A) aborto; comunismo; donne; islam; procreazione assistita; terzo mondo; autonomi (centri sociali); URSS; oriente (meglio se medio); palestinesi; ebrei (morti); clandestini; magistratura; omosessuali; sud; terroni; est; neri (camitici); Tiziano Terzani; pizza; Cuba;
B) Fascismo; Chiesa cattolica; maschi (umani); famiglia; autonomi (lavoratori); Berlusconi; Mussolini; USA; Israele; Ebrei (vivi); poliziotti; occidente; nord; polentoni; ovest; maschi; bianchi (japetici); Oriana Fallaci; polenta; patria.
Cosa accomuna, secondo voi, i lemmi dell’elenco A e quelli dell’elenco B? Che cosa li contrappone?
Il cittadino di un paese normale, non affetto da un pernicioso morbo di origine, incredibile a dirsi, statunitense, il letale politically correct in tutte le sue micidiali mutazioni, avrebbe fiere difficoltà a rispondere; un italiano invece non avrebbe esitazioni. L’elenco A riguarda argomenti e caratteristiche di cui si deve solo ed esclusivamente parlar bene se non si vuole essere etichettati come tangheri, cafoni, ottusi, fascisti e (orrore) leghisti; l’elenco B quelli di cui si deve parlar male, senza se e senza ma, anche a costo di tagliarsi i coglioni per far dispetto alla moglie, cosa che evidentemente fa meno paura che essere etichettati come sopra. Mi riferisco ovviamente all’italiano ufficiale, che sarebbe poi quello della maggioranza dei quotidiani e della totalità delle TV, comprese e anzi in prima fila quelle del Despota di Arcore, perché l’italiano di strada, dopo aver debitamente premesso: “Io non sono razzista, ma” parla con preoccupazione e rabbia degli extras che gli portano via lavoro e portafoglio e li chiama negri o marocchini senza tanti complimenti. Esclusi quelli, beninteso, che trovano l’immigrazione selvaggia e incontrollata utile assai perché i prezzi di droga e puttane con l’aumento vertiginoso dell’offerta sono scesi, e delle conseguenze sociali dell’immissione massiccia di delinquenti sul territorio nazionale se ne fottono allegramente. Del sud, sia esso dell’Italia o di qualunque posto al mondo, non si può che discettare in termini positivi, con eventuale partecipata compassione ove si parli dei mali che affliggono questo topos ideale, fame miseria mafia camorra scarsità d’acqua e di lavoro, tutte piaghe naturalmente ascritte all’egoismo del nord; severamente vietato anche solo accennare a una qualche responsabilità di chi il sud abita. Senza naturalmente mai considerare che quello che per noi è sud è nord per qualcun altro; dall’invidia del relativismo accidioso si salvano, forse, i pinguini. C’è qualcosa di bene in qualunque attività, dichiarazione, atteggiamento degli USA, della Chiesa cattolica, di Israele, del Berlusca? Ha fatto, magari per caso, per isbaglio, qualcosa di buono, in vent’anni, il fascismo? Assolutamente no; anzi, quest’ultimo è stato definito niente di meno che dal capo del partito suo epigono, il male assoluto; e se lo dice lui che se ne intende, dev’esser vero. Del comunismo, che, oh, con le migliori intenzioni, però! ha spedito dai suoi paradisi in terra svariate decine di milioni di compagni all’inesistente Paradiso celeste, e in alcuni posti della Terra continua gloriosamente a farlo, male non si dice mai, non è politicamente corretto, non fa fine. Se ne parla come di un caro parente defunto, con rimpianto, con gli occhi umidi; anche se in fondo, come il parente defunto, è meglio che non ritorni, ché nessuno saprebbe bene cosa farsene; ma de mortuis nisi bene. Ho disgusto di questo linguaggio, di questa melassa fetida, di questa palude putrida in cui tutto ciò che vi cade si corrompe e puzza, in cui si spaccia per ideale quello che torna utile al proprio egoismo, in cui si ha la sfacciataggine di sovrapporre alla realtà gli idola fori del proprio retaggio culturale e di pretendere che il poppolo vi si adegui. Dall’inizio dell’anno a Napoli ci sono stati 80 morti ammazzati, ma Bruto dice che Napoli non è il Far West, e Bruto è uomo d’onore. Infatti non è il Far West, è il Near South, ma la sostanza non cambia. La sostanza dice che lo Stato non è in grado di svolgere il suo compito principale, che sarebbe poi quello di tutelare la vita e gli averi dei suoi cittadini rispettosi della legge, e che invece di ingegnarsi a farlo si limita a negare con le parole quello che i fatti urlano. Abbiamo il sistema giudiziario più lento e malandato d’Europa, non abbiamo i soldi per pagarne la manutenzione dei computers, e il governo provvede aumentando le già sontuose retribuzioni dei magistrati. Abbiamo il sistema scolastico che produce gli studenti più ignoranti del G8, e sempre lo stesso governo stabilisce di aumentare per legge le promozioni. Ci è stato detto che le finanze dello stato erano alla canna del gas e si programmano detrazioni fiscali per chi bazzica palestre e scuole di ballo. Siamo l’unico Stato al mondo a vantare almeno quattro organizzazioni criminali autoctone, mafia, camorra, andrangheta e sacra corona unita, e le combattiamo con un bell’indulto. E dicono che l’Italia l’ha rovinata Berlusconi.
Luigi Kraus