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domenica 10 ottobre 2010

Quegli strani visitatori dell'Ikea

Negli archivi dell’Ikea è comparsa di recente una lettera scritta da tale Gnaggnerox (firma che la dice già lunga sulla sanità mentale dell’autore della missiva) in cui, a fronte della richiesta di suggerimenti per migliorare l’ormai celeberrimo supermarket del mobile automontabile, lo scrivente elargiva consigli preziosi. Tra questi, quello di aggiungere gli spaghetti biologici sul menù del bar-ristorante all’ingresso. “Visto che sono già previste le polpette svedesi biologiche, perché non fare 31?” Un’altra dritta gentilmente fornita da Gnaggny, che però merita maggiore attenzione, consisterebbe nel permettere a un disgraziato di raggiungere l’uscita dell’Ikea in meno di 4 ore, tempo minimo utile (e siamo ottimisti) per guadagnare la porta di accesso all’aria aperta nonostante le mappe che si trovano in quantità abbondante all’ingresso.

E qui il nostro eroe ha perfettamente ragione: i clienti ikeani sembrano piuttosto delle anime in pena che si aggirano senza sosta e senza meta. Ne ho visto uno (ero io) chiedere in preda a cupa disperazione a una commessa di spiegargli come uscire da quel labirinto in quanto “aveva un appuntamento con suo cognato”. Amene coppiette di fidanzati si davano di rimbambito a vicenda perché, dopo due ore di vane ricerche, erano ancora al secondo piano dell’immenso mercatone malgrado si trovassero in ogni dove cartelli recanti la scritta “USCITA”; padri e figli in conflitto generazionale e aziendale aggravavano dissidi e contrasti preesistenti, torme di avvocati divorzisti si fregavano le mani di fronte agli scoppiettanti litigi tra mogli e mariti che ivi vagabondavano in vacanza premio. Salviamo un mondo dalle grinfie di Forum e trasmissioni affini concorrenti, aiutiamo la clientela dell’Ikea.
Gnaggnerox

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