Beh, in mezzo al pattume ordinario spacciato dalle reti TV si trova ogni tanto qualcosa che val la pena raccattare. Mi riferisco a un paio di talks che hanno beneficiato della decorativa presenza della Daniela Santanchè, bella donna e pensiero lucido. Un’accoppiata rara nel desolante panorama del Barnum televisivo, dove a fronte di una Margherita Hack troviamo delle Parietti, delle Marini et coetera, dimostrazioni della rarità del connubio. In una delle due trasmissioni la Santanchè accavallava le pregevoli gambe di fronte ad un gramo assortimento di soggetti di apparente genere femminile addobbate da uova pasquali fuori stagione, nell’altro era contrapposta ad un ceffo iracondo e berciante che non vi augurerei di incontrare mentre rientrate nottetempo dai vostri consueti bagordi del uichend. Mi ha colpito particolarmente il fatto che il figuro non abbia mai degnato la parlamentare di AN di un solo sguardo - e sì che ne meritava più di uno – e abbia continuato ad abbaiare torvamente insulti in lingua a me sconosciuta - ma tradotta - senza mai guardare in faccia il bersaglio delle proprie minacce, cui la Daniela replicava con lucide argomentazioni. Ma non facciamoci illusioni: hanno già vinto. Qualcuno si è mai chiesto perché di tanti stranieri più o meno clandestini che sovraffollano il nostro disgraziato paese quasi mai si parli, se non nella cronaca nera? Qualcuno si è mai chiesto perché non ci siano trasmissioni TV che si occupano dei cinesi – non dei problemi che le merci cinesi provocano alla nostra economia –, no, proprio dei cinesi come etnia? O dei peruviani, dei polacchi, o dei buddisti, degli induisti, degli animisti, mentre ogni giorno su una qualche rete c’è un dibattito sugli islamici, si noti, non sui marocchini, sugli arabi, sui pachistani. Sugli islamici. Hanno già vinto. Non perché siano tanti, troppi, ormai; ma perché si avvantaggiano della nostra imbecillità. Chi semina continuamente dubbi, chi getta fango sulla nostra civiltà e sul nostro modo di vivere, chi insegna loro come sfruttare i garantismi offerti dal nostro ordinamento giuridico, chi spiana loro la strada alla cittadinanza che affretterà la fine della nostra civiltà, oh, ma in maniera pienamente legale? Sceicchi che ci ricattano col petrolio? Poteri forti occulti? Anche, forse; ma è la massa dei sedicenti libertari, dei pacifisti a senso unico, dei discotecari impasticcati, del diritto al titolo di studio senza studio e del senza se e senza ma che sta erigendo i minareti mattone su mattone. Tra qualche anno ci sveglieremo al richiamo del muezzin. Saranno contenti quelli che citavano in giudizio il parroco perché le campane li svegliavano all’alba delle 10 del mattino, quelli che non gli tira perché la Chiesa è sessuofobica e li castra. Ma attenti ragazzi: oltre che le ciucche di birra e uischi, il Profeta vieta anche le canne, i buchi e i tiri. Uomo avvisato...
Luigi Kraus
"Qualcuno si è mai chiesto perché di tanti stranieri più o meno clandestini che sovraffollano il nostro disgraziato paese quasi mai si parli, se non nella cronaca nera? Qualcuno si è mai chiesto perché non ci siano trasmissioni TV che si occupano dei cinesi – non dei problemi che le merci cinesi provocano alla nostra economia –, no, proprio dei cinesi come etnia? O dei peruviani, dei polacchi, o dei buddisti, degli induisti, degli animisti, mentre ogni giorno su una qualche rete c’è un dibattito sugli islamici, si noti, non sui marocchini, sugli arabi, sui pachistani. Sugli islamici."
RispondiEliminaSì me lo chiedo ogni giorno. E mi piacerebbe avere una risposta che non cada nella banalità dell'islamofobia alla Fallaci (pace all'anima sua), o peggio, nell'anti-islamismo becero che fa rima con anti-semitismo e non è un caso, essendo una spudorata forma di razzismo altrettanto odioso ed offensivo. E mi piacerebbe che alimentare lo scontro di civiltà (la grande frottola globale del ventunesimo secolo cui si vorrebbe far credere a tutti i costi) non serva a coprire politiche sfrontatamente conservatrici se non reazionarie, gli interessi economici e strategici di un'oligarchia degli affari che, araba o occidentale che sia, è fatta della medesima stoffa e comprende la medesima lingua, quella del Dio Denaro (o del suo figlio bastardo, il Dio Petrolio)...
Già, mi piacerebbe...