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Il secondo episodio della pubblicità di Muccino è illuminante: il soggetto in questione invia sessantotto messaggi tutti uguali (“no” oppure “none”, per non essere monotoni) a una biondina che sta per sposarsi e che almeno in chiesa potrebbe spegnere il telefonino; eppure è proprio quest’atto disapprovato dal galateo a risparmiare alla ragazza un matrimonio evidentemente un po’ forzato: infatti l’ultimo “no”, corroborato da un autoritario punto esclamativo, convince la promessa sposina a rifiutare di prendere come legittimo sposo il lì presente Pinorberto Dell’Ulivo (preferito dai genitori della sposa agli altri contendenti, dopo una contesa furibonda, anche grazie alla vittoria ottenuta nelle ultime elezioni) e di svignarsela via dalla chiesa come una centometrista. Tanto, là fuori, c’è Muccino che la sta aspettando in sella al cellulare. Qui mi fermo e concludo mestamente: visto com’era sfigata la Monica de’ Monza? Se all’epoca sua avessero inventato i telefonini a ‘st’ora se sarebbe già risposata otto vorte.
Mario Kraus
Socio della Fondazione "Contro i ritornelli di Ligabue,
ma anche pe' quelli de Tiziano Fero ce farei 'n penzierino"
Socio della Fondazione "Contro i ritornelli di Ligabue,
ma anche pe' quelli de Tiziano Fero ce farei 'n penzierino"
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