e continuando a rassicurare noi poveri ignoranti, con la spocchia tipica di chi crede di aver carpito il segreto ultimo della teoria economica. "Socmel rega', tranky: è tutto carcolato": dobbiamo essere fieri di una tale prestazione: nella classifica dell'Heritage Foundation il Botswana ci precedeva. Non abbiamo nulla di cui esser preoccupati, quindi: è cambiato il vento, il trend è positivo: forse nel 2010 riusciremo addirittura a prendere la scia all'Armenia.

Visto Mai Si Arrabbiasse?

L’altra sera, facendo annoiato zapping tra il nulla trasmesso da una rete al niente programmato da un’altra, sono incappato in un’adunata bipartisan di farisei indignatissimi che discettavano a sopraccigli aggrottati dello scandalo suscitato da un bestemmione profferito in diretta in non so che spettacolo televisivo. Soffermandomi incuriosito, ho avuto modo di apprendere che il reprobo era il comico Ceccherini e che lo spettacolo consisteva in un reality show chiamato “l’isola”, una delle tante dispendiose prese in giro ammanniteci con equanime spudoratezza dalle TV pubbliche e commerciali, che sperperano vagonate di soldi (nostri) per mandare in vacanza vecchi arnesi dello spettacolo in compagnia di pregevoli tope, facendoci credere che si guadagnano le munifiche retribuzioni faticando e soffrendo come naufraghi, vaccari, contadini e via cazzeggiando. Non spenderei una riga per trattare di simili insulsaggini, tanto più che sono assolutamente certo che lo scandalo, come tutto il resto in questi sciagurati spettacoli, sia stato provocato ad arte per attirare l’attenzione e rinfocolare i sonnacchiosi ascolti, operazione tanto più facile quando è coinvolto un toscano (il Ceccherini, appunto) per cui la bestemmia è inestricabilmente avvinghiata alle catene del DNA e basta poco per farla emergere in tutta la sua sontuosa volgarità. Tanto meno sprecherei parole quando le splendide levate d’ingegno dello sgangherato governo che 24.000 sciagurati – perché non siete voi nel mondo spersi? – ci costringono a subire hanno tutto il diritto di monopolizzare il dibattito e la critica; e infatti non la cosa in sé mi ha disgustato, ma l’ipocrita sdegno della congrega politica che stigmatizzava la bestemmia. Intendiamoci, anche a me infastidisce sentir bestemmiare. Tanto più quando la bestemmia è becera e rabbiosa. Ma proprio la mia lunga frequentazione della Toscana e dei toscani mi ha fatto capire che a quelle latitudini è una manifestazione culturale, un intercalare inconscio e pertanto quasi sempre scevro di malizia, di volontà di ferire. Anche i preti, specie se autoctoni, ne sono consapevoli e non se la prendono più di tanto. Quello che mi ha disgustato è la sproporzione tra l’indignazione ipocrita per una bestemmia, che infine era una reazione quasi istintiva, manifestata dal sinedrio di politici di ogni colore prontamente riunitosi in non so dire quale talk show, e l’assoluto silenzio seguito al ben più grave, e offensivo della sensibilità popolare, atto perpetrato da un abbietto individuo che mi ripugna anche solo nominare, il quale scagliò dalla finestra di una scuola abruzzese il Crocifisso appeso alla parete di un’aula argomentando che quel “cadaverino spaventava i bambini”. Ma è naturale: un connazionale può essere esecrato se gli scappa una giaculatoria, ma un islamico no, su un islamico non si può, hai visto mai si arrabbiasse?
Luigi Kraus

venerdì 20 ottobre 2006

Articolo nell'Articolo

Pochi giorni dopo le elezioni avevo pensato di inviare al blog quest'articolo:

"Spiacente, ragazzi, non ascolterò più Fiorello. Intendiamoci, mi fa ridere e talvolta sganasciare, ma la faccenduola dello smemorato di Cologno rimasto puntualmente in programma anche dopo le elezioni non l’ho mandata giù. Col ribaltone appena avvenuto, mi aspettavo che la satira reclamasse i suoi diritti e suoi doveri, che dunque i comici di Viva Radiodue ci divertissero un po’ con lo smemorato di Bologna, o che almeno sospendessero la rubrica finché non si fosse insediato il nuovo governo. O meglio, non me lo aspettavo mica tanto perché mi pareva d’avere capito da che parte stessero Baldini e compagni; ad ogni modo, la speranza c’era. Quando, la sera del 19 aprile, durante una replica, ho sentito con disappunto che Fiore sfotteva chi ha perso dimenticandosi di chi ha vinto, ho spento deciso la radio. Liberissimi di continuare così, se vogliono, così come sono liberissimo io di cambiare stazione, ma la satira a senso unico non mi è mai garbata."

In realtà, poi, non ho mandato l'articolo, ho continuato ad ascoltare Fiorello e forse non è stata una cattiva idea: così ho potuto sapere dalla sua viva voce che ha dovuto smettere d'imitare alcuni personaggi perché questi gli hanno ordinato a muso duro di non prenderli più in giro. Colpito dalla faccenda, ho fatto mente locale e mi sono ricordato che Fiorello aveva tolto dal repertorio lo smemorato di Bologna dopo un paio di giorni, proprio lo stesso smemorato che (notate la coincidenza) aveva fatto fuoco e fiamme quando l'hanno punzecchiato appena appena con quel rap alla Camera. Cosa ne dobbiamo concludere? Che chi si sciacqua la bocca con la parola "democrazia" è democratico solo nei confronti di chi sostiene le sue stesse idee e di chi prende in giro sempre gli altri?
Mario Kraus

P.S. Onore al buon Luca Giurato che si è divertito una cifra quando ha sentito Fiorello imitarlo. Magari Giurato non sarà un professore d'economia, ma è molto più simpatico e meno presuntuoso della Mortadella scaduta e andata in puzza.

giovedì 19 ottobre 2006

Custode Custodes

Ci è stata segnalata da un nostro amico nonché lettore del blog, Jack (non Spaldon, ma l'altro), un'email che sta circolando questi giorni a mo' di catena di S. Antonio:

Cari Amici, leggete questa lettera ed agite velocemente. Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico. La Microsoft e AOL, al giorno d'oggi le piu grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma. Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) x 2 settimane. Microsoft vi pagherà €245 per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà €243 per ogni vostra lettera forwardata e per ogni terza persona che riceverà la vostra comunicazione, Microsoft pagherà €241. Tra due settimane, Microsoft si metterà in contatto con voi via e-mail e vi spedirà l'assegno. Io all'inizio ho dubitato fino a quando, due settimane dopo che ho mandato tale comunicazione, non ho ricevuto per posta elettronica la comunicazione e alcuni giorni dopo l'assegno di €24800.00. Dovete assolutamente mandare tale comunicazione prima che termini il test della versione beta di Internet Explorer. Colui che si può permettere tutto questo è il signor Bill Gates. Tutte le spese di marketing sono da lui sostenute.

Dott.ssa XXXXXXX XXXXXXX
Ufficio di Roma 2
Area Controllo - Team 2 Assistenza Legale – Contenzioso Tributario
e-mail: xxxxx.xxxxx@agenziaentrate.it
tel. 06/66xxxxxxx
fax 06/66xxxxxxx

Il fatto che la Dott.ssa XXXXXXX XXXXXXX lavori all'Agenzia dell'Entrate spiega molte cose. E ci rassicura non poco.

mercoledì 18 ottobre 2006

Jack Spaldon

Qualche arguto lettore si è accorto delle stranezze pubblicate in un articolo precedente (vedi). Ebbene sì, il signor Jack Spaldon non è altro che un programma di intelligenza artificiale. E' sufficiente inserire il nome della persona di cui ci si vuole lamentare e viene prontamente visualizzata un'accorata protesta - stile Beppe Grillo - da pubblicare comodamente sul proprio blog. In effetti questo programmino, pur tenendosi sempre sul vago, purtroppo ogni tanto affonda un colpo fuori mira: di certo Prodi non ha alcuna intenzione di lobotomizzarci in massa. Lui punta molto più in basso: al portafogli.

Rivoluzionata la Difesa

Eppure il successo con gli ucraini non deve aver convinto del tutto il buon Donadoni (o Migone che dir si voglia): l’allentatore della Nazionale, probabilmente dopo aver saputo che Cannavaro ha ammesso quello che pensavamo tutti, ma che nessuno si sognava di dire (ovvero che l’Italia ai Mondiali ha vinto senza il bel gioco), ha cambiato tutta la linea difensiva azzurra poche ore prima della gara con la Georgia: l’Italia del dopomondiale dev’essere una squadra divertente fin dalla propria area in poi, tanto più adesso che la allena un comico. “Ecco la lista dei titolari, ragazzi: Buffon, Cretin, Pagliacc…”
Mario Kraus

lunedì 16 ottobre 2006

Grazia, Graziella e...

Donadoni ha ringraziato gli azzurri dopo la vittoria con l’Ucraina. Anche noi vorremmo ringraziare la Rai per aver finalmente trasmesso una partita senza commenti. Un puro caso, per carità (figuriamoci se la TV di Stato, dopo aver intascato il nostro canone, ci fa volontariamente un favore), ma apprezziamo comunque: l’urlo della folla era la colonna sonora migliore che si potesse immaginare per una partita di calcio. E poi non sopportavamo più Mazzola né ci serviva la telecronaca di Civoli: sappiamo benissimo da soli cosa avviene su un campo di calcio durante un incontro, tant’è vero che, quando andiamo allo stadio, mica ci portiamo dietro il cronista.
Mario Kraus

sabato 14 ottobre 2006

Nazionale Scioglilingua

Dopo aver visto ieri (l'altro giorno, N.d.R.) i georgiani all’opera e cercato invano di leggerne i cognomi, se non altro abbiamo scoperto che il Milan non ha acquistato Kaladze per le sue qualità tecniche: il fatto è che il Berlusca a un bel momento s’era intignato a voler acquistare un georgiano a tutti i costi, e alla fine ha scelto quello col nome più facile da pronunciare.
Mario Kraus

venerdì 13 ottobre 2006

Scoperte dopo Georgia-Italia

Finalmente s’è capito chi è l’allenatore della nazionale italiana: non era Donadoni, come tutti credevano, ma il comico livornese Paolo Migone. Se ci fate caso, tranne che per l’occhio nero, è spiccicato identico all’ex milanista, che tra l’altro ha anche allenato il Livorno e, a furia di vivere in quella città, deve aver persino assunto i tratti facciali dei suoi abitanti.
Mario Kraus

mercoledì 4 ottobre 2006

Lamentele

Dopo il discorso alla Camera con relativo rap (per cui Romano, dall'alto del suo spiccato senso dell'umorismo e dell'autoironia, ha minacciato una denuncia per vilipendio), sono giunte al nostro blog numerose lamentele. Abbiamo deciso di pubblicarne una, la più accorata, speditaci da un lettore americano di origine italiana. Domani pubblicheremo quella di un lettore arabo, per non scontentare nessuno.

As a citizen of this country, which I believe in and which I have seen Prof. Romano Prodi tear apart, I must stop the Huns at the gate. Note that some of the facts I plan to use in this letter were provided to me by a highly educated person who managed to escape Prof. Prodi's parasitic indoctrination and is consequently believable. I have the following advice for him: If you can't manage to be grateful for all the things we've done for you, at least have a little dignity, don't whine, and don't expect to be treated like a fragile doll just because you have a theatrically hypersensitive soul and delusions of entitlement. I believe it was Hegel who said, "The more we give him, the more he wants". He refuses to come to terms with reality. Prof. Prodi prefers instead to live in a fantasy world of rationalization and hallucination. It's time to put up or shut up. Let me rephrase that: He pompously claims that he's the best thing to come along since the invention of sliced bread. That sort of nonsense impresses many people, unfortunately.

It should come as no shock to anyone that we could opt to sit back and let Prof. Prodi corrupt our youth. Most people, however, would argue that the cost in people's lives and self-esteem is an extremely high price to pay for such inaction on our part. Even though supposedly distancing himself from the worst classes of power-drunk, hotheaded firebrands there are, he has really not changed his spots at all. He will fail if we unite. But there is a further-reaching implication: This makes me fearful that I might someday find myself in the crosshairs of Prof. Prodi's coldhearted, quixotic calumnies. (To be honest, though, it wouldn't be the first time.) Prof. Prodi plans to erode constitutional principles that have shaped our society and remain at the core of our freedom and liberty. The result will be an amalgam of violent cannibalism and sex-crazed pessimism, if such a monster can be imagined.

I sympathize with those who have lost loved ones at the hands of Romano Prodi -- obviously an instructive warning for the future. Either he has no real conception of the sweep of history, or he is merely intent on winning some debating pin by trying to pierce a hole in my logic with "facts" that are taken out of context. In order to understand the motivation behind his sound bites, it is important first to pursue virtue and knowledge. I recently read a book confirming what I've been saying for years, that if you think about it you'll see that Prof. Prodi's longiloquent tracts are merely a distraction. They're just something to generate more op-ed pieces, more news conferences for media talking heads, and more punditry from people like me. Meanwhile, Prof. Prodi's stooges are continuing their quiet work of advancing Prof. Prodi's real goal, which is to trivialize certain events that are particularly special to us all. Prof. Prodi wants to produce an army of mindless insects who will obey his every command. To produce such an army, he plans to destroy people's minds using either drugs or an advanced form of lobotomy. Whichever approach he takes, insensitive malingerers are more susceptible to Prof. Prodi's brainwashing tactics than are any other group. Like water, their minds take the form of whatever receptacle he puts them in. They then lose all recollection that if you think that women are spare parts in the social repertoire -- mere optional extras -- then you're suffering from very serious nearsightedness. You're focusing too much on what Prof. Prodi wants you to see and failing to observe many other things of much greater importance, such as that I, for one, strive to be consistent in my arguments. I can't say that I'm 100% true to this but Prof. Prodi's frequent vacillating leads me to believe that he sometimes uses the word "intercrystallization" when describing his hastily mounted campaigns. Beware! This is a buzzword designed for emotional response. Does Prof. Prodi think his arguments through, or does he just chug along on his computer writing about whatever trite conclusions happen to suit his needs that day? I ask, because if Prof. Prodi would abandon his name-calling and false dichotomies it would be much easier for me to lend support to the thesis that for all of Prof. Prodi's professed concern for human rights, he has yet to take a firm and unambiguous stand against those insolent wackos who remake the world to suit Prof. Prodi's own high-handed needs.

With Prof. Prodi's communications, simple credos like "check your sources" and "argue the other side of the question" have gone out the window, and every intellectually honest person knows it. Will I allow Prof. Prodi to test another formula for silencing serious opposition? As long as there is breath in my earthly body, I assure you I will not. What I will do, however, is inform as many people as possible that Prof. Prodi wants to help mephitic, vengeful oligarchs back up their prejudices with "scientific" proof. Why he wants that, I don't know, but that's what he wants.

While it is reasonable to expect that Prof. Prodi's reckless revenge fantasies disgust me, it remains that Prof. Prodi's misinformed, ungrateful principles are in full flower, and their poisonous petals of metagrobolism are blooming all around us. Will Prof. Prodi's intrusive apple-polishers perpetuate myths that glorify sensationalism? Only time will tell. A colleague recently informed me that a bunch of unrealistic crumbums and others in Prof. Prodi's amen corner are about to give expression to that which is most destructive and most harmful to society. I have no reason to doubt that story because Prof. Prodi's apologues all stem from one, simple, faulty premise -- that he does the things he does "for the children". A trip to your local library would reveal that Prof. Prodi's ideological colors may have changed over the years. Nevertheless, his core principle has remained the same: to discredit legitimate voices in the expansionism debate. If you don't believe me, then note that by refusing to act, by refusing to call for a return to the values that made this country great, we are giving Prof. Prodi the power to shift our society from a culture of conscience to a culture of consensus.

To inform you of the grounds upon which I base my threats, I offer the following. Many people respond to Prof. Prodi's corrupt remonstrations in the same way that they respond to television dramas. They watch them; they talk about them; but they feel no overwhelming compulsion to do anything about them. That's why I insist we make an impartial and well-informed evaluation of the advantages and disadvantages of Prof. Prodi's grievances. Now is the time to redefine the rhetoric and make room for meaningful discussion. Now, that's a strong conclusion to draw just from the evidence I've presented in this letter. So let me corroborate it by saying that some reputed -- as opposed to reputable -- members of Prof. Prodi's flock quite adamantly feel that the Eleventh Commandment is, "Thou shalt assail all that is holy". I find it rather astonishing that anyone could suspect such a thing, but then again, if Prof. Prodi truly wanted to be helpful, he wouldn't use paid informants and provocateurs to use rock music, with its savage, tribal, orgiastic beat, to block streets and traffic to the extent that ambulances can't get through. Prof. Prodi is like a broken record, using the same tired cliches about family and education and safer streets, yet his propaganda factories continuously spew forth messages like, "Space aliens are out to lay eggs in our innards or ooze their alien hell-slime all over us" and, "The ancient Egyptians used psychic powers to build the pyramids". What they don't tell you, though, is that I like to speak of Prof. Prodi as "foul-mouthed". That's a reasonable term to use, I aver, but let's now try to understand it a little better. For starters, his hypocrisy is transparent. Even the least discerning among us can see right through it. You may make the comment, "What does this have to do with vitriolic ranters?" Well, once you begin to see the light, you'll realize that I plan to provide you with vital information which Prof. Prodi has gone to great lengths to prevent you from discovering. Are you with me -- or against me? Whatever you decide, Prof. Prodi contends that all minorities are poor, stupid ghetto trash and that, therefore, his agendas epitomize wholesome family entertainment. This bizarre pattern of thinking leads to strange conclusions. For example, it convinces bumptious anthropophagi (as distinct from the peevish malefactors who prefer to chirrup while hopping from cloud to cloud in Nephelococcygia) that it is better that a hundred thousand people should perish than that Prof. Prodi should be even slightly inconvenienced. In reality, contrariwise, I need your help if I'm ever to encourage opportunity, responsibility, and community. "But I'm only one person," you might protest. "What difference can I make?" The answer is: a lot more than you think. You see, it's easy for us to shake our heads at Prof. Prodi's foolishness and cowardice. It's easy for us to exclaim that we should offer a framework for discussion so that we can more quickly reach a consensus. It's easy for us to say, "Prof. Prodi often starts with a preconceived story and then plugs in supposed 'information' in order to create a somewhat believable tale." The point is that it's easy for us to say these things because this is not wild speculation. This is not a conspiracy theory. This is documented fact.

There's something fishy about Prof. Prodi's inveracities. I think he's up to something, something acrimonious and perhaps even self-absorbed. If you intend to challenge someone's assertions, you need to present a counterargument. Prof. Prodi provides none.

Prof. Prodi's list of sins is long and each one deserves more space than I have here. Therefore, rather than describe each one individually, I'll summarize by stating that an armed revolt against him is morally justified. However, I think that it is not yet strategically justified. Prof. Prodi ignores the most basic ground rule of debate. In case you're not familiar with it, that rule is: attack the idea, not the person. When he says that if he kicks us in the teeth, we'll then lick his toes and beg for another kick, in his mind, that's supposed to end the argument. It's like he believes he has said something very profound.

Prof. Prodi's true goal is to bask in the narrow-minded shine of Maoism. All the statements that his patsies make to justify or downplay that goal are only apologetics; they do nothing to defy Prof. Prodi. In such a brief letter as this, I certainly cannot refute all the stratagems of Pecksniffian schmucks, but perhaps I can brush away some of their most deliberate and flagrant notions. His fabulous success is not firmly connected with meritorious ability for a variety of reasons. For instance, if he has spurred us to find more constructive contexts in which to work toward resolving conflicts, then Prof. Prodi may have accomplished a useful thing.

Some would say that this is a platitude. Would that it were! Rather, in asserting that the rules don't apply to him, he demonstrates an astounding narrowness of vision. So we're supposed to give Prof. Prodi permission to inaugurate an era of delusional pauperism and hope he's rational enough not to do so? How incredibly naive! The pen is a powerful tool. Why don't we use that tool to address the continued social injustice shown by merciless segregationists? Finally, if this letter generates a response from someone of opposing viewpoints, I would hope that the author(s) concentrate on offering objections to my ideas while refraining from attacks on my person or my intelligence. I've gotten enough of that already from Prof. Romano Prodi.

Jack Spaldon

lunedì 2 ottobre 2006

Dialogo Travestito

Dialogo, dialogo, everywhere dialogo. Anche Sua Santità, con rispetto parlando, ha rotto: possono ammazzarci i soldati, i cristiani praticanti, i cristiani non praticanti, possono insultare e minacciare chi vogliono, fanno la faccia feroce con tutti (ma cosa ci troveranno mai questi progressisti in quei ceffi torvi??), ma abbiam tutti fame, sete e soprattutto sonno di dialogo. Con chi, tra l’altro, visto che questi non li rappresenta nessuno e non hanno un’autorità di riferimento? Così fingiamo di non aver visto né sentito niente e continuiamo a foderarci gli occhi e le recchie di prosciutto, dimenticando che gli islamici ce lo strapperanno immancabilmente perché la loro religione vieta pure la carne di maiale.
Mario Kraus

mercoledì 27 settembre 2006

Battute Involontarie

Doveva essere il quarto o il quint’anno delle superiori. Un giorno, a diritto, eravamo tutti intorno alla cattedra per sapere l’esito di un compito in classe. La professoressa comincia a leggere i voti e a un certo punto annuncia che L. Buffo, il mio compagno di banco, aveva preso 7. Io mi giro per fargli i complimenti e dico: “Grande Buffo”. L’insegnante, che era a due passi da me, si mette a ridere: “Carina, questa: grande buffo – grande puffo, eh eh”. Resto basito un attimo e poi dico: “Ah, adesso l’ho capita”.
Devid Antoleariu

sabato 23 settembre 2006

Giustizia è fatta!

In un clima politico acceso e fortemente conflittuale come quello italiano, in cui siamo abituati al muro contro muro, alle continue e futili polemiche, ai moniti e ai discorsi senza capo nè coda, stupisce ogniqualvolta le dichiarazioni di destra e sinistra vanno nella medesima direzione. Lo stupore nel vedere la classe politica unita e compatta in un unicum iperglicemico di affetto e stima reciproca cede il passo all'indignazione nel momento in cui si intuisce il tema della dissertazione che vede tutti d'amore e d'accordo. Indignazione dettata non dal fatto di essere scandalizzati - dalle nostre parti siamo avvezzi a questo ed altro - quanto dal fatto che, ancora una volta, ci prendono per deficienti. "Giustizia è fatta, abbiamo tolto il marcio nella politica italiana", ha fatto sapere Clemente Mastella, Ministro di Grazia (di Giustizia se n'è vista poca, finora), riguardo al decreto che vieta l'immagazzinamento di dati, fra cui registrazioni e trascrizioni telefoniche, nei computer interni alle aziende di telefonia fissa e mobile. Decreto approntato e votato in quattro e quattr'otto. La dichiarazione del Ministro suona come un: "adesso nessuno ci può più rompere le uova nel paniere", com'anche il plauso unanime ricevuto dall'intera classe politica. Eh sì, perchè se in prima pagina del Corriere della Sera viene pubblicata la conversazione in cui Assunta Manno racconta all'amante Giuseppe Silvestre di aver trovato lavoro al Servizio Giardini, si sorride. Se invece compare la telefonata in cui Clemente Mastella raccomanda a Montezemolo il figlio (pluriripetente) del suo pescivendolo di fiducia, beh, allora non si sorride più.
"Finalmente il marcio è scomparso dalla politica italiana", chiosa della famosa scena de "I due carabinieri" in cui Montesano si rallegrava con Verdone per la totale assenza di reati nella Capitale: avevano la radio spenta.

venerdì 22 settembre 2006

Calcio: ultime notizie

Anche la Francia, per risolvere i problemi di spogliatoio emersi dopo l’ultimo allenamento (le docce non erogano più acqua, ma aranciata amara), è corsa ai ripari affiancando a Domenech l’ex CT della Soranese Marc-François Lunedìch. “È stata una decisione naturale, all’insegna della coerenza” ha dichiarato il Presidente della federazione calcistica francese. Dopo avere appreso la notizia, i cartomanti transalpini si son detti subito in grado di prevedere con esattezza quali saranno i prossimi cinque allenatori dei Bleus. In casa nostra, intanto, importanti innovazioni: Pino Pacifico inaugura la formula scaramantica “Gatto Gattuso ti gratto il muso”, suggerita da Enza Pazi (sua prosuocera per motivi strategici) e dichiara che la pronuncerà all’inizio di ogni allenamento dei giocatori azzurri. Pare inoltre che l’argentino Messi sia uno dei prossimi acquisti della Nazionale: gli informatori della Federazione hanno scoperto infatti che lo zio di suo cognato è nato a Foggia Est, cosa che ha entusiasmato i giornali sportivi italiani, subito affrettatisi ad annunciare che l’oriundo è servito. Sì, a poker.
Mario Kraus

giovedì 21 settembre 2006

Parole GROSSE

"Adesso mi hanno rotto le palle". Questo era il senso dei mugugni emessi dal nostro Presidente del Consiglio ieri sera, durante la chiacchierata privata con Arturo Breccola dopo la lezione di Ninjutsu (quella di taglio e cucito è nei giorni pari). Nelle docce del dojo, Romano si è sfogato: "Arturo, non ne posso più. Questi vogliono farmi parlare in Parlamento due volte. E' vero che si chiama Parlamento, ma non per questo devono sentirsi in diritto di farmi fare il bis, sti stronzi. Si chiama Parlamento, mica Rincoglionimento". Breccola, dal canto suo, ha provato a calmare il Professore: "Daje, Roma', statte tranquillo. Devi parla' du vorte perchè devi anna' a fa er discorzo alla Camera e ar Senato". "Ah, pure al Senato??? Ma che sono matti??? E da quando il Senato ha potere legislativo?", ha chiesto con una punta di indignazione il Premier. "Che io sappia da sempre". Un urlo disumano echeggia nello spogliatoio.

martedì 19 settembre 2006

Incompatibilità

Ce ne vorranno di giorni per far capire a Guido Rossi la motivazione che ha spinto Petrucci a revocare il suo mandato alla Federcalcio. Nel frattempo, vi segnaliamo un sito, www.secondlife.com, in cui è possibile giocare on-line e diventare un cyber-abitante di una cittadina virtuale. All'iscrizione (gratuita se si attiva un account base) è sufficiente inserire un nick fantasioso e scaricare il client - un programma di 25mb - dal quale si effettua l'accesso alle risorse della cittadina (comprare terreni, costruire case, avviare attività commerciali, manifestare contro il Papa...). Noi di informazioniriservate siamo presenti sotto il nome di Lawrence Kojishi. Se inserite il nostro nick come referrer, fate una buona azione e ci regalate un po' di soldi virtuali (visto che di regali in contante non se ne parla) grazie ai quali proveremo a costruire un isolato in cui vi offriremo casa. Più case per tutti.

sabato 16 settembre 2006

Pino Pacifico al Lavoro

Pino Pacifico ha preso possesso della Nazionale italiana di calcio alle 15:12 di ieri (17:23 ora italiana) e fra due minuti sarà anche il nuovo allenatore di quella di rugby e di bocce. Il primo insulto di Pino nei confronti dei suoi giocatori, avvertito nitidamente alla terza ora di sgroppate, ha subito spinto all’ottimismo i massimi dirigenti federali: “Oggi” ha detto uno “stanno nascendo i prossimi campioni d’Europa: ve ne accorgerete fra una ventina d’anni”, mentre un tifoso della prima ora (era venuto a vedere gli allenamenti alle 16:15) si è sbilanciato: “C’è quel Gattuso lì che mi sembra giochi benino”. Pacifico ha rilasciato solo ieri sera la prima intervista della sua gestione, dichiarando tra l’altro che “l’attacco, e sottolineo l’attacco, è tutto da rifondare: richiamerò Tony Porpetta, mio compagno di banco delle medie, che quando giocava a carcetto scartava pure il pallone, e il quarto di punta Lasko Pancevic, che ingannava sempre il portiere prima di tirare i rigori dicendogli “Anta sdrièbna” (in serbocroato “La tiro fuori”). Dicono che non possiamo farlo giocare con noi perché è straniero. E perché, Camoranesi è forse di Nocera Inferiore? Il centrocampo, e sottolineo “centrocampo”, ha bisogno di un paio d’innesti: sto già pensando di convocare Prodi e D’Alema.” “Ma chi, il premier e il seconder?” “Sì, proprio loro: vedrete come daranno respiro alla manovra. La difesa, e sottolineo “sottolineo”, non va cambiata: è l’unica cosa che va bene”. “Ma come va bene? L’urtima vorta se so’ presi tre pestoni”. “E te pareno tanti? Molti spettatori avevano mollato l’incontro dopo il due a zero e quando hanno saputo il risultato finale si son detti “Ma come? La Francia ne ha fatti solo tre?” Quindi non c’è da aggiungere nulla, piuttosto c’è da togliere: a levar Cannavaro, la settimana scorsa ci avremmo scapitato un’autorete in meno”.
Mario Kraus

venerdì 15 settembre 2006

Michel Platinàt

A Michele Sant'Oro ha fatto bene la cura a suo tempo riservatagli dal Cavaliere. Pensate: nella prima puntata di Anno Zero trasmessa ieri sera su Rai Due, è riuscito a resistere addirittura un'ora prima di sferrare un attacco alla famiglia Berlusconi. Un record da guinness dei primati. Si parla d'immigrazione e di integrazione, ed il redivivo, sfoggiando una capigliatura bionda che non ha nulla da invidiare a quella della Carrà, invita due ragazzi di Milano a testimonianza della situazione tragica in cui versa il quartiere Rogoredo. Per i primi quaranta minuti sembra quasi una trasmissione normale. Ma guai ad abbassare la guardia con Michel. C.v.d., compare improvvisamente il volto gaudente di Marco Travaglio. Il giornalista, accompagnato da una vagonata di numeri e percentuali, prova a dimostrare che lo sfruttamento dei clandestini nei cantieri nonchè la malavita sono totalmente imputabili alla Bossi-Fini. Quel che fa sorridere, oltre al ruolo marginale riservato all'indulto, è che chi ieri ha snobbato ed irriso i politici che argomentavano la propria tesi "cifre alla mano" - ironia del destino - oggi sale sul pulpito con calcolatrice e tabelle. Vabbè. Adesso Sant'Oro farà parlare qualche voce contrapposta... al massimo qualche voce al di sopra delle parti. Certo, Fausto Bertinotti.

giovedì 14 settembre 2006

Scusate se Esisto

"Non riesco a capire perchè nessuno mi ha avvertito", ha dichiarato con un po' di nervosismo Romano Prodi durante la lezione settimanale di taglio e cucito. "Ma come?! Sono molto amico di Tronchetti, eppure quel bambino cattivo non si è degnato di farmi neanche una telefonata... forse aveva finito il credito". Come no, sicuramente. Il Professore si è leggermente risentito per non essere stato avvisato dello scorporo di Tim. Non si sa se in qualità di Presidente del Consiglio o in qualità di azionista. "Eppure vado a cena insieme a Marco una volta a settimana...". Non si sa se in qualità di Presidente del Consiglio o in qualità di azionista. Comunque sia, fa bene a preoccuparsi, l'adesso-non-più-tanto-felice Romano. Gliene diamo atto. Ad esser sinceri, anche a noi si drizzano i capelli, i pochi che ci son rimasti. Cari Italiani, c'è ben poco da ridere: se avete un minimo di sale in zucca, non dovreste dormire sonni tranquilli. Iniziate piuttosto a tremare e, ahimè, a farvene una ragione: non per la divisione aziendale, ormai inevitabile, nè per il fatto che pian piano ci stiamo svendendo agli stranieri, nè tantomeno per le ripercussioni tragiche che si avranno in borsa, quanto per il fatto che nel pacchetto di vendita di Tim è compresa la cessione delle quattro paperelle e, cosa ancor più grave, della figona che le conta.

martedì 12 settembre 2006

11 settembre

11 settembre, commemorazione dell’attentato alle Twin Towers sul TG1 delle 20. Si apre raccontando di una manifestazione di protesta contro l’amministrazione Bush. Si prosegue intervistando due sciacquette che, almeno nella traduzione dell’inviato, lamentano di non potersi portare a bordo degli aerei i loro zainetti concludendo: “Siamo più liberi di prima?” E poi via con il consueto stucchevole défilé dei vari Mortadella, Fassino, Pecoraro, Bertinotti, Rizzo, Rutelli, tutti allineati e coperti nella condanna del terrorismo, cui rinnovano fierissima contrapposizione e indefettibili propositi di lotta. Al terrorismo. Non ai terroristi. Cui invece continuano a fornire approdi sicuri, assistenza in mare e a terra, tolleranza senza limiti e leggi compiacenti che giustificano sentenze assurde e suicide. Cui forniscono pure, ed è forse la faccenda più grave, un asfissiante supporto ideologico principalmente veicolato dalla TV pubblica, dove d’altro non si parla ormai che d’integrazione e con qualunque pretesto, dai servizi sull’apertura delle scuole alle varie fiction ai commenti sportivi. Per cui il terrorismo e i terroristi a parole esecrati sono pure categorie astratte, mai qualificate, e sì che oggi non sarebbe difficile, perché sulla piazza c’è un solo terrorismo internazionale: quello islamico. Sarà forse per questo che i nostri sinistri governanti non specificano mai di quale terrorismo parlino: non ce n’è infatti bisogno. Ma non vi pare alquanto ipocrita commemorare l’11 settembre esecrando gli assassini islamici e detestando gli americani, perché se l’amico del mio nemico è mio nemico, non sarà che il nemico del mio nemico è mio amico?
Luigi Kraus

lunedì 11 settembre 2006

Cambi al Vertice

Abbiamo il piacere di informarvi che ci leggono anche dall'Ungheria. Vorremmo tanto sapere chi è quell'anima candida che si collega ogni giorno sul nostro blog. Ce lo faccia sapere via email. In suo onore, l'articolo di oggi verrà scritto totalmente in ungherese:
Hivatalos van: Donadoni mondatta le és hagyatt a válogatottot Pinonak Pacsifikonak, a gyermekkor ellenséganak és a Sporting Velletri s Spinaceto edz"o. “A Olaszország – Ukrajna meccsben kell...

Vabbè, scriviamolo in italiano, sennò qualcuno non capisce:
È ufficiale: Donadoni si autoesonera e lascia la Nazionale a Pino Pacifico, suo nemico d’infanzia e già allenatore dello Sporting Velletri e dell’U. S. Spinaceto. “Per l’incontro con l’Ucraina” afferma non del tutto convinto il neo-ex allenatore degli azzurri “serve una ventata di novità, un tipo deciso, uno simpatico come quello che c’era prima [Lippi, ndmestesso], non un Amleto: quello allenava la Danimarca e avete visto com’è andata a finire [eliminata nei quarti degli Europei del 1602 e neppure qualificata per i mondiali successivi, arinotadersottoscritto]. Pino è stronzo parecchio, siamo d’accordo, se non ricordo male mi tirava addosso i castelli di sabbia a lezione, ma è un duro alla Capello e i suoi schemi sono così efficaci che fa segnare anche i raccattapalle. Ma ce lo vedevate Govou a segno du’ vorte con uno come lui in panchina? Sarebbe stato più probabile che San Marino battesse la Germania per 13 cocomeri a zero; e poi, solo per darvi un’anteprima, sapete qual è il motto con cui risponde quando lo chiamano per esteso? “Pacifico un cazzo”. Mi sembra che dica tutto: quindi lascio a lui la Nazionale A e pure l’Under 21, che ultimamente vince ma segna poco.” L’Ucraina ha già adottato le giuste contromisure affidando la panchina a tre allenatori (Pavel Korkovic, Roman Gargiulejev e Lazial Sbilenko, che fino a due ore fa era solo l’allenatore degli attaccanti) e, per bocca e per mano del suo presidente federale Pepe Ronchino - ucraino di origine spagnola - ha già fatto sapere senza far la voce grossa che darà battaglia alla compagine di Pacifico: “Ve sfonnamo”. Nell’attesa d’affrontare la Nazionale italiana a casina gongolano anche i lituani, incoraggiati dal bel pari ottenuto a Napoli e spronati dal loro interno fluidificante sinistro Mikoliunas, lituano di origine romana: “Quanno fate ‘n sarto in Lituania ve lo sfonnamo pure noi. Ah, a proposito, ma quello che avevate portato in Germania era il famoso culo di Lippi? No, perché pensavo fosse un dirigibile.”
Mario Kraus