Io, Pitigliano, paese al confine tra la Toscana e il Lazio e da sempre “pittoresco” per tutte le guide turistiche che spendono qualche parola su di me, voglio e intendo chiarire un paio di cose sul mio conto. Lo faccio su questo blog e non altrove perché qui si parla della sottoscritta in almeno due interventi su tre ed è pertanto evidente che i suoi autori sono interessati al mio caso e disposti ad ascoltarmi. Io esisto. Non solo penso, ma parlo anche, come vedete (o almeno comunico), per cui figuratevi se non ci sono anche. Oltretutto esisto da un bel pezzo: c’ero ben prima che la televisione facesse di me un luogo ove piantare una bandiera arancione (che non è la mia, perché la mia è stata sempre gialloblu), uno scoglio di successo, un imbroglio turistico, al punto che da me costa tanto persino un bicchiere d’acqua; così son divenuta un nido becero da quando mi ha colto la fama e qualcuno, sconcertato dal mio cambiamento, ha pensato bene di darmi per scomparsa. Si sbaglia. Nelle mie valli, nell’inversione a U di un trattore, nel silenzio di una notte piovosa, io ci sono ancora.
Pitigliano alias Mario Kraus
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