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sabato 31 ottobre 2009

Divisi anche sull'ora legale

Da un’inchiesta della Sondaggiusti risulta che il 50% degli italiani è a favore dell’ora legale e il 50% contro. Ma attenzione: una filiale della suddetta agenzia, la Sondaggiusti-Precisi, informa che il 50% del primo 50% è talmente entusiasta di questa misura che vorrebbe introdurre l’ora e un quarto legale, più che altro per farci stare la pausa caffè-siga-e-giro lungo per non tornare subito in ufficio, mentre l’altro 50% del primo 50% è contrario a quest’innovazione. Anche il secondo 50% è però spaccato in due: un 50% è sì contrario all’ora legale, ma gradirebbe piuttosto un giorno extra, mentre l’altro 50% non vuole saperne. A sua volta, la metà del 50% che si batte per il giorno extra desidera che detto giorno sia festivo al fine di riposare, e l’altra metà lo preferirebbe feriale per guadagnare di più, cementare l’amicizia coi colleghi, fare un altro giro lungo e litigare un altro pochino su Berlusconi. Chi invece non vuole giorni extra a nessun costo, ma è disposto a incatenarsi al municipio per la settimana lunga, deve vedersela con quei disgraziati che, pur non volendo neanche loro giorni extra che tengano, si frusterebbero ansimando di piacere per avere la settimana corta; naturalmente anche queste ultime due fazioni sono divise secondo la regola del 50 e 50: i lunghisti incerti fra il passare la domenica in città o in campagna chiedono l’aiuto del pubblico, mentre si affidano alla telefonata a casa i cortisti che durante la protesta non sanno se farsi frustare dalla propria donna o da una mistress specializzata.
Mario Kraus

venerdì 30 ottobre 2009

Marrazzo s'arrazza

Povero il Presidente Marrazzo. Non lo invidiamo proprio. È stato sgamato, è stato costretto ad dimettersi (il certificato medico per “herpes simplex analis” non è durato per più di tre giorni), ha speso 90.000 euro, con il risultato che la gente dice pure che ce l’ha chiacchierato. A Roma c'è un detto: “meglio frocio che laziale”. Se Marrazzo fosse anche di fede biancoceleste ce le avrebbe tutte lui, considerando le ultime prestazioni della squadra di Lotito.
Sorte diversa per il suo trans di fiducia, Natalie. “Gliel'avevo detto a Pierino che ultimamente stava frequentando gente strana, ma lui ha fatto orecchie da mercante. Io non ho insistito perché sono una persona riservata” è stata l'unica dichiarazione rilasciata ai giornali, prima che comparisse una sua rettoscopia su TGCOM.
Ad esser sinceri, nelle alte sfere la voce girava già da tempo. Pubblichiamo un estratto dall'intervista rilasciata da Silvio Merli Scotti all'emittente francese Radieux Moi Aussi di lunedì scorso. “È stato circa due settimane fa quando ho incontrato Piero per l'ultima volta, ad un aperitivo cocktail organizzato dall'Associazione Alcolisti Anonimi. Lui era lì in rappresentanza della Regione Lazio, che vanta numerosi iscritti fra i suoi dipendenti, considerando la qualità dei servizi che offre quotidianamente ai propri cittadini. Beh, mi ha detto: “Ultimamente c'è una marea di lavoro. Mi sto facendo un culo così”. Mai avrei pensato che le due frasi fossero totalmente avulse l'una dall'altra.”
Anche il Premier è venuto a sapere di un fantomatico filmato girato da quattro carabinieri nell'abitazione di Natalie in cui, a detta loro, compariva una striscia di coca vicino ad una bambola voodoo con un fallo di gomma su cui stava in equilibrio il tesserino di Marrazzo. Un rebus infernale. “Caro Piero”, ha esordito Berlusconi nella telefonata al Presidente della Regione, “hanno provato a vendermi questo filmato, ma sappi che nulla verrà pubblicato sui miei giornali”. Poi ha chiamato immediatamente il Messaggero, imitando la parlata brasiliana (lui con le imitazioni va forte): “Jao un filmao del Presidenji della Rejio' Lassiu, me cunsenji”. Fortuna ha voluto che questo filmato fosse stato registrato da carabinieri, quindi si è scoperto essere interamente buio: si sono scordati di togliere il tappo dall'obiettivo della cinepresa.

mercoledì 28 ottobre 2009

La Postepay

Sembravano dell'altro ieri le dichiarazioni del Presidente del Consiglio: “Non ho mai dato soldi ad una donna per portarmela a letto. Ho sempre usato la Postepay”. Invece è passata un'eternità. Reazioni alla precedente? Chi aveva scommesso in una finale diverso dalla normalità, sperando in una vincita superiore, è stato costretto a capitolare: si è registrata in tutte le reti televisive, comprese quelle di proprietà del Premier, una campagna di improperi scandalizzati all'indirizzo di un povero uomo che, a detta del suo portavoce, una sera d'estate a Porto Cervo aveva improvvisato un monologo in sardo ed aveva proposto: “Beh, stasserra ho vvoglia ddi divvertirrmi: andiamo D'Addario”. Dario era un suo amico appassionato di scopone scientifico, ma Santoro e accoliti si sono ben guardati dal riferire al pubblico questo particolare; al contrario, hanno puntato il dito, schifati da un comportamento del genere, senz'altro vituperabile – chi non è mai stato redarguito per una partita a scopone scientifico? -, ergendosi a difensori dei costumi, della famiglia e soprattutto della morale, della cui superiorità il partito di cui il conduttore prende le difese fa un esplicito punto di programma. Giusto e sacrosanto, ci vien da dire.
A questo punto aspettiamo una puntata di Anno Zero sulla vicenda Marrazzo. Siamo sicuri che sarà il tema di giovedì sera. Non dubitiamo inoltre del fatto che, in tale sede, verrà fatto riferimento, oltre al dissidio interiore di Noemi, Patrizia e Teofrasta (tanto per rinfrescare la memoria ai telespettatori) anche alla decina di foto scattate un paio d'anni fa all'automobile del portavoce del Presidente, tale Girolamo Sircana, accostata in tarda serata ad un marciapiede in Via Dos, periferia nord-est di Roma, il cui occupante era occupato in un'indagine di mercato con alcuni passanti di colore. Un consiglio a Santoro: già che si parla di morale, parliamo anche dell'uso improprio delle auto blu, che si fa a destra a sinistra – senza distinzioni stavolta – per andare a ritirare i biglietti gratis per la partita della Roma e della Lazio al CONI, ogni sacrosanta settimana, oppure per accompagnare la signora Onorevola a fare la spesa, magari con la Postepay del Parlamento.

sabato 24 ottobre 2009

Il sugo - seconda puntata

Dal momento che con una tipa come Margherita non volete sprecare neanche i soldi per la telefonata, preferite bussare al muro: “Margherita, ce l'hai mezzo chilo di macinatoooo?”. Ve ne serve solo un etto e mezzo ma sperate in un piccolo margine di guadagno. “Vieni pure, ne ho da vendere!”. “Tacci sua, me lo vuole fa' anche paga', la bagascia!”, pensate fra di voi. Purtroppo non vi trovate nella condizione di poterle rispondere: “Ah sì? Prima delle due di notte vendi il macinato? E dopo le due cosa vendi??...”. Ha vinto lei, inutile discutere, le chiacchiere stanno a zero. “Grazie Margherita, aspettami che arrivo”.
Con fare sommesso, arrivate sul pianerottolo, le dita sporche di burro; suonate il suo campanello cercando di sporcarglielo il più possibile. Sentite una musica odiosa alle vostre spalle. “Ma che diavol....” Non fate in tempo a finire la frase ché la porta si spalanca.
Mai vi sareste aspettati di trovavi davanti una tizia, vestita da macellaia, che vi accoglie con un sorriso ai limiti dello scherno e vi fa accomodare nel proprio ingresso, un bel reparto carni addobbato di tutto punto, con tanto di salami appesi e porchetta – sorridente anch'essa - comodamente adagiata su un piano di marmo bianco. E sempre quella musica irritante nelle orecchie.
Purtroppo scoprite, con vostro grande stupore, di essere capitati nello spot della Conad.
“Maledizione, non ci voleva. Proprio ora che mi si sta bruciando la cipolla”. [continua]

mercoledì 21 ottobre 2009

Il sugo - prima puntata

Una volta nella vita vi sarà capitato di accorgervi di aver dimenticato qualche ingrediente durante la preparazione di un piatto estremamente complesso, di alta cucina. State preparando il sugo al ragù. È un piatto estremamente complesso se siete abituati a cibarvi essenzialmente di zuppe del Signor Knorr, quando non riparate nella più vicina rosticceria.
“Eppure pensavo di averlo preso quel maledetto etto e mezzo di macinato”. Vi trovate lì, con il mestolo in mano, il fuoco acceso, il libro di Ada Boni tenuto aperto con il piede destro, la padella con un filo d'olio - strana unità di misura per un liquido - ed infine una cipolla il cui stato da soffritto sta volgendo rapidamente a carbonizzato.
Vi rode non poco il sederino, dal momento che:
1. sono due settimane che vi pregustate il menu e avete approntato sapientemente gli ingredienti in comode vaschette posizionate in ordine sul tavolo: una bottiglia di pomodoro, sale q.b. (=quantità bestiale), carote ed un panetto di burro da 200g, immancabile in tutte le ricette di Ada Boni e la cui presenza è indipendente dal tipo di pietanza preparata, foss'anche a base di pesce. A quanto pare è una missione del libro presentare piatti più leggeri e di facile digestione.
2. avete reso partecipi del momento di storia tutti i vostri colleghi, dal portiere al capoufficio; avete inserito un messaggio su facebook “sto facendo il sugo” e due vostri amici hanno già commentato: “Ah che buono! Complimenti! Come è venuto?”; una ritirata strategica non giocherebbe a favore della vostra reputazione, un fallimento tanto meno.
Vi sentite persi, la cipolla sta iniziando a sublimare e non sapete a che santo rivolgervi. E, a proposito di santi, a questo punto entra in gioco il deus ex machina: la vicina di casa, Margherita.
L'avete sempre odiata, lei che ama passeggiare in tacchi a spillo alle due di notte: con gli altri inquilini avete sempre assunto un profilo basso: “Si vede che a quell'ora rientra da lavoro... oppure ci sta andando”. Bastardi. Lei lo è venuto a sapere, e per ritorsione ha smesso di tagliare le unghie al cane. Ora che il cane viaggia su trampoli e ha seri problemi di slittamento sul parquet tirato a lucido 24/7, chiedete il suo aiuto. Di Margherita, non del cane. Così è la vita. [continua]

martedì 20 ottobre 2009

Milvio Merli Scotti: la radio

Milvio Merli Scotti non ha fatto sempre il colf. Fino a dieci anni fa, dicevi “Scotti” e la gente non pensava automaticamente al riso. Quando si parlava di Scotti (Jerry non conduceva il Milionario, impegnato com'era a scappare quotidianamente per non essere preso da Tom) si parlava di radio. Eh sì, Milvio era un famosissimo conduttore radiofonico. Lavorava all'epoca a Radio Terapia, ascoltata da milioni di persone in tutta la provincia di Frosinone. Il carattere del conduttore, pur non essendo definibile propriamente affabile, faceva notizia. “Non per vantarmi, ma oggi è una splendida giornata”, era l'incipit della sua trasmissione. E poi continuava: “Ricordiamo a tutti che il numero da chiamare è 800988776, intanto non rispondiamo mai, il numero per mandare sms è 3280456765 ma non li sappiamo leggere ed il nostro indirizzo di posta elettronica è terapia@radio.it ma non lo apriamo da due anni. Ed ora la nuova nenia di Tiziano Ferro”. Dopo l'ennesimo attacco al Portavoce dei produttori di bambù della felicità, “Fate i bambù... siete felici? Eh? Sì? E allora ridete su 'sto...!” la sua trasmissione è caduta in disgrazia. Anche la crisi economica ci ha messo lo zampino: il principale prodotto sponsorizzato, Sbucciafagioliphon, lo sbuccia fagioli integrato in un phon, ha visto crollare improvvisamente le vendite, forse anche per un contenzioso con Vodafone per via del marchio, e neanche l'aiuto dello sciogli fiocchi di neve a forma di stella marina a pile ha risollevato gli introiti derivanti dalla pubblicità. Fatto sta Radio Terapia è stata costretta a ridurre drasticamente l'organico, e Milvio era nel novero degli esuberi.

lunedì 19 ottobre 2009

A lavurà, campiùn

“Andate a lavorare”: l’aveva detto agli azzurri anche Trapattoni in uno spot di qualche anno fa (qui con i sottotitoli in ungherese, direi proprio di non perdervelo), ma Lippi non è riuscito a farsene una ragione ed è andato sulle furie ancor più di quell’altra volta in cui aveva accusato l’Italia unica e indivisibile di fregarsene della Nazionale.
1) Ora non è che la gente abbia perso improvvisamente interesse per le sorti dei campioni del mondo: il fatto è che un onesto tifoso non può perdere il sonno per un girone composto da Eire, Bulgaria, Georgia e Cipro e già stravinto con un anno d’anticipo, senza neppure giocare in modo esaltante. Per arrivare ai mondiali bisogna sottoporsi a queste farse di raggruppamenti (che in genere mietono un paio di vittime illustri quando va di lusso, non di più) e solo in seguito, con l’aria di festa che circonda le manifestazioni calcistiche quadriennali e il brivido dell’eliminazione diretta, la faccenda comincia a farsi intrigante.
2) Quanto ai fischi per la gara con Cipro, penso che l’unico motivo non sia altro che questo: Lippi sta antipatico al cinquanta percento dei tifosi italiani (quelli non juventini), ma finora era mancata la causa scatenante, tant’è vero quando l’Italia doveva giocare a Torino con la Bulgaria c’erano già gli ultras granata pronti a cantare una sfilza di cori coi quali – ci potete scommettere – avrebbero detto di Lippi tutto il bene possibile. Quella volta agli azzurri è andata bene perché non hanno subito reti, altrimenti avreste sentito i fischi e i botti anche allora.
Mario Kraus

mercoledì 14 ottobre 2009

Era ora!

Era ora. Non ne potevamo più di aspettare. Abbiamo passato notti insonni a girarci nel letto come braciole sulla graticola, fino a rimanere insaccati nelle coperte da non poterci liberare se non chiedendo aiuto a squarciagola fino alle otto di mattina. La mente vagabondava, persa nei suoi pensieri senza fissa dimora, concentrata su quella odiosa domanda, per quanto addictive, che stamane, grazie a Dio, dopo tempo immemorabile, ha avuto una risposta: come sarà la decima serie del Grande Fratello?
Eccola là, la vediamo stagliarsi all'orizzonte, in una veste totalmente rinnovata ma con un chiaro riferimento al classicheggiante. Quest'anno non ci sarà il tugurio ma il trogolo ed il loft prenderà il posto della suite. Eppure la vera rivoluzione, l'avrete capito, non si avrà nel contenitore ma nel contenuto: i personaggi all'interno della casa non saranno biologi ricercatori come l'anno scorso, né nobili francesi come nell'edizione ancora precedente; quest'anno l'ufficio del casting si è basato essenzialmente su studiosi di fisica quantistica. D'altra parte la ricetta, seppur appetitosa, deve essere rinnovata di anno in anno, per soddisfare il palato di un pubblico sempre più esigente ed affamato. E così sentiremo parlare – ed assisteremo talvolta – a fenomeni affascinanti come il rutto quantistico: come far passare un rutto attraverso il muro mediante effetto tunnel?
I 10 personaggi – che durante la prima puntata scenderanno ad 8 per un'eliminazione a sorpresa, nella seconda puntata saliranno a 15 per un'invasione di campo e alla terza torneranno a 8 perché gli altri saranno rapiti dagli alieni – hanno in serbo numerosi altri esperimenti, meno divulgabili del rutto quantistico ma altrettanto intriganti. Ne elenchiamo un paio fra i tanti:
1. Principio di esclusione di Pauli: se due persone si trovano sullo stesso orbitale atomico e vengono messe in stanze diverse, isolate l'una dall'altra, non possono mai bestemmiare lo stesso Santo.
2. Principio di non località: se due persone sono in stato entangled e vengono poste a 10 miliardi di anni luce (cosa facilissima a farsi) se una ha una perdita di gas l'altra sente la puzza istantaneamente.
Meglio di una puntata di Voyager, ve lo assicuriamo.

domenica 11 ottobre 2009

Milvio Merli Scotti - 6a puntata

Una volta scoperto che in realtà il suo cognome andava letto “Merli Scotti” e non “Merlis Cotti”, e che Jerry Scotti è di conseguenza suo cugino, Milvio si è costituito parte civile nel ’35. Un suo amico cinese esperto di proverbi ha tuttavia frenato i suoi entusiasmi spiegandogli che “il cugino è il peggior nemico dell’uomo”, mentre la cugina è esonerata per via d’un altro proverbio più noto. Prima di andarsene, l’amico cinese ha salutato il Merli Scotti con due dei suoi pezzi forti (figuriamoci quelli deboli), ovvero “Un vecchio adagio non arriva in fretta” e “Se non è zuppa è can bagnato”, quest’ultimo molto popolare in Cina.

Passiamo, per i più curiosi, ai fatti di cronaca: l’altro giorno Milvio stava guardando un film dell’orrore e il suo gatto gli è saltato improvvisamente sulle ginocchia senza dargli congruo preavviso; dopo un regolare balzo di due metri (valido e omologato) per lo spavento, Milvio ha assestato alla bestiola un paio di cinquine e a seguito di questo increscioso episodio s’è beccato una diffida dall’AGIP (Associazione Gatti Italiani Picchiati).
Mario Kraus

sabato 10 ottobre 2009

Processo alle intenzioni

Avevamo già avuto il sentore, tempo fa, che il premio nobel fosse una mezza ciofeca. È sufficiente scorrere le ultime pagine dei libri di storia, quelli più illuminati, quelli in cui si rende il lettore consapevole che, dopo il 2 giugno 1946, nel mondo qualcosa degno di nota è accaduto. A rafforzare la nostra tesi, presentiamo due considerazioni incontrovertibili:
a) non tutti sanno che Nobel fu l'inventore della dinamite, e la sua intenzione non era quella di usarla in uno studio dentistico. Eppure, il premio che porta il suo nome viene conferito a personaggi che si distinguono per azioni di pace, per aver favorito la cooperazione fra i popoli, per non aver maltrattato i gatti randagi... e così via discorrendo.
b) Nobel era più Russo che Svedese. La Commissione del Premio è invece Svedese purosangue ed ha premiato un Americano. Cioè, come dire che l'anno prossimo la Roma conferirà il premio Chinaglia 2010 a Cannavaro.
Date queste premesse, non proviamo stupore alcuno se ci dicono che in passato sono stati insigniti di questo premio i più indiscussi criminali legalizzati della storia. Due nomi fra i tanti: Yasser Arafat e Topo Gigio.
A proposito di quest'ultimo: pare che la prossima edizione dello Zecchino d'Oro non andrà in onda. L'Antoniano di Bologna ha già fatto sapere al Torriere della Sera che il primo premio (una notte di fuoco con Topolino e una fornitura di Smarties per un anno) verrà conferito direttamente alla figlia di Obama. Motivazione della giuria: il babbo, nell'ultima conferenza stampa alla Casa Bianca, ha asserito: “Mia figlia sa cantare benissimo”.

giovedì 8 ottobre 2009

Libertà di stampa

Avremmo voluto anche noi prender parte alla manifestazione per la libertà di stampa di sabato scorso (che fra l'altro ha utilizzato lo stesso palco su cui hanno cantato i Tokio Hotel una settimana prima, so' soddisfazioni). Avremmo voluto essere lì, in mezzo alla folla, a far sentire la nostra voce. Era giusto scendere in piazza, esercitare un diritto che al giorno d'oggi dovrebbe spettare a tutti, ma che non tutti ancora possono permettersi di vantare. Comunque era ora che il popolo si accorgesse del fatto che ci sono seri problemi di libertà di stampa in questo Paese: ce ne è troppa. Non ce lo aspettavamo, a dire il vero, conoscendo il popolo italiano, noto per essere profondamente attratto dall'equivoco ed affascinato dalla dietrologia pura che sfiora livelli quasi paranoici. Finalmente una manifestazione contro le prime pagine di giornaletti che riportano con dovizia di particolari ogni aspetto fisiologico che riguarda il Premier o qualcuno del suo entourage, tralasciando invece eventi importanti come la questione iraniana e nord-coreana – non so se tutti sanno che fra qualche mese inizierà la guerra. Un “no” secco agli articoli sul figlio di Bossi che ha preso il diploma, quello di Mastella che ha preso la laurea, quello di Di Pietro che ha preso i voti e sul papi di Noemi che ha preso.. lasciamo stare cosa abbia preso. Un “sì” altrettanto secco, colmo di speranza, alle analisi dell'economia che non si basano sul numero di capelli che Franceschini e Bersani si strappano puntualmente ad ogni intervista, ma bensì su numeri veritieri e fatti concreti. Non ne possiamo più di giornalisti arruffapopolo che per vendere tre copie in più (aumentando magari i volumi di vendita del 50%) titolano “Il Governo fa il ponte sullo stretto e le case in Sicilia vengono sommerse dal fango”; omettono poi di puntualizzare che, tempo fa, qualche squinternato ha avuto la brillante idea di inventare i Comuni, le Province e le Regioni proprio per far in modo tale che il Governo possa pensare al ponte sullo stretto, all'Alta Velocità e al Mose in tutta tranquillità senza preoccuparsi di fermare scriteriate costruzioni in un paesino di 500 anime in mezzo alle montagne di Messina o de L'Aquila.


Ne abbiamo le scatole piene delle testate che si vantano di vivere in un Paese denuclearizzato con 20 centrali atomiche francesi ad una manciata di chilometri dal confine: chi si vanta forse non si è accorto che il trattato di Schengen vale anche per le radiazioni. Però i fessi continuano e perseverano plaudendo alla costruzione dell'oleodotto di Gasprom ed EDF* che non passa per l'Ucraina ma per la Turchia o paesi affini; bel risultato per la politica energetica italiana, non c'è dubbio. Prima quando dovevamo implorare per farci tenere aperti i rubinetti del gas andavamo in Ucraina, e un po' di fica si rimediava; adesso dobbiamo andare in Turchia dove se guardi una donna ti danno così tante frustate che la metà basta. Bel guadagno.

*EDF è quella simpatica società francese che – guarda caso – in Francia detiene la proprietà di tutte le centrali nucleari.







martedì 6 ottobre 2009

Milvio Merlis Cotti - quinta puntata: Alikirghizistan

Per raggiungere Catanzaro Lido da Roma ci sono varie possibilità: con i rollerblade gentilmente affittati dalla concessionaria Scortichini & Co. (quel Co. potrebbe essere Corrosi, ma nessuno lo saprà mai), o con l'aereo della compagnia low-cost Alikirghizistan. Milvio odia i rollerblade (da piccolo investì con i rollerblade un giardiniere che stava piantando una siepe di pitosfori, decapitandolo sul colpo); ha qualche soldo nel salvadanaio, e questa gli pare un'ottima occasione per romperlo in mille pezzi. Solo dopo scoprirà di aver rotto il vaso ming del XVII secolo della signora scambiandolo per un porcello sorridente ma neanche tanto attraente. Errore a parte, dopo un estenuante viaggio in autobus e metropolitana, costatogli tre palpeggiate da vecchietti più o meno esibizionisti, una rapina a mano armata e due sequestri da parte del gruppo rock Qubt-ut-Allah, giunge all'aeroporto di Ciampino. L'ingresso dell'aeroporto è faraonico. Una statua di marzapane e canditi con la postura vagamente scopiazzata dal Colosso di Rodi saluta i turisti ed indica un cartello con la traduzione del nome dell'aeroporto, tanto per far vedere che noi Italiani abbiamo a cuore la causa dei turisti: “You have a pine”. Qualche buontempone dallo humor inglese si è divertito ad aggiungere a pennarello: “Where do I have it?”

domenica 4 ottobre 2009

Perzichetti facce 'n gol

Basta, non m’impiccerò più di politica: d’ora in poi la mia preoccupazione nonché curiosità principale sarà quella di sapere se la prof di latino darà il suo numero di cellulare a Urbano Persichetti (gliela darà… ehm, glielo darà, fidatevi). Stamattina sono volati i computer con contorno di parole grosse a seguito di una lite sulla politica in cui il sottoscritto era più che coinvolto. Basta: niente più difese e contrattacchi a favore del premier, stop agli urlacci mentre nell’altra stanza tengono una riunione a porte aperte, alt allo stress, alla forfora e alle discussioni sul deficit di bilancio e sulle villette a schiera con festini. Premierò soltanto apertis verbis con i miei più sinceri complimenti e la mia solidarietà il primo che ammetterà i motivi del suo odio viscerale dicendomi e/o urlandomi chiaro e tondo: “È che sono invidioso perché lui è ricco e io no” (oh, finalmente: l’era ura (la sarà ura)). Perché alla fine Berlusca non è il marito di tutti gli italiani e non dobbiamo forzatamente sentirci imbarazzati né scandalizzati – specie quelli che volevano l’amore libero – se di tanto in tanto usa i miliardi che ha per divertirsi (non lo faremmo tutti noi altri, al suo posto?); perché francamente di tutte queste figuracce che ci fa fare all’estero io non mi sono accorto, né trovo uno fra i tanti stranieri che conosco che me le faccia notare; perché se lui saluta Obama in maniera sbarazzina è uno screanzato mentre se lo facesse Franceschini tutti starebbero a dire wow è un figo; perché ne ho le tasche veramente piene (e non solo le tasche) di tutta questa gente che è lì pronta con cannocchiale e bilancino per cogliere in castagna il premier a ogni mezza sillaba che dice; perché tanto lo so che anche se prometto di non impicciarmi più di politica poi ci ricasco puntuale come stamattina.
Mario Kraus

venerdì 2 ottobre 2009

Sillogismi ipotetici (possibilmente retroazionati)

“Lo sapevate che con due bicchieri di vino al giorno si rischia il ritiro della patente? E lo sapevate che due bicchieri di vino al giorno sono la chiave per una dieta sana? Ok, allora io toglierei la patente a chi fa una dieta sana e così ci portiamo avanti col lavoro”. E' stato questo l'incipit del discorso annuale di Adalberto Pangasio, Presidente della Federazione Italiana Cortometristi Associati. A dire il vero, il discorso è stato scopiazzato da quello di apertura dei lavori del primo Congresso dei Lungometristi Riuniti, e qualcuno che, avendo cambiato sponda nel frattempo, ha partecipato ad entrambi gli eventi, se ne è accorto e ha fatto tana libera tutti. Il Sig. Severo Mastella si è lamentato ai nostri microfoni: “E' inconcepibile che, indipendentemente dal carro sul quale si sale, ti propinano le stesse cretinate. Per questo ho deciso di fondare l'Associazione Italiana Mediometristi Italiani.”. Ma come?! Non Le pare di essere un po' ridondante? “A parte che ridondante lo dici tu' sorella, ma la decisione è stata a lungo soppesata: un'Associazione Nigeriana Mediometristi Italiani non sarebbe stata una mossa di Marketing altrettanto abile”. De gustibus non est disputandum.

giovedì 1 ottobre 2009

Piccolo sfogo

Tanti oggi affermano che gran parte del successo berlusconiano è dovuto alla televisione, alle sue belinate a ritmo di pettegolezzi e alla superficialità di tanti programmi. Strano, tutto sommato, perché il popolo che vota compatto per Berlusconi torna di punto in bianco intelligente il giorno in cui decide di preferirgli un Prodi o un Franceschini qualunque e ridiventa scemo quando torna di nuovo sui suoi passi. Strano anche perché la democrazia si basa sulle decisioni della maggioranza, e pazienza se questa si lascia traviare dalle sirene televisive (nessuno obbliga nessun altro ad accendere l’esecrato apparecchio, o a leggere i giornali, o ad ascoltare la radio). Strano (e tre) perché un buon numero di canali (anche di Berlusconi) si tengono stretti personaggi non certo proni a Forza Italia (Costanzo, Ricci, Iacchetti, le Iene, tutto il cast di Zelig per esempio); a chi mi tira fuori il solito Emilio Fede rispondo con i Santoro, i Floris, le Dandini, i Travaglio eccetera, che fanno precisamente la stessa cosa dalla parte opposta, e sembran più liberi di Fede solo perché sono contro e non a favore, mentre in realtà non fa alcuna differenza.
Se vogliamo proprio fare i pignoli dobbiamo riconoscere che, pur con tutta la roba che Berlusconi possiede, i comici, gli intellettuali, il 95% dei quotidiani e insomma la cultura sono apertamente schierati contro di lui, che pure non è un bifolco rifatto né un rozzo ignorante ed è uno dei pochi politici che si esprime correttamente in lingua italiana. Quantomeno sorprendente poi, il fatto che ci siano dei berlusconiani che la televisione la ignorano (vedi l’infimo sottoscritto) e si ritrovano però puntualmente a dover fare i conti tutti i giorni con amici, colleghi, parenti e affini che fanno all’amore col televisore e si professano tutti regolarmente progressisti o comunque antiberlusca. Alcuni lo sono addirittura senza un motivo che sia uno – o perlomeno, non me l’hanno mai voluto dire - se non per il fatto di essere coinvolti nel bombardamento costante che da quindici anni (quindici anni, ragazzi. Vi rendete conto?) è diretto instancabilmente contro di lui.
Insomma (e sia detto con molta malizia), questi “alcuni” fanno il tifo nella politica come si fa il tifo nello sport. Ovvero, come diceva il grande Guareschi, col fegato e non con il cervello.
Mario Kraus