Che dire? Un altro mondiale è andato in vacca (il sesto consecutivo) perché anche stavolta gli azzurri non sono riusciti a battere i tedeschi come vogliono loro. Quattro a uno non va bene, due a zero con un palo e una traversa in omaggio e senza favori arbitrali nemmeno, perdere era onestamente impossibile, se non ai rigori, ma in ogni caso va dato all’Italia il merito di averci almeno provato. La Germania aveva solo il vantaggio di giocare in casa: per il rimanente era una squadra modesta, fiacca di gambe, debolissima in attacco, neanche tanto furba. Un paio di volte, non di più, un attaccante s’è ritrovato Buffon davanti al muso: la prima volta ha spedito il pallone in cielo e la seconda l’ha tirato addosso al portiere. Con tutto quello che hanno potuto sciupare in centoventi minuti, invece, gli italiani non potevano proprio esimersi dal pescare quei sette metri di porta almeno in un’occasione, anche se i rigori ormai alle porte e la stanchezza già affiorata da due tempi e rotti (secondo la patetica tradizione dei nostri cronisti sportivi) consigliavano di pazientare ancora per quel poco che mancava pur di lasciare il risultato sullo zero a zero e far contenti i poveri tedeschi, ormai ridotti al ruolo di antiparassitari scaduti. A dire il vero, Grosso non l’ha fatto apposta: ha detto di aver tirato così, senza mirare, tanto nessuno garantiva che quel pallone dovesse finir dentro dopo tanti tentativi andati a vuoto. Invece succedono cose strane: in effetti la sferozza se ne stava uscendo chiotta chiotta (pare che in quel momento stesse pure dicendo “tanto al massimo piglio il palo e poi torno indietro, ormai in questa partita ce so’ abituata”) e poi, che volete, è girata accucciandosi sardonicamente in rete. E il secondo goal? Ma scusate, a quel punto non faceva alcuna differenza che l’incontro finisse uno o due a zero. Però i tedeschi ci sono rimasti male e ce l’hanno fatto sapere con molto buon garbo nei giorni seguenti per la nostra amarezza. Vabbè, gli azzurri ci riproveranno nel 2010. Però, cari tedeschi, nel frattempo vedete di qualificarvi. Perché stavolta eravate padroni di casa e v’è andata liscia, ma la prossima volta uno straccio di girone di qualificazione dovrete passarlo anche voi.
Mario Kraus
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