Si è sciolto un enigma che appassiona da sempre i letterati dantisti e non solo quelli: finalmente si è capito cosa, anzi chi intendesse Dante quando parlava del veltro nel primo canto dell’Inferno (verso 101). Si riferiva, con mirabile potenza visionaria e ottima approssimazione onomastica, al sindaco di Roma Walter Veltroni: “Questi non ciberà terra né peltro, / ma sapienza, amore e virtute / e sua nazion sarà tra feltro e feltro”. Sapienza, amore e virtute, com’è noto, sono qualità indiscusse dell’attuale governo Prodi che tra un indultino e l’altro sta anche pensando di ridurre il cuneo e il vercelli fiscale, come dimostra la finanziaria già in mente dei (i 30 milioni di euro verranno recuperati abbassando le tasse ammodo, mica come quel dilettante del Cavaliere); ma torniamo al nostro Veltroni, sindaco per tutte le religioni e per tutte le stagioni (anche le mezze), il quale ha tutte le doti per ben figurare non solo tra feltro e feltro, ma anche tra nazione e nazione: è cattolico, buddista, islamico, protestante, conciliante, animista, comunista, fascista, democristiano, socialista, filoamericano e antiamericano, filosionista e filoislamico, etero e omosessuale al tempo stesso.
Mario Kraus
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