L’altro giorno ero al Motor Siou di Bologna e devono avermi scambiato per un cantante della Scala: fischi, grida, cori razzisti; ancora un po’ e mi lanciavano i pomodori. Non avevo neppure cantato, per giunta. Così mi sono inalberato e gli ho detto: “Eeeh... guardate che io non sono mica un tenore, sono la Democrassia”. Sì, perché non la fermi con le urla, la Democrazia, e infatti sono andato oltre e ho proseguito il giretto. Ma se ci penso bene, già l’altro giorno ho avuto qualche problemino. Si parlava sempre di cantanti; c’era Alagna sul palcoscenico per l’Aida. Mi sarei aspettato di tutto, ma non d’essere chiamato in causa anche dal Verdi. Sì, perché a un certo punto il tenore ha cantato “un esercito di prodi” e subito uno del pubblico è intervenuto: “Ce ne basta già uno!”. Socmel, chissà cos’avrà voluto dire... Peccato che non ci fosse anche Zianluc tra il pubblico, lui avrebbe potuto difendermi. Ad ogni modo, tornando allo Siou di Bologna, non tutti sono stati malevoli nei miei confronti: c’erano pure dei ragazzi che mi gridavano “buffone, buffone” e lì mi sono commosso. Meno male, ho pensato, questi almeno mi hanno riconosiuto.
Romano Kraus