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martedì 29 settembre 2009

Bleccaut

Non tutti avranno la fortuna (o sfortuna, a seconda del lato dal quale si analizza la questione) di ascoltare la radio di domenica mattina dalle 8.45 alle 9.30. Facendo zapping, ci si imbatterà quasi sicuramente in una singolare trasmissione di nome Blackout. Si penserà di essere capitati su Radio Tufello, il cui ultimo programma radiofonico in diretta è datato 1967 (non ricordiamo se prima o dopo Cristo). E' in corso uno sketch, senza un minimo di brio, pathos scenico; la comicità lascia spazio alla banalità che infonde a tratti un senso di compassione all'attenzione di chi è dietro il microfono. Un conduttore che, nello schema moderno di radiofonia, dovrebbe servire da fiera spalla, si limita invece sciorinare una collezione di locuzioni senza fine. E' un fiume di “beh”, “mah”, “ah”, “però”, “ecco”, davvero entusiasmante. Pure il collega al suo fianco, la cui volontà sarebbe – lo speriamo per lui e per Gasparri – quella di imitare Gasparri, si manifesta sciapetto e nemmeno tanto simpatico. La battuta non esce, la risata si spegne in un ghigno che, in talune situazioni, potrebbe essere scambiato per paresi; il ritmo della trasmissione è soporifero, peggio di Radio Long Night (cfr. 610, trasmissione del medesimo palinsesto, tutto un altro mondo, date retta al babbo). Viene quasi da pensare che il canovaccio non esista e che questi due disperati si siano incontrati per caso al primo piano di via Asiago, magari uno in cerca del bagno e l'altro in cerca di un formaggio. Eppure dall'altoparlante ci pare di riconoscere un particolare timbro di voce, quello di un grande artista di teatro, pluripremiato per performance di tutto rispetto sul piccolo e grande schermo. Sì sì, è proprio lui: Neri Marcorè. Lo abbiamo visto recitare in “Un certo Signor G”, qualche mese fa. Spettacolo entusiasmante, in cui l'attore ha tenuto il palco per più di due ore monologando e cantando senza manifestare la più piccola incertezza. Chirurgico nelle battute, spumeggiante, espressivo. Qui neanche per errore. “Forse non riesce ad interiorizzare il suo dolore per la perdita improvvisa del proprio gatto” - pensiamo. Purtroppo la trasmissione, se così la si vuole chiamare, non si rialza neanche col monologo successivo, firmato Simona Marchini, che parla di una storia senza capo né coda, probabilmente scritta dal paroliere di Franceschini. Ma... un attimo... chi è lo speaker? ... La voce è inconfondibile... NO!

Enrico Vaime.
Come per magia, la nebbia si dirada in un baleno e, come in un mosaico della Chicco (a due pezzi), ogni tessera recupera il suo posto a formare un disegno mentale chiaro come la luce. “Ah... ecco perché 'sta trasmissione è 'na rottura de c...”, si sente dal piano di sopra. Evidentemente anche il vicino sta ascoltando Radio2.

domenica 27 settembre 2009

Vita nova

Comunicazione di servizio: viva viva l'olio d'oliva. Trovate nulla di diverso? NO??!
Guardate a sinistra... ora i titoli dei post sono nidificati! “Che fortuna!” - direte, neanche troppo convinti.
Ok, ora guardate più in basso. Vedete una domanda senza senso? Bravi! Quello è un sondaggio!
Ancora più in basso, forza... ooooooooooohhhh... una barra di ricerca, per ricercare tutte le schifezze che scriviamo ogni giorno... UAU!
Eh sì, Informazioni Riservate cambia leggermente la propria veste e, per festeggiare, azzera anche i contatori. In realtà non volevamo azzerarli, non ricordavamo la password del vecchio account. Capita. E' anche sparito un post, quello sulla Timme. Se avremo tempo ve lo riproporremo presto, anche se non vi manderemo un'altra notifica (ve la risparmiamo, per questa volta). Che altro dire? Alla fine di ogni post c'è una sorta di sondaggio sul gradimento dell'articolo. Abbiamo tralasciato pulsanti del tipo “andate a cagare” o roba del genere: non avremmo voluto mandare in overflow il contatore di blogger.

giovedì 24 settembre 2009

Milvio Merlis Cotti - quarta puntata: la sigaretta elettronica

È stato scoperto l’altro ieri che in realtà il vero cognome di Milvio non è quello finora presentato, bensì il cognome doppio che vedete in cima. Fino alla bella età di 25 anni il nostro eroe aveva tenuto il cognome unico, ma poi l’ha diviso in due per motivi fiscali. Oggi, alla passabile età di 27 anni + IVA, Milvio ha inventato la sigaretta elettronica che si ricarica come un cellulare. Con l’occhio della nostra fervida immaginazione malata già ci figuriamo le conseguenze di questa novità: frasi come “Aspetta, ho un’altra sigaretta in linea”, “Che compagnia hai? Io ho la Marlboro. – Ma no, dai, passa a Philip Morris”, “Mandami un SMS via siga” o ancora “Lucky Strike – informazione gratuita: l’utente da lei chiamato in questo momento non sta fumando” diverranno presto familiari come il pane e il burro. Inoltre la gente potrà finalmente fumare anche dalle orecchie (e non dico altro) e cercherà di smettere di telefonare con metodi costosissimi, mentre le persone con l’accendino guasto cercheranno invano di accendere la sigaretta esclamando esasperati “ma è sempre occupato” e via sbarellando.
Mario Kraus

mercoledì 23 settembre 2009

Milvio Merliscotti - terza puntata

Il giorno della partenza Milvio ha salutato la signora in fretta e furia nel primo pomeriggio, lasciandole un DVD con tutta la saga estiva della Tim nel lettore acceso, funzione "repeat" innestata. “A Signo', io vado a trovare mio cugino a Catanzaro Lido. Le ho già preparato la cena per domani." “E ora chi mi aiuta a togliere il costume in lattice se te ne vai via?!”, domanda una voce dalla camera da letto, stranamente molto simile a quella della padrona di casa. Il Signor Orecchie da Mercante esce dalla porta di casa, dopo averla aperta e lasciandola chiusa alla sue spalle: avrebbe avuto qualche problema se non avesse rispettato il giusto ordine. E il trolley? Nessun bisogno: Milvio ha indossato sette paia di mutande convinto che togliendone uno al giorno avrà la biancheria sempre pulita. Forse non tutti sanno che Milvio ha i rasta, ma preferisce non farlo sapere in giro. Glieli ha regalati Pecoraro Scanio per conto di Casarini all'ultima festa dell'Unità in cui partecipava qualche politico vero, circa 8 anni fa. Da allora non li ha mai tolti – e neanche lavati, se è per questo.

venerdì 18 settembre 2009

Suicidio quantistico

Ha ragione chi sostiene che la democrazia italiana è morta e sepolta. Cominciamo seriamente a pensarlo anche noi. Ci hanno convinto: non è possibile, in un regime di democrazia sano, riuscire a schivare una miriade interminabile di processi, seppure basati su questioni verosimili, che direttamente o indirettamente vengono a bussare alla nostra porta senza prendere neanche uno straccio di condanna; non è possibile uscire indenni dal tunnel della giustizia senza passare neanche una notte in cella, in una democrazia degna di essere definita tale. Hai voglia a dire che la fisica quantistica ammette situazioni di questo genere, classificate sotto il nome di “esperienze del suicidio quantistico”. Non ci fregate. La vita di tutti i giorni è regolata dalla fisica Newtoniana, dove vige la legge dei grandi numeri. Ergo: non siamo in una democrazia.
Ma esiste un uomo che riesce puntualmente a togliersi le innumerevoli spine nel fianco la cui cronistoria si perde nella notte dei tempi. Non per ultimo quella dell'agguerrito Presidente dell'Associazione Farabutti Italiani che lo ha querelato per sue recenti dichiarazioni. Di grattacapi ce ne ha, il nostro caro Silvio. Eppure, non sappiamo com'è, casca sempre in piedi e riesce a piegare i sistemi di informazione al suo volere, ricorrendo più volte al gioco sporco. Palese e sfacciato. Durante la trasmissione di Vespa, martedì sera, è riuscito per l'ennesima volta a svicolare, complice la sua nota fama di dittatore, alle numerose finte invettive dei giornalisti, suoi umili servitori invitati spudoratamente senza rispettare il men che minimo equilibrio di pensiero. Al primo che gli chiedeva se esistessero due Berlusconi ha risposto: “Assolutamente no. Forse lei è stato ingannato dal plurale maiestatis”. Al secondo che ambiva ad un parere al vetriolo su Fini, è giunto un secco e distaccato: “Io preferisco i Rana, hanno più ripieno”. Una trasmissione troppo di parte, ai limiti dell'indecenza. Hanno ragione i nostri amici polemizzanti della minoranza comunista. Un no-comment secco sulla scelta degli intervistatori: c'era Sansonetti, noto esponente della destra reazionaria, ed altri due tizi non meglio definiti/bili, uno per giunta autore di numerosi saggi fra cui ricordiamo: “Rauti di' qualcosa di destra” e “Calderoli smettila di fare il pretacchione”. C'erano anche il lupo Mahnnahimher che sciorinava dati copiati pari pari dal telegiornale pomeridiano di tale Fede Emilio, ed il Sindaco dell'Aquila, eletto nelle fila del PDL, in preda ad un attacco acuto di salamelecchi e plausi incondizionati al Premier, attacco sfociato in una dichiarazione d'amore con tanto di fiori e baci perugina. Degna di nota la sconcertante, a tratti suicida, strategia di Mediaset la quale, in barba alla logica commerciale che dovrebbe contraddistinguerla – non fosse altro per i milioni di azionisti che recentemente hanno guadagnato l'1% ad ogni inquadratura delle tette della tettona del Grande Fratello – ha ritenuto necessario stendere un velo di petali di rosa al passaggio (televisivo) del suo proprietario mandando in onda sceneggiati soporiferi come “L'uomo che non fece mai niente”, “L'orologio d'oro caduto nel water sporco” per la serie “alta tensione” ed il documentario “Radiografia di un banale pezzo informe di latta”, trasmesso su Canale 5 e che – fiato alle trombe – ha totalizzato lo 0,04% di share.

giovedì 17 settembre 2009

Milvio Merliscotti - seconda puntata

Una quantità media di persone sa che Ivazza Nicchi, spigolatrice per conto terzi, è da trentadue anni l’amore segreto di Milvio Merliscotti. Proprio per questo Adamo 2000, la rivista per gli uomini che s’interessano di Gossip ma non vogliono farlo sapere in giro (infatti chi ha mai sentito parlare prima d’oggi di Adamo 2000, salvo adesso perché ve l’abbiamo detto noi, altrimenti chi lo sapeva?), le ha dedicato due ore fa un servizio che uscirà anche su Radio Due. Ivazza, chiamata così affettuosamente dai suoi amici siculi sul modello di altri nomi quali Santuzza e Cucuzza, s’incontra spesso con Milvio per dar luogo con costui a convegni amorosi di vario genere (col fischio o senza, a coppie miste, in tram, ecc.), talvolta senza neppure avvertire i parenti. Inventrice del già noto proverbio “Can che abbaia non dorme e non piglia pesci”, gestisce un bar a ore nel vercellese dalle 18 alle 21 e 30. Chi fosse interessato può prenotarsi chiamando il numero della diretta. È gradita la selezione alla porta. Grazie.
Mario Kraus

mercoledì 16 settembre 2009

Milvio Merliscotti

Seguiamo insieme Milvio Merliscotti che da Roma deve andare a trovare il cugino di Catanzaro Lido servendosi di Trenitalia. Al momento il buonuomo abita in un modesto appartamento di 50 mq in via della Bufalotta, quartiere Montesacro - nord-est di Roma. È ospite di una signora sul viale dell'ottantina già percorso a metà ma che non rinuncia al suo status di sex symbol der Tufello periferia. Grazie all'intercessione di Don Tombolo della Parrocchia di San Pancrazio, in cambio dell'espletamento di faccende domestiche standard (manutenzione igienica di tutti i quattro vani di cui l'appartamento è composto, balcone, lettiera del gatto) la vecchietta gli ha concesso in comodato d'uso gratuito l'utilizzo di una stanza. La definizione di "stanza" non rende onore alle stanze di tutto il mondo, considerando quel loculo. E non lo chiamiamo loculo perché non rendere onore ai loculi di tutto il mondo non vorremmo ci si ritorcesse contro. Se ci si ferma superficialmente alle dimensioni AxBxC, effettivamente ci si sta un po' stretti; tenendo presente la completa assenza di mobilia, però, la cameretta appare compatibile con la vita umana. Solo una sedia di legno, deputata a guardaroba, coperta interamente di vestiti, la quale occupa poco più del 25% della superficie calpestabile. Milvio non si lamenta; quel buco gli è più che sufficiente, per come si sono messe le cose ultimamente. È cosciente del fatto che stavolta poteva andargli molto peggio: il Corpo Forestale dal quale era stato assunto come mimo negli anni '80 lo ha licenziato in tronco - e te pareva - per ristrutturazione aziendale, circa due mesi fa; al suo posto è stato messo un muto che a parità di mansione chiedeva la metà. E qui l'accusa secondo cui il Corpo sarebbe stato sempre considerato alla stessa stregua di un ammortizzatore sociale trova terreno fertile. Milvio è diventato fiero sostenitore di tale tesi, provando peraltro a darsi fuoco. Peccato che per ben due volte ha sbagliato indirizzo: una volta si è dato fuoco davanti al Ministero del Tesoro ed il Ministro è stato costretto a dimettersi (ancora si sta chiedendo il perché), la seconda volta si era cosparso di benzina quando era ancora in macchina e poi ha avuto la brillante idea di accendersi una sigaretta. E' diventato una torcia umana e circa un milione di automobili come la sua è stato costretto a rientrare nelle officine per un controllo al sistema di pretensionamento delle cinture di sicurezza. Eh sì, un bel casino ha combinato. [continua]

martedì 15 settembre 2009

Grazie Google

Dobbiamo ringraziare Google - non senza una buona dose di sorpresa da parte nostra -, per non aver cancellato il nostro blog, abbandonato alle ragnatele per circa due anni (nel vostro sistema di riferimento spazio-temporale). E sì che Google ne avrebbe avuto ben donde, data la sequela di sventure di cui è stato reso (o resa) vittima negli ultimi mesi ma di cui siamo venuti a conoscenza in queste ultime ore, dopo aver scaricato le ultime wikinews. Abbiamo letto di dipendenti inghiottiti dal mare, colpiti da malattie incurabili; non per ultimo un tecnico il quale, durante un attacco di narcolessia, è caduto nel frullatore acceso e non ha fatto in tempo a staccare la spina prima che fosse troppo tardi. Anche i server non paiono godere di salute e fortuna migliori. Una settimana fa l'ennesimo blocco del servizio di posta ha lasciato sbigottite le migliaia di utenti desiderosi di leggere l'ultima newsletter sull'estate focosa di Barbara Chiappini. Beh, passi per i dipendenti, ma quello della mancata newsletter è un volontario ed immotivato atto becero nei confronti di brava gente, di un certo livello taluna, che ha scelto di spendere zero euro per avere una casella di posta da sette gigabyte e passa. Non lo possiamo accettare, amici di Google. Ed ora abbeveratevi nel profondo mare dell'incompetenza informatica di cui vi rendete quotidianamente protagonisti. Povera Italia.

domenica 13 settembre 2009

Riflessioni calciologiche

“Più che un campionato è un campiomorto.* Non dico tanto di quest’anno (che è apparentemente ancora incerto) o degli ultimi quattro/cinque, bensì ormai d’un paio di decenni in cui il titolo è preda scontata di tre squadre, un lotto di candidati che si è esteso alla Roma e alla Lazio giusto nell’anno del Giubileo (e qui dico “guarda caso” perché, come sottintendeva un saggio onorevole, a pensar bene si fa un’opera buona, ma a volte si piglia un granchio) per poi restringersi inesorabilmente subito dopo.
Un tempo lo scudetto lo vincevano sì le solite squadre, ma ogni tanto s’inseriva qualche outsider (in italiano “guastafeste”) tipo il Napoli, la Roma, la Fiorentina, la Lazio, la Sampdoria, il Cagliari, il Toro, il Verona. Poi, più o meno al principio degli anni ’90, i mondiali italiani portarono con sé una brutta ventata di megalomania che imperversa tuttora (non solo in ambito calcistico, purtroppo), e da lì in poi il campionato diventò una questione fra squadre a strisce. Conta poco quale sia la meno antipatica tra loro (alla fin fine mi sembra anzi che la spocchia sia equamente divisa in partes tres): senza la possibilità d’un’incognita vincente il campionato
italiano di calcio è un passatempo depressivo, salvo per chi tifa o si convince a tifare per quelli che contano.”
* battuta dell'anno 1995/1996
Mario Kraus

sabato 12 settembre 2009

L'ora della gentilezza

Abbiamo riposto la nostra navicella spaziale. Ci siamo accorti, con nostro grande stupore, che i prezzi sono diminuiti sensibilmente da quando abbiamo issato l'ancora per il nostro rilassante viaggio alla velocità della luce. Alla sosta lunga di Fiumicino siamo riusciti a risparmiare addirittura il 30%, non considerando le numerose ed allettanti offerte che riempivano gli schermi elettronici a scorrimento e di cui abbiamo piacevolmente usufruito. Una recitava così: "Non hai un veicolo da parcheggiare? No problem. Te lo regaliamo noi". Incredibile. Un'ora fa (nel nostro sistema temporale) sul cartellone sarebbe stato scritto: "Il parcheggio non ti serve? Non hai una macchina da parcheggiare? E allora che diavolo ci sei venuto a fare a Fiumicino, morto di fame che non sei altro???". Ma i tempi sono cambiati, apriti cielo: in Italia si inizia a respirare aria di gentilezza e cortesia, come il nostro rude popolo non è mai stato avvezzo, la storia ce lo insegna. "Passa a Vodafone: ti regaliamo due decenni di interurbane no stop e anche la moglie di Totti". Era da tempo immemore che aspettavamo questo momento (non ci riferiamo ad Illari): è stato sufficiente fare un balzo di due soli anni in avanti per trovare un ambiente accogliente ed elevato come un lounge bar di Montecarlo a ridosso del dinner time. Sul tram è capitato di pestare il piede ad un signore che si è scusato: "credo di aver erroneamente messo il piede sotto il suo". Una signora, colpita da un vaso piombato giù dal secondo piano, si è rialzata con un evidente trauma cranico e così ha sentenziato: "l'ho sempre detto che questa diavoleria di gravità ci avrebbe portato allo sfacelo". Beh, questa non è gentilezza, è rincoglionimento.

giovedì 10 settembre 2009

A _ _ I O M _ K E

Mike ci ha lasciato, invece di raddoppiare. Non aveva bisogno di raddoppiare. Ha avuto tutto dalla vita, fra cui l'onore di essere nato artisticamente prima della televisione. E nell'era di Costantino, Daniele, Eusebio ed altri tronisti, che al pari di meteore tornano nell'anonimato prima di presenziare a due serate di fila in discoteca, scusate se è poco. Il padre del quiz lascia un vuoto enorme, sia nelle casse dell'Erario - Tremonti sta già preparando il suicidio -, sia nelle case degli Italiani. Eravamo abituati ai suoi continui esempi di professionalità; non stiamo parlando di quest'ultimo periodo, in cui lo abbiamo visto passare sullo schermo vestito da Re Magio e particella di sodio (non ci crederete ma era proprio lui), anche se non nello stesso spot, grazie a Dio.
Ci piange il cuore di poterlo rivedere solo su Rai Storia; e dispiace soprattutto per il suo figlio adottivo, Fiorello, che a questo punto dovrà fare outing abbandonandosi completamente a Del Noce per poter fare un po' di carriera.

mercoledì 9 settembre 2009

El Pippero

“Evviva l’Italia, evviva la Bulgaria, che ci ha fatto dono del pipppero.” Così cantava (con tre “p”, mi raccomando) il grande Elio e le Storie Tese, che però s’era dimenticato d’aggiungere che la Bulgaria, conforme ai voleri di Pino Pacifico, stasera ci farà anche dono di un autogol, se non di due, per non essere da meno rispetto alla disciplinata Georgia.
Dice: ma perché la Bulgaria dovrebbe dar retta a Pacifico? Ma perché, dopo l’ingresso trionfale di Kaladze nella nostra amata e seguita nazionale, anche qualcuno dei bulgari accarezza lo stesso sogno e il conseguente aumentino di stipendio. Resta solo il dubbio su chi commetterà l’agognata autorete, ma gli accordi dovrebbero essere molto precisi e d’altronde non è un caso che un paio di avversari tra quelli schierati stasera vantino un cognato italiano, giusto per oriundizzarsi e guadagnarsi più agevolmente il passaporto italiano come presto farà anche Amauri.
Mario Kraus

martedì 8 settembre 2009

Ruscello in una stanza

Per cortesia dateci una mano. Genova sta bruciando, centinaia di ettari in fumo. No, no, non è come pensate voi, il problema è un altro: non sono le esalazioni di CO2 che minano la salute della fauna del luogo - umani compresi -, né tantomeno un pezzo di verde che viene distrutto da un alito di vento. E non parliamo neanche del pericolo corso dalla popolazione del luogo; lungi da noi, mica siamo matti. Non ci sogneremmo mai di perderci in dettagli di contorno. La tragedia è che Gino Paoli ha speso 100 euro di acqua. "I pompieri non ce l'avevano, ho dovuto dargliela io". Questo ha dichiarato ieri sera al TG1. "E meco....": un giudizio critico si leverebbe dalla Capitale, riprendendo versi settecenteschi. "Te sta' quasi a brucia' casa, 'sti poracci stanno a rischia' la vita pe sarvatte 'a colleZZione de lombrichi affumicati (prego notare la doppia 'z' che rimanda vagamente a Goldoni) e vai a penza' all'acqua???". Non possiamo dar loro torto stavolta, anche se non siamo soliti abbassarci ad un registro tanto naif. Per farci perdonare quindi, abbiamo deciso di aprire un fondo Paypal, "... La mia stanza non ha più pareti ma... ALBERI..."

lunedì 7 settembre 2009

Il ritorno di Pino Pacifico

“E ha ragione ancora una volta Pino Pacifico, allenatore in incognito della nazionale di calcio sotto il falso nome di Claudio Lippi: proprio vero, gli azzurri e le loro partite fanno a noi lo stesso effetto dei rimproveri di Norma ai goliardi. D’altronde la vasta scelta di ieri sera (Georgia – Italia, San Crepazio – Brindisi e Atletico Durazzo – Cambogia) aveva messo in imbarazzo parecchi spettatori, perennemente indecisi ogniqualvolta che la nazionale italiana decide di fare una partitella e qualche cameraman la riprende. Ma alla fine il 90% di share ha premiato la vittoria inattesa dell’Atletico Durazzo, fatto comprensibile perché, da una parte, l’Italia ha affrontato la Georgia per la quindicesima o la sedicesima volta negli ultimi dieci anni e, dall’altra, il San Crepazio è notoriamente squadra poco combattiva.
Restano un paio di questioncelle da chiarire: dopo quest’incontro Kaladze entrerà a far parte dei bomber della nazionale italiana senza passare dal via? Hai voglia infatti a trovarne altri che segnino due reti in questa squadra; e ancora: in vista dell’interessantissima gara con la Bulgaria, ora che siamo avvertiti, dovremo dedicare a Lippi e ai suoi scagnozzi almeno il pensiero del mattino e della sera (sperando che ci faccia grazia almeno di quello del pomeriggio)? Per concludere: a chi ha sibilato che ci interessano solo i mondiali e le Confederation Cup, ma bisogna prima superare il girone iniziale per arrivarci, diciamo perplessi che in fin dei conti chi gioca le partite (e chi ci guadagna) non siamo noi. E a chi ci ha fatto presente che la Georgia non è il Brasile rispondiamo che la Georgia non è neppure l’Egitto, altrimenti ieri le cose sarebbero andate un tantino diversamente. T’è capì caro Pino?”
Mario Kraus

sabato 5 settembre 2009

Eccoci tornati

E' bastato poco: prendere un razzo, riempirlo di cherosene e gas propano liquido; prendere una navicella, possibilmente rubandola alla NASA (quelle dei Cinesi ve le sconsigliamo in quanto non hanno il marchio IMQ), legare la navicella al razzo con spago abbondante. Posizionare il tutto verticalmente, salire sulla navicella, inserire le chiavi nell'apposito slot, tenere premuto il pedale della frizione e schiacciare il pulsante "start". Segue un'accelerazione piuttosto forte che in genere porta la navicella ad una velocità prossima a quella della luce. Rimanere in questo stato per circa dieci secondi, poi aprire il finestrino e mettere la mano di fuori per far frenare la navicella. Tornare sulla Terra e scendere. Facilissimo. È quello che abbiamo fatto noi. Siamo scesi e con nostro grande stupore ci siamo trovati proiettati nel 2009. Per noi sono passati 10 minuti, per voi circa due anni. Dobbiamo ammettere che abbiamo trovato un ambiente totalmente nuovo: un PD finalmente rinato, il Premier che vuole querelare Topolino, Feltri al posto di Belpietro e Belpietro al posto di Feltri. A nessuno frega più nulla della Nazionale di calcio, Mastella milita nelle liste del PDL (fosse solo per quello potremmo essere benissimo tornati nel passato e non essercene accorti), gli sbarchi dalla Libia sono diminuiti del 90%, gli sbarchi degli Italiani in Libia sono aumentati del 180%, Fini fa il progressista e la Gruber pure, ma su La7 e non al TG1. Insomma, siamo contenti che vi siate divertiti in nostra assenza. Un po' stupiti di questa Job rotation massiva, della cui attuazione credevamo il nostro belpaese non sarebbe stato neanche lontanamente capace. Più che altro, chissà dove saremo finiti noi. Quale è il nostro compito ora? Da quel che abbiamo capito, dai due / tre articoli che abbiamo letto su internet 2.0, l'unico posto al momento vacante è la Direzione de "L'Avvenire". Beh, a dirla tutta, speravamo in qualcosa di meglio. Ma abbiamo saputo che il vecchio Direttore Boffo è stato coinvolto in qualche scandalo ideato ad-hoc e, onde evitare di vedere il suo nome infangato, ha preferito tornare dal suo orsacchiotto pelosone pasticcione di Terni.