Mailing list

Vuoi essere informato non appena viene pubblicato un nuovo articolo? Iscriviti alla nostra mailing list!
La tua email:


giovedì 31 agosto 2006

Salviamo Bambi. E il Bisteccone No?

La cecità legalizzata continua: a Torino hanno approvato un kit di disposizioni a tutela degli animali, in televisione ti sbattono sul muso un cerbiatto e inveiscono contro la caccia titolando a tutto schermo “Salvate Bambi”. Sì, però mica ci dicono cos’hanno mangiato a pranzo, e paffuti come sono c’è da scommetterci che giornalisti e giudici siano tutto men che vegetariani. È legittimo, in fondo, no? Bambi ti fa tenerezza e a sentir parlare di cacciatori ti verrebbe voglia di sparare addosso a loro, ma come dire di no a una bistecca? O al macinato prelibatissimo che ti sei fatto fuori a colazione stamattina prima di cavar fuori dall’armadio la bandierina da animalista? Certo, tutto ha una logica: il cerbiatto è un conto ed evoca teneri ricordi d’infanzia, ma il Bisteccone non puoi proprio metterlo sullo stesso piano, ti rammenta solo un cronista un pochetto soprappeso e con un bel “Ma vaffanculo, va” acquattato dietro un angolo della bocca e sempre pronto a partire. Ergo quello se lo magnamo, senza appello e alla faccia delle disposizioni. Però, però, ecco, m’era parso di assistere pochi giorni fa a un bel servizio su Rai Tre in cui si faceva presente che “non c’è diversità tra gli animali”. Ma cos’è, ci pigliamo in giro? Se un gatto va considerato alla stregua di un cerbiatto o d’una formica, allora l’alternativa è diventare tutti buddisti o tramutarci tutti in carnefici. Delle due l'una: questo stare in mezzo, questo Gianobifrontismo a seconda delle circostanze è il solito lusso schizofrenico all’italiana. E poi, diciamocela tutta, tra gli animali c’è diversità eccome, persino tra esemplari della stessa specie. Il mio gatto che ho portato da Torino fa regolarmente miao come tutti gli altri. Qui a Pitigliano, invece, per conformarsi all’uso locale, fanno tutti “miau”. E quando hanno visto, o meglio, sentito il mio micio, l’hanno subito preso in giro per l’accento. Poi dicono che al nord siamo razzisti.

Mario Kraus

martedì 29 agosto 2006

Ryanair Naked!

Many of you have probably heard about one of the most important low-cost airlines, Ryanair. And, if so, many of you have asked how such a huge company like Ryanair can offer one-pound flights around Europe. The main question is: "where do they save?". One of the possible answers could be: "probably in the flight meal" (the famous Alitalia black olive was euros 2,5 worth). You sure? Is it your ultimate answer? Look at this documentary (thanks to google video) and shudder.

Investimenti

Lo scandalo del calcio approda anche in Spagna. Ma non nelle vesti dei dirigenti della juventus, che han dichiarato di voler presentare ricorso anche alla Sacra Rota, tanto per avere la certezza assoluta di prendere 30 ulteriori punti di squalifica e una scomunica da poter usare comodamente a mo’ di jolly durante il prossimo campionato. Lo scandalo iberico consiste nella totale assenza di palloni da calcio a San Sebastian. Eppure di bagnanti ce ne sono abbastanza (vedi foto); sulle spiagge a volte si raggiungono densità pari a quelle del 90 nell’ora di punta. Nonostante questo piacevole primato, di palloni neanche l’ombra. D’altra parte la Spagna è un paese sui generis: nei supermercati si trovano dei bananoni giganti chiamati platanos (che farebbero la felicità di un tabaccaio di nostra conoscenza), “manzanas” sono le mele e non le melanzane e “melocotones” sono le pesche e non le melecotogne. Ma torniamo al nostro dramma umano. Dopo circa tre ore di ricerca, ci siamo appellati al famoso teorema Chu Chao – Wu Tao, secondo cui “per ogni italiano contenuto nel pianeta Terra, esiste un cinese piccolo a piacere che tende all’italiano per t che tende all’infinito”. E la bancarella improvvisata non si è fatta attendere. L’affare era dietro l’angolo: un supertele (l’unico) al modico prezzo di 8 euro. Considerando che nei paesi baschi la vita costa in media il 20% in meno rispetto a quanto costa nello Stivale, possiamo affermare con orgoglio di aver fatto un ottimo investimento. Soprattutto al ritorno, quando siamo riusciti ad imbarcare sull’aereo il bene di lusso in una bustina legata ad una valigia. Nessuno dei dipendenti dell’ENAC ha pensato di farlo sparire, avendolo erroneamente scambiato per un banale supertele da 20 centesimi.