Pochi giorni dopo le elezioni avevo pensato di inviare al blog quest'articolo:
"Spiacente, ragazzi, non ascolterò più Fiorello. Intendiamoci, mi fa ridere e talvolta sganasciare, ma la faccenduola dello smemorato di Cologno rimasto puntualmente in programma anche dopo le elezioni non l’ho mandata giù. Col ribaltone appena avvenuto, mi aspettavo che la satira reclamasse i suoi diritti e suoi doveri, che dunque i comici di Viva Radiodue ci divertissero un po’ con lo smemorato di Bologna, o che almeno sospendessero la rubrica finché non si fosse insediato il nuovo governo. O meglio, non me lo aspettavo mica tanto perché mi pareva d’avere capito da che parte stessero Baldini e compagni; ad ogni modo, la speranza c’era. Quando, la sera del 19 aprile, durante una replica, ho sentito con disappunto che Fiore sfotteva chi ha perso dimenticandosi di chi ha vinto, ho spento deciso la radio. Liberissimi di continuare così, se vogliono, così come sono liberissimo io di cambiare stazione, ma la satira a senso unico non mi è mai garbata."
In realtà, poi, non ho mandato l'articolo, ho continuato ad ascoltare Fiorello e forse non è stata una cattiva idea: così ho potuto sapere dalla sua viva voce che ha dovuto smettere d'imitare alcuni personaggi perché questi gli hanno ordinato a muso duro di non prenderli più in giro. Colpito dalla faccenda, ho fatto mente locale e mi sono ricordato che Fiorello aveva tolto dal repertorio lo smemorato di Bologna dopo un paio di giorni, proprio lo stesso smemorato che (notate la coincidenza) aveva fatto fuoco e fiamme quando l'hanno punzecchiato appena appena con quel rap alla Camera. Cosa ne dobbiamo concludere? Che chi si sciacqua la bocca con la parola "democrazia" è democratico solo nei confronti di chi sostiene le sue stesse idee e di chi prende in giro sempre gli altri?
P.S. Onore al buon Luca Giurato che si è divertito una cifra quando ha sentito Fiorello imitarlo. Magari Giurato non sarà un professore d'economia, ma è molto più simpatico e meno presuntuoso della Mortadella scaduta e andata in puzza.
"Spiacente, ragazzi, non ascolterò più Fiorello. Intendiamoci, mi fa ridere e talvolta sganasciare, ma la faccenduola dello smemorato di Cologno rimasto puntualmente in programma anche dopo le elezioni non l’ho mandata giù. Col ribaltone appena avvenuto, mi aspettavo che la satira reclamasse i suoi diritti e suoi doveri, che dunque i comici di Viva Radiodue ci divertissero un po’ con lo smemorato di Bologna, o che almeno sospendessero la rubrica finché non si fosse insediato il nuovo governo. O meglio, non me lo aspettavo mica tanto perché mi pareva d’avere capito da che parte stessero Baldini e compagni; ad ogni modo, la speranza c’era. Quando, la sera del 19 aprile, durante una replica, ho sentito con disappunto che Fiore sfotteva chi ha perso dimenticandosi di chi ha vinto, ho spento deciso la radio. Liberissimi di continuare così, se vogliono, così come sono liberissimo io di cambiare stazione, ma la satira a senso unico non mi è mai garbata."
In realtà, poi, non ho mandato l'articolo, ho continuato ad ascoltare Fiorello e forse non è stata una cattiva idea: così ho potuto sapere dalla sua viva voce che ha dovuto smettere d'imitare alcuni personaggi perché questi gli hanno ordinato a muso duro di non prenderli più in giro. Colpito dalla faccenda, ho fatto mente locale e mi sono ricordato che Fiorello aveva tolto dal repertorio lo smemorato di Bologna dopo un paio di giorni, proprio lo stesso smemorato che (notate la coincidenza) aveva fatto fuoco e fiamme quando l'hanno punzecchiato appena appena con quel rap alla Camera. Cosa ne dobbiamo concludere? Che chi si sciacqua la bocca con la parola "democrazia" è democratico solo nei confronti di chi sostiene le sue stesse idee e di chi prende in giro sempre gli altri?
Mario Kraus
P.S. Onore al buon Luca Giurato che si è divertito una cifra quando ha sentito Fiorello imitarlo. Magari Giurato non sarà un professore d'economia, ma è molto più simpatico e meno presuntuoso della Mortadella scaduta e andata in puzza.
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