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lunedì 3 luglio 2006

L'Ecuador Mi Fece Tenerezza

Davanti al maxischermo si sono viste anche tifoserie sparute. Quelle dei portoghesi, degli olandesi ad esempio. La più piccola, però, era quella americana, costituita da un solo individuo che era lì di passaggio in piazza Solferino durante il giorno di Italia - USA. Si è capito per chi tifava perché s'era portato appresso una bandiera a stelle e strisce, e naturalmente non appena l'hanno visto, si son messi subito a fischiarlo e a dirgliene di tutte. Spero che, dopo la partita, abbia riso di cuore, ben più del brasiliano che irride gli avversari quando sbagliano. "Tem muito Brasil em Turim": c'è tanto Brasile a Torino, ma di Ecuador ce n'è ancora di più. E in questa rassegnetta l'Ecuador merita un capitolo a parte. I suoi tifosi hanno gremito il palco davanti al maxischermo e hanno tifato senza sosta per la loro squadra, anche dopo essersi presi l'ingiusto goal di Beckham che l'ha eliminata (ed è questo che fa grande una tifoseria: sostenere i propri giocatori anche quando le cose vanno male). Nel vedere questi tifosi chiassosi e simpatici ammainare le bandiere e lasciare Piazza Solferino in preda allo sconforto, dopo tanta illusione, mi son sentito un po' ecuadoregno anch'io. Quella sera a Torino c'era il sole, ma se avesse diluviato l'acqua caduta non avrebbe eguagliato in quantità le lacrime di questa buona gente che ha abbandonato le improvvisate tribune in silenzio, gentilmente, senza strepito alcuno, quasi con dolcezza, mentre i tronfi inglesi, che non s'erano neppure visti durante l'incontro, eran saltati fuori da chissà dove berciando e strombazzando con i loro claxon, manco avessero battuto il Brasile. Resta qualche lampo. Piccolo, ma delizioso nella sua semplicità. Ricorderò a lungo quel tifoso che, durante Ecuador - Costarica, gridava entusiasta "Ecuador es mi paìs" e aggiungeva in italiano, quasi scusandosi, "senza Moreno, senza Moreno"; la ragazza che, quando i suoi giocatori sbagliavano un passaggio, diceva "miercoles" per non dire un'altra parola e non passar da maleducata; infine, il bellissimo coro "Quien no salta es maricòn" (chi non salta è ricchione) proprio in questi giorni infausti in cui a Torino si teneva il gay pride. Grandi ecuadoregni. Senza Moreno, d'accordo: ma grandi.

Mario Kraus

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