Avendo diffuso i miei dati personali in un momento di distrazione (ho regalato una copia della rivista ad alcuni amici e mi sono accorto troppo tardi che, sul retro dei fogli, figurava il mio indirizzo di posta elettronica con tanto di indicazioni anagrafiche), ho deciso di denunciarmi alle autorità per aver violato la mia vita privata senza aver concesso l’autorizzazione. Giuro che non mi darò tregua, dovessi sborsare un patrimonio in spese processuali. E mi è andata anche bene: pensate se mi fossi chiamato Gianni: adesso un sacco di gente che mi chiamerebbe al cellulare per dirmi che l’ottimismo non può morire perché lo protegge il WWF. Che avrei potuto fare? Andare dal mio avvocato o chiamare direttamente Taormina (il legale, non la città) per denunciarmi a sangue? Comunque chiederò di risarcirmi i danni, e quando Licheri mi condannerà a pagarmi una somma pari a 12 000 euri con la condizionale e l’imperativa comincerò finalmente a contrarre debiti (una delle peggiori malattie che si possano contrarre) e un bel giorno mi costituirò parte civile e parte dirigente. Perché sì?
Mario Kraus
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