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mercoledì 1 dicembre 2010

Lettera chiusa a Gnaggnerox

In quanto italo-svedese con cugino austriaco, ho scritto una risposta al Suo articolo del 10 ottobre scorso sull'Ikea che spero trovi accoglimento presso Forum e Blog. Ecchevela:

"Gent. sig. Gnaggnerox (ma un cognome no?), Le scrivo questa mia in risposta alla Sua e in riferimento alla loro. In Sardegna c’è un adagio che recita più o meno così: "Un comune mirto commerciale, 6 euro; per il vero mirto c'è Mastersard". Ora non è certo il caso che Le spieghi che il mirto è una specialità di quella regione, così come la bagna caoda lo è per il Piemonte e la crisi intermittente della monnezza per la Campania. In Svezia usiamo invece i supermercati del mobile-labirinto: sbaglia infattoli chi afferma che il nostro sport nazionale sia il calcio. Quando uno svedese non ha un krisprolls da fare, si reca all'Ikea con la ferma intenzione di passarci almeno un paio di giorni. Non perché si appassioni particolarmente alla merce, ma perché dopo non sa più come uscire. Tant'è che, come durata, il nostro sport è secondo solo al cricket anche se non altrettanto popolare, e poco importa se all'ingresso di ogni mobilificio sono disponibili mappe dettagliate per i clienti, noi ci divertiamo a metterle in tasca e a girare come ossessi per le nostre regolamentari 24-36 ore, tanto fuori fa pure freddo.
Caro Gnaggny, Lei mi capisce: togliere alle Ikee svedesi, italiane e di altre etnie il loro carattere labirintico equivarrebbe a snaturarle e a privare la Grande Zia Svezia di una delle sue attrattive più accattivanti che, non fo per dire, oltre ad essere stata felicemente esportata contribuisce anche a incentivare l’amore litigarello e questo mi pare un vantaggio non da poco.”
Marius Kraussen

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